Il presidente Binaghi: "Non vengono pagati neanche Corrado Barazzutti, Nicola Pietrangeli e Sergio Palmi". Ma i sindacati ribattono: "Ci riserviamo di valutare la legittimità della decisione assunta"
Federtennis contro i sindacati sulle decisioni prese in seguito all'emergenza coronavirus (IL LIVEBLOG - LO SPECIALE - LA SITUAZIONE IN ITALIA IN MAPPE E GRAFICI). "La Federazione italiana tennis mette in cassa integrazione i lavoratori pur essendo destinataria di milioni di euro pubblici" scrivono Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa e Cisal Fialp in una nota, spiegando che "si è conclusa ieri sera la riunione in videoconferenza tra il management della Fit e le rappresentanze sindacali nazionali del personale dipendente". I sindacati poi hanno sottolineato come "per la prima volta nella storia del movimento sportivo nazionale italiano, in una condizione di assoluta e drammatica emergenza sociale, una federazione sportiva decide 'motu proprio' di porre in cassa integrazione tutti i propri dipendenti, senza tenere in alcun conto le pur rilevanti argomentazioni opposte dalle organizzazioni sindacali nel corso della discussione".
La risposta della Federtennis
"Quello della Federtennis oggi è un bilancio di guerra: abbiamo sospeso tutti i contratti, dal più grande ai più piccoli. Non vengono pagati neanche Corrado Barazzutti, Nicola Pietrangeli e Sergio Palmieri". Il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, al telefono con l'Ansa ha risposto così allo stato d'agitazione proclamato dai sindacati per la Cig annunciata per i suoi dipendenti. "Siamo la federazione che più di tutte si autofinanzia, la percentuale è dell'87% - aggiunge Binaghi - Perciò siamo quella che più soffre. Senza gli Internazionali e le altre entrate, abbiamo bloccato tutto".
I sindacati: "110 persone in cassa integrazione"
"La Federazione italiana tennis mette in cassa integrazione i lavoratori pur essendo destinataria di milioni di euro pubblici". Le organizzazioni sindacali "hanno tutte manifestato forte contrarieta'" alla cig per, fanno sapere, "circa 110 dipendenti". Ecco che, "nel dichiarare lo stato di agitazione nazionale di tutto il personale dipendente da Coni, Sport e salute e tutte le 52 Federazioni sportive nazionali, Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa e Cisal Fialp si riservano di valutare la legittimità della decisione assunta e, contestualmente, di avviare tutte le iniziative di lotta ritenute necessarie a contrastare la scelta assunta".