Calcio femminile in crescita in Italia, aumentano giocatrici e tifose: i dati

Sono passati quasi centocinquant’anni dalle prime partite di calcio femminile, organizzate nel Regno Unito a fine Ottocento, e oggi, come in molti altri Paesi, anche in Italia questo sport sta vivendo una crescita senza precedenti. Lo dimostrano i dati raccolti dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio nel suo report annuale: ad aumentare non sono solo le giocatrici federate , ma anche il numero di arbitre, tifosi e tifose. A rallentare i progressi delle calciatrici restano però numerosi stereotipi di genere e la mancanza di studi sulle caratteristiche fisiologiche, biologiche e ormonali delle sportive. Tesseramenti + 125% L’Istat stima che in Italia siano circa 98mila donne che praticano in maniera più o meno continuativa l’attività calcistica: di queste, circa la metà sono tesserate con la FIGC. La Federazione segnala che dal 2008 al 2023 le richieste di nuovi tesseramenti sono aumentate del 125%: l’incremento è ancora superiore se analizziamo la fascia delle giocatrici tra i 10 e i 15 anni . Se non visualizzi il grafico, clicca qui L’aumento del numero di nuove giocatrici è infatti uno degli obiettivi della FIGC che, con il supporto della Union of European Football Associations , ha elaborato un piano strategico per lo sviluppo del calcio femminile tra il 2021 e il 2025. Oltre all’aumento del numero di giovani giocatrici del 50%, gli altri obiettivi riguardano il successo internazionale delle squadre nazionali e dei club, il miglioramento della competitività e della spettacolarità delle partite, l’incremento del numero degli appassionati al calcio femminile e la creazione di un sistema sostenibile per la Serie A femminile professionistica. Due di questi obiettivi sono a buon punto: nel 2022 la serie A femminile è passata al professionismo, garantendo alle giocatrici una serie di tutele . Da allora, il valore degli ingaggi della Serie A nella stagione 2022/2023 ha superato i 10,1 milioni di euro, in aumento del 60% rispetto al 2021/2022, mentre nel 2023/2024 si è toccata quota 12 milioni di euro. Le previsioni della UEFA affermano inoltre che nel 2033 il monte ingaggi del calcio femminile italiano crescerà più di 7 volte, arrivando a 47 milioni di euro. Più in generale, tra il 2019-2020 e il 2022-2023, i ricavi prodotti dalla divisione femminile sono cresciuti del 147%: in particolare, i diritti audiovisivi sono aumentati del 216% e i ricavi commerciali del 94%. Anche il numero di tifosi e tifose è in crescita: in base alle stime della UEFA, il calcio femminile italiano ha attirato 10,2 milioni di tifosi nel 2021 . Di questi, il 46% si identifica come donne, il 28% ha tra i 18 e i 34 anni e il 69% segue questo sport da meno di 5 anni. Nel campione analizzato, una persona su tre si è interessata al calcio femminile perché già tifosa del club maschile della stessa società. La UEFA prevede inoltre una crescita di 2,2 volte della fanbase entro il 2033, fino a 22,6 milioni. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Nonostante questi risultati positivi, il divario con le principali realtà europee appare ancora rilevante, soprattutto confrontando le 42.582 tesserate della FIGC con le oltre 50mila del Belgio , oppure con i paesi del Nord Europa . Anche la distanza con i Paesi in cui giocano le nazionali femminili più forti al mondo resta ampia: la Spagna, campionessa del mondo in carica e seconda nel ranking della FIFA, conta quasi 85mila tesserate; la Germania, al terzo posto , 187mila. Italia prima in Europa per numero di arbitre Secondo i dati della FIGC, l’Italia è invece prima in Europa per numero di arbitre: 2.264. Davanti a Inghilterra , Germania , Spagna e Francia . In totale, le arbitre rappresentano comunque il 7,4% di chi ha una tessera dell’Associazione Italiana Arbitri. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Negli ultimi anni, le arbitre italiane hanno raggiunto traguardi significativi: nel 2021, per la prima volta nella storia un’arbitra, Maria Sole Ferrieri Caputi, ha diretto un incontro di una squadra di Serie A maschile. Nel 2022, Ferrieri Caputi ha poi diretto una gara in Serie A, il match Sassuolo-Salernitana, diventando la prima arbitra di sempre ad esordire nel massimo campionato italiano. Nel 2023, Ferrieri Caputi ha poi diretto l’incontro amichevole tra Germania e Perù, diventando così la prima donna nella storia dell’AIA ad arbitrare una partita tra squadre nazionali maggiori maschili. Sempre nel 2023, ha poi diretto gli ottavi di finale della Coppa Italia tra Napoli e Cremonese, insieme alle assistenti Francesca Di Monte e Tiziana Trasciatti, facendo quindi parte della prima terna arbitrale interamente femminile a dirigere una partita di calcio professionistico maschile in Italia. Nel 2024 la stessa terna al femminile ha diretto anche, per la prima volta nella storia, una partita di Serie A maschile . I dati che mancano A contribuire al successo, in campo e sugli spalti, del calcio femminile c’è anche la percezione di un ambiente sempre più professionalizzato e competitivo, ma portatore di valori diversi rispetto a quello maschile. Se non visualizzi il grafico, clicca qui È quello che riporta anche un sondaggio della UEFA condotto nel 2022: il calcio femminile viene visto da tifose e tifosi come più stimolante, esemplare e adatto alle famiglie di quello maschile. Al contrario, viene percepito ancora come meno professionale e divertente. “È un discorso culturale, naturalmente: i club che hanno investito e stanno investendo nel calcio femminile sono gli stessi di quello maschile, eppure esprimono valori chiaramente diversi”, ha commentato la redazione della rivista sportiva Undici. “Orientati alla responsabilità partecipata, più che alla rivalità. Perché il movimento ha bisogno di una crescita organica, non di conflitti. Il pubblico, tutto questo, lo sente. E quindi, in qualche modo, lo restituisce”. Nonostante l'entusiasmo, tuttavia, il calcio femminile è ben lontano dall’avere lo stesso peso di quello maschile. E una delle conseguenze è la mancanza di dati su come giocano e si allenano le calciatrici e su come potrebbero farlo meglio. “Studi recenti hanno dimostrato che le donne hanno più probabilità di subire commozioni cerebrali, fratture da stress, infortuni al crociato”, ha segnalato Marialaura Scatena, giornalista sportiva, in un articolo. Non solo: anche il ciclo mestruale incide sull’allenamento, sulla prestazione e sulla tenuta delle atlete. “Ma non sono solo le differenze biologiche a esporre maggiormente le donne a infortuni e problemi di salute legati alla pratica sportiva. L’aver trascurato per decenni il soggetto femminile nell’analisi patologica, il non aver utilizzato strumenti tarati sul genere femminile, il non aver raccolto dati legati specificamente alle donne, ha complicato la vita delle sportive, oltre a rappresentare un limite per il loro sviluppo”, conclude Scatena.

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