Olimpiadi, Mattarella consegna tricolore a Errigo, Tamberi, Sabatini, Mazzone

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Nei giardini del Quirinale il Capo dello Stato ha incontrato tutta la delegazione azzurra in partenza per l'Olimpiade di Parigi.

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Sui maxischermi scorrono le immagini più belle ed emozionanti di Tokyo 2020. C’è il memorabile e storico ex aequo di Gianmarco Tamberi (2.37 la misura saltata) con l'amico-rivale Mutaz Essa Barshim. C’è Ambra Sabatini, la velocista paralimpica più forte del mondo che porta le mani agli occhi prima ancora di tagliare il traguardo. C’è l’urlo di Bebe. E quello di Jacobs. C’è nostalgia proiettata al futuro. A Parigi 2024. Perché oggi, giovedì 13 giugno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato la delegazione italiana in partenza per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024. Nei giardini del Quirinale il capo dello Stato ha inaugurato i prossimi Giochi consegnando il tricolore ai quattro portabandiera: Gianmarco Tamberi e Arianna Errigo, per la squadra olimpici e Luca Mazzone e Ambra Sabatini, per la squadra paralimpica. Presenti Giovanni Malagò e Luca Pancalli, presidenti del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e del CIP (Comitato Italiano Paralimpico). 

Le parole di Gianmarco Tamberi

"È un piacere immenso poter condividere alcuni pensieri prima di un viaggio così importante. Ci tengo a ringraziare il presidente per essere stato con noi agli Europei. Siamo riusciti in un’impresa storica. La ringrazio anche personalmente per aver assistito alla mia gara e avermi dato la forza. Ci tengo a ricordare in occasione del nostro ultimo incontro le parole che rivolsi agli italiani. Quando chiesi loro di vedere noi atleti come ambasciatori di valori, dedizione, coraggio e perseveranza. Come esseri umani che stanno facendo di tutto per portare il più in alto possibile l’Italia. È fondamentale ridurre il divario tra i tifosi e gli atleti. Sogno di portare la bandiera della nazione più unita al mondo. Ricevere da lei il tricolore italiano è un onore. Da alfiere di questa nazionale le dò la mia parola, a nome di tutti, che faremo di tutto per rendere lei e l’Italia orgogliosa di noi. Non ci arrenderemo mai. Lotteremo in ogni singola competizione. Consapevoli di essere a Parigi sì per noi, ma per l’Italia intera. Che ogni singolo nostro successo potrà portare speranza e felicità nelle case dei nostri connazionali. Le donne e gli uomini che scegliamo di avere a fianco possono veramente farci diventare migliori. Vorrei ringraziare con tutto il mio cuore la mia amatissima moglie, che standomi al fianco per 15 anni mi ha consentito di essere quel che sono oggi. Mi auguro che a Parigi riusciremo a sorprendervi e rendere orgogliosi di noi".

Le parole di Arianna Errigo

"Da quando ho saputo di rappresentare l’Italia ne ho vissute così tante di emozioni. Per me le emozioni sono un dono prezioso con cui cerco di riempire la vita. Con la scherma ne ho vissuto tante. E ora ne vivo anche altre. Essere qui è un'emozione immensa. Quando l'ho saputo non riuscivo a dormire e con due bambini non è facile. Diventare mamma mi ha reso la vita difficile per incastrare tutto, tra figli e allenamenti. Ma ho creduto di potercela fare e ora eccomi qui. È stata dura. Le responsabilità si moltiplicano, ma ce l’ho fatta e di questo sono fiera. Mamma e atleta. Un connubio meraviglioso. Mi sento un’atleta più matura grazie alla maternità e una mamma più felice perché continuo a fare quello che ho sempre amato da piccola, ovvero la scherma. Come alfiere dell’Italia ci tengo a rappresentare proprio noi, mamme e donne. Alle donne e alle mamme non abbandonate ciò che siete. Gianmarco e io sosterremo con onore la bandiera ma già so che saremo tutti insieme a rappresentare l’Italia. Italiani, il sogno olimpico non è solo degli sportivi ma di un Paese intero. Sosteneteci. Amici delle paralimpiadi e olimpiadi, noi siamo tutti bambini che ce l’hanno fatta. Andiamo a Parigi da italiani orgogliosi per riconcorrere i nostri sogni".

