X Factor 2019: l'intervista al terzo classificato, La Sierra

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Massimo Vallorani

Dopo essere arrivati al terzo posto nella finale di X Factor 13, abbiamo incontrato i duo romano de La Sierra. Ecco cosa ci hanno raccontato

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Non ce l’hanno fatta a vincere questa 13edizione di X Factor 2019 ma si può senz’altro dire che per La Sierra, arriavre  terzi, dopo i Booda e la vincitrice Sofia Tornabene, deve considerarsi, comunque, una parziale vittoria Come hanno spesso ripetuto “vincere o no non era il vero traguardo, l’obiettivo era trovare un posto nel mercato”.  

Entrambi 26 anni, Giacomo e Massimo, romani hanno anche ammesso di aver dovuto accettare dei compromessi ma considerano l’esperienza di X Factor un tappeto elastico da cui decollare.
E, in effetti dopo averli visti all’opera nel lunghissimo viaggio di X Factor 13, le prerogative ci sono tutte. Perché il duo ha dimostrato, senza ombra di dubbio, di avere un grande talento musicale. Cosa rara e non da poco in questo momento musicale.

Giacomo e Massimo come vi sentite, adesso che questa esperienza di X Factor è terminata?

Abbastanza provati Infatti, non tutti sanno che partecipare a X Factor è molto stancante dal punto di vista mentale e fisico. Non si tratta di salire sul palco e cantare ma bisogna adattarsi ai ritmi televisivi. Ci sono un mucchio di cose da fare prima durante e dopo le performance. Ma questo è trascurabile rispetto a quello di può darti uno spettacolo come X Factor.

Quindi adesso vi riposate.

Per niente. Anzi il bello arriva ora. Siamo intenzionati a sfornare subito un paio di singoli. Bisogna battere il ferro finché è caldo. E così che si dice, no?

In altre interviste avete coniano per la vostra musica il termine Trapautori. Cosa significa?

In realtà abbiamo parlato di autotrap per definire una trap d’autore anche nei testi. Una sottile differenza rispetto alla musica trap che va per la maggiore adesso. Sia ben inteso che questa musica è il nostro punto di riferimento e di certo non ci sentiamo superiori. Vogliamo, però aggiungerci qualcosa di più autoriale. Meno concetti materialisti e vedute più ampie e interiori.

Quando avete capito che la musica poteva essere un terreno fertile per voi?

Fin da quando eravamo piccoli. I nostri rispettivi genitori ci hanno regalato la passione per i grandi cantautori. Come Dalla, De Andrè, Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Pierangelo Bertoli. Questo cantanti ci hanno lasciato una luce dentro che cerchiamo di immettere nella musica trap attuale. 

I consigli del vostro giudice Samuel quanto vi sono serviti?

Moltissimo, insieme, naturalmente, a tutti a quello che hanno lavorato con noi. Abbiamo, per esempio capito come si deve stare sul palco. In apparenza sembra facile ma non è affatto.

Rifareste un altro talent musicale?

Uno show come X Factor ti riempie e ti cambia la vita. L’importante è essere consapevoli che le luci dello spettacolo possono anche spegnersi per sempre se non lavori duro. Se non hai la giusta determinazione tutto questo può svanire. Noi cercheremo di realizzare, nel nostro piccolo, i nostri sogni mettendocela davvero tutta.

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