Parigi 2024: il ritorno di Simone Barlaam, il predestinato del nuoto

Parigi che ritorna. Una città a cui è particolarmente legato Simone Barlaam. È qui, all’ospedale pediatrico Saint-Vincent-de-Paul, che ha passato gran parte della sua infanzia. “Quasi tutti i primi interventi alla gamba li ho fatti in Francia. Ci sono un po’ cresciuto lì”. Classe 2000, nasce con una coxa vara e una ipoplasia congenita al femore destro. A tre giorni di vita la prima operazione chirurgica. Una delle tante. Fino alle cure a Parigi, dove conserva tanti ricordi. E dove è pronto a collezionarne altri alle ormai prossime Paralimpiadi francesi, che si svolgeranno dal 28 agosto all’8 settembre. La scintilla per lo sport Originario di Cassinetta di Lugagnano, nel milanese, è il più forte nuotatore al mondo. “Uno dei più forti, mi verrebbe da dire”. L’amore per lo sport e per lo stare in acqua scatta molto presto: “Fino ancora che potessi ricordare”, racconta Simone. “Da una forzatura iniziale, perché ero costretto dalla situazione clinica a fare riabilitazione e attività fisica in acqua onde evitare fratture, è scoccata la scintilla ed è nato un amore”. Un rapporto con l’acqua molto profondo. Intimo. E che si è evoluto nel tempo. “Ho avuto alti e bassi, come accade in tutti i rapporti, ma l’acqua mi dà sensazioni che la terra ferma non riesce. Non ha eguali”. Nel 2014 partecipa ai Campionati Italiani di Paratriathlon di Riccione, dove conquista un bronzo. Lì capisce che il nuoto sarebbe diventato il suo obiettivo. Solo tre anni dopo arriva il vero e proprio debutto. Mondiali di Città del Messico. Simone Barlaam, diciassettenne, esordisce con due ori, un argento e un bronzo, andando a medaglia in ognuna delle gare disputate. Il resto è storia. O meglio, già nella storia. Parigi 2024 Parigi sarà la sua seconda Paralimpiade. “Mi aspetto un pubblico molto caldo, come è successo per le gare del nuoto olimpico. A livello sportivo cercherò di migliorarmi. Però personalmente voglio anche divertirmi e godermi al massimo questa esperienza a differenza di come ho fatto in passato”. Con lui partirà una delegazione azzurra composta da 28 atleti e atlete. Si tratta della nazionale di nuoto più forte al mondo. Lo dicono in molti. Lo confermano i numeri. “Siamo tutti abbastanza sicuri dei propri mezzi. Sappiamo che possiamo fare grandi cose e siamo carichi e vogliosi di fare bene a Parigi. Ognuno tira fuori il meglio dell’altro sia con gli incitamenti che con i risultati. Condividiamo tanto insieme, anche la fatica o i momenti no. È uno sport di squadra a tutto tondo”. Forse è anche per questo che “la gara che mi diverte di più è la staffetta, è quella che ci fa sentire più di tutte un gruppo coeso”. Fuori dall’acqua Non solo sport. “Simone fuori dalla vasca è un ragazzo normalissimo di 24 anni che trascorre il tempo con gli amici, ha tante passioni”. Tra queste il disegno. O la ricerca degli squali, che tornano spesso anche nei suoi disegni. “Sono sempre stato affascinato dagli squali. Sono creature potenti, sinuose. E ho cercato di metterle anche sulla carta perchè mi affascinano. Qualche squalo l’ho visto in giro per il mondo tra immersioni o altro. Anche se ce ne sono molti ancora nella bucket list”. E tra i vari giri per il pianeta ce n’è uno abbastanza speciale. Che ricorda con il sorriso. “Il quarto anno di liceo l’ho passato dall’altra parte del mondo, alla Castle Hill High School, Australia. Una delle esperienze più belle della mia vita”. Anche se probabilmente non la più semplice. “La mia giornata tipo partiva con una sveglia alle 4.30 del mattino. Allenamento 5.30-7.30. Giornata a scuola con pausa pranzo. Secondo allenamento in palestra e poi nuovo allenamento in piscina alle 5.30 di pomeriggio”. Giornata che proseguiva con lo studio prima di uscire con gli amici e poi “collassare nel letto prima di iniziare questa routine. Era un bel sogno. Tosto ma bello”. Tra motivazioni e ispirazione Arriva a Parigi con un po’ di consapevolezza e tante esperienze in più. Nonostante la giovanissima età. “Ho molta carica e voglia di fare. Cercherò di focalizzarmi su quello che ho fatto e sulle sensazioni che voglio provare in gara”. Anche perché è questo che più lo motiva. “La mia fonte d’ispirazione sono le cose che voglio ancora realizzare. Sono queste che mi ispirano e motivano a dare il massimo. Ho avuto tanti esempi in passato e tutt’ora ne ho molti. Però ormai cerco di trovare le motivazioni dentro di me”. Lui che ormai è di ispirazione per gli altri. “Ci provo a essere all’altezza per definirmi tale. Voglio essere un buon esempio e cercare di trasmettere ai più piccoli alcuni valori che sono stati positivi per me e che mi hanno fatto bene”. Chapeau.