Le parole di Ambra Sabatini

"Buongiorno. Ma che sia davvero un giorno buono, un momento di comunione tra tutti noi. Quando ho ricevuto la notizia di essere una dei portabandiera, ho sentito tante cose diverse. Tutte insieme. C’era l’emozione, quel brivido improvviso che ti attraversa la schiena quando capisci che sarai tu a . un simbolo che è un manufatto storico in costante evoluzione. Dall’altro c’è la convinzione che mi ha dato la forza e mi ha permesso di sognare in grande. Sempre. nello sport e nella vita. Da piccola e da grande. Sulla pista e fuori. Prima e dopo l’incidente. Sono qui con grande orgoglio ed emozione per ricevere la bandiera che porterò alle Paralimpiadi e prima di tutto voglio ringraziare di aver pensato a me. Come tutti le azzurre e gli azzurri, darò tutto per essere all'altezza. Approfitto di questa solenne occasione anche per lanciare un messaggio, dicendo che lo sport e il solo luogo al mondo dove volontà ed emozione vanno di pari passo e sono protagonisti insieme. Forse questo giorno è solo un grande sogno o il risultato consapevole di ciò che faccio tutti i giorni. Andremo a Parigi senza smettere mai di sentirci i fratelli e le sorelle d’Italia".

Le parole di Luca Mazzone

"Dopo quasi un quarto di secolo di competizione lo sport continua a darmi emozioni. Non avrei mai pensato di provare questa grandissima emozione come alfiere al Quirinale. È un segno che lo sport sia presenti sia nei fatti che nelle righe della Costituzione. Lo sport che è una grande risorsa per il nostro Paese. Lo sport che può rappresentare anche un’occasione di riscatto come accaduto a molti atleti paralimpici qui presenti. Sono particolarmente orgoglioso di rappresentare questa meravigliosa squadra. Nella mia vita sportiva ho avuto il privilegio di praticare due discipline sportive: nuoto e ciclismo. A Parigi avrò l’onore di vivere la mia sesta paralimpiade. Ringrazio il movimento paralimpico. Un movimento che ha contribuito al cambiamento culturale del nostro Paese. Ad alimentare quella rivoluzione silenziosa ma incessante, che ha contribuito a far cambiare la percezione della disabilità. Dopo anni di preparazione, sudore e fatica è arrivato il nostro momento. Il sogno continua. Ai Giochi non basta partecipare. Noi vogliamo vincere. E ci aspettiamo un tifo scatenato. Ognuno farà la sua parte, perché non ci spaventano le imprese. Speriamo di tornare qui al Quirinale con un pullman pieno di medagliati". 

Le parole del presidente della Repubblica Mattarella 

"Ringrazio i presidenti Malagò e Pancalli e gli alfieri. Questo è il terzo incontro in preparazione delle olimpiadi e delle paralimpiadi. Ma questa cerimonia non è mai ripetitiva, è sempre totalmente nuova. Perché nuovi sono anche gli eventi. E questo è un motivo di grande apprezzamento. È un’occasione per sottolineare quanto è stato detto. Vorrei dire ad Arianna che desidero farle i complimenti per questa capacità eccellente di far fronte a due impegni diversi: quelli di mamma e campionessa. È una dimostrazione straordinaria, complimenti. Vorrei dire invece a Gianmarco Tamberi che più ci penso alla serata dell’altro ieri più nutro il dubbio che lui abbia voluto mettere in campo una sorta di thrilling, quei due salti nulli per poi andare con tranquillità a 2.37m. A Luca Mazzone vorrei dire che lo consideriamo un emblema di come si riescano a mettere insieme aspetti apparentemente distanti, nuoto e ciclismo, e partecipare a 6 paralimpiadi. Ad Ambra vorrei dire che la prima volta che l’ho incontrata ho potuto definirla come l’atleta dell’entusiasmo. E poi arriva Tokyo con quel podio tutto azzurro. Oro, argento e bronzo. Sabatini, Caironi, Contraffatto. Rimarrete sempre le tre ragazze di quel trionfo.

 

Atleti e atlete, vi seguiremo. Offrirete una quantità di prestazioni e risultati, ma ce n’è uno ulteriore che merita una menzione speciale. Il fatto che tanti ragazzi e ragazze saranno sollecitati a dedicarsi alla pratica sportiva. E questo è un risultato affascinante. Oltre al talento a permettere questi successi c’è la passione, i sacrifici, l’allenamento costante, faticoso, impegnativo. Ringraziamo staff, tecnici, allenatori, fisioterapisti, medici perché consentono con il loro impegno di poter sviluppare oltre il talento di esprimere la passione che nutrite. Sono certo di una cosa, che impiegherete tutto il vostro impegno nella solidarietà tra di voi. Nella lealtà sportiva. Nel rispetto verso gli avversari. Questa sarà la vostra e la nostra prima vittoria. Il comportamento che terrete sarà quello che renderà orgogliosa l’Italia. Manderete anche un altro messaggio. L’assemblea delle Nazioni Unite ha chiesto una tregua olimpica, come si faceva in Grecia. Non so se avverrà perché si scontra con l’ottusità di chi scatena guerre. Il messaggio che lancerete è un messaggio di convivenza, collaborazione. E questo è altrettanto importante".

Le parole del presidente del CONI Giovanni Malagò

"Signor Presidente buongiorno e grazie ancora una volta per accoglierci la terza volta in un mese qui nella casa degli italiani. E grazie anche per averci regalato la sua presenza in due meravigliose serate che le ragazze e i ragazzi dell’atletica hanno onorato come non mai nello stadio olimpico. Ancora una volta è un attestato della sua sensibilità e della sua competenza. Siamo multidisciplinari. Per qualcuno questo modello è una debolezza. E infatti qualche Paese l’ha abbandonato. Io invece ho sempre sostenuto il contrario. Ed è diventata la nostra forza. Perché debolezza? Perché bisogna crederci e investire. Ma se i risultati vengono sostenuti da politiche sane e giuste ti portano a ottenere cose che sembravano inimmaginabili dietro. È un modello unico.

 

Andiamo a Parigi perché non solo possiamo, ma vogliamo battere il record di Tokyo. Ci siamo messi nella condizione di essere ottimisti. E tutto parte da qui, da lei Presidente e dal Quirinale. Non sa quanto tutti noi viviamo con orgoglio questa vicinanza. Sapere che sarà il 26 luglio alla Cerimonia d’apertura è motivo d’orgoglio. Vedrà che ancora una volta sapremo darle delle soddisfazioni. Oggi celebriamo tutta la squadra e due campioni olimpici. Arianna è la dimostrazione di tutto quello che ogni atleta donna vorrebbe fare e vorrebbe essere. A distanza di 15 mesi dalla maternità tornare in pedana e riconfermarsi.  Gianmarco Tamberi, una medaglia d’oro che nei 3 anni successivi ha dimostrato di essere non solo il migliore al mondo, ma anche il capitano di questa squadra. La medaglia più bella sarà sicuramente la sua presenza e il suo affetto. Eccellenza e orgoglio del nostro Paese e della nostra amata Italia". 

Le parole del presidente del CIP Luca Pancalli

"La prima cosa che mi viene da dire è bastano queste immagini per lasciare la sintesi alle emozioni dello sport italiano. Ci troviamo a 3 anni dai successi di Tokyo per celebrare un momento importante attraverso il quale si avvia ufficialmente il viaggio a Parigi. Ambra ha già fatto parlare molto di sé e rappresenta una stella nel nuovo firmamento del movimento paralimpico. Luca, alla sua sesta paralimpiade, è un grande esempio di sacrificio e determinazione. Abbiamo voluto rappresentare il futuro, il presente e la storia del mondo paralimpico italiano. Dove l’uno non può esistere senza l’altro. Proiettandosi verso il futuro. Per celebrare il valore delle differenze e della diversità. Grazie allo sport diversità come ricchezza. Spero sempre che la politica sportiva come momento di armonia, dialogo, confronto, possa aiutare a superare gli ostacoli. Un risultato l’abbiamo già raggiunto: sarà la più grande delegazione di tutti i tempi. Questa è Storia. Il numero di atlete è superiore al numero di atleti e saremo presenti in 17 delle 22 discipline.

 

 A nome di tutte le atlete e gli atleti penso di esprimere i sentimenti che proviamo tutti: orgoglio e privilegio di vestire la maglia azzurra. Non mancherà determinazione e passione. Andremo a Parigi con il claim “Physique du rôle”, prestito linguistico dal francese che serve a indicare colui che ha l’aspetto fisico compatibile per ricoprire un certo incarico. Noi partiamo da questo in maniera provocatoria. Il Physique du rôle dovrebbe essere concesso a tutti. Anni fa nessuno avrebbe ritenuto che qualsiasi di questi avrebbe avuto il Physique du rôle di un atleta. Oggi sfido chiunque a dire il contrario. È l’immagine di un Paese che cambia grazie allo sport. Dobbiamo imparare a volare in alto come Gianmarco. Quando torneremo da Parigi il bagaglio sarà pieno di emozioni perché queste hanno una longevità nel ricordo dell’essere umano superiore agli accadimenti e ai fatti. Grazie presidente per la vicinanza in questa gentile rivoluzione culturale che stiamo portando avanti. I nostri atleti e le nostre atlete andranno a Parigi non per fare volume ma per scrivere un’altra eccezionale pagina della storia dello sport italiano".

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