Vito e Samuele dicono addio a MasterChef, la gara continua per Giuseppe, Gilberto, Gloria, Virginia, Anna, Alessandro, Federico, Guido, Salvatore, Loretta, Giovanni, Verando e Valeria. In attesa del prossimo appuntamento giovedì alle 21.15 Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 311 o 11, leggi l’intervista ai concorrenti uscenti.
Nel corso della sesta puntata, cadono entrambi, Vito, il gommista-chef dal cuore grande e Samuele, il macellaio-pugile di San Marino appassionato, oltre che di cucina, di musica rock, jazz e blues. Vito suo malgrado non supera l’Invention Test: la sua "scaloppa di foie gras" non convince la giuria, le cotture sono sbagliate, così come rimarcato da Cannavacciulo. L’aspirante chef di Castellana Grotte si classifica tra i tre peggiori insieme a Verando e Giuseppe che però si salvano e restano in gara. Il cinquantunenne pugliese lascia le cucine di MasterChef 8 tra gli applausi e le lacrime dei compagni, in particolare di Anna visibilmente provata.
Il giovane Samuele invece supera con successo l’Invention Test, il suo "bis di antipasti" con capesante, foie gras e salsa al porto, lo porta avanti. Fino alla prova esterna in cui purtroppo la sua brigata blu perde e si ritrova ad affrontare il Pressure Test che vede, nella prima fase una sfida a coppie. Samuele inciampa sul "risotto al ragù" che per Giorgio Locatelli manca di sale e perplime Barbieri. Addio MasterChef, la gara continua per Giuseppe, Gilberto, Gloria, Virginia, Anna, Alessandro, Federico, Guido, Salvatore, Loretta, Giovanni, Verando e Valeria. In attesa del prossimo appuntamento giovedì alle 21.15 con un doppio episodio su Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 311 o 11, leggi l’intervista ai concorrenti uscenti.
Chi secondo voi vincerà MasterChef 8 e per chi fate il tifo.
Vito: Per me a vincere sarà vince Guido, io però faccio il tifo per Valeria e per Gloria.
Samuele: Salvatore in entrambi i casi, è il favorito per le sue capacità. L’unico che lo spalleggia è Loretta.
C’è qualcuno che è sopravalutato?
Samuele: Gilberto, anche per le arie che si dà.
Vito: Nessuno secondo me.
Chi è il più collaborativo e incline a fare gioco di squadra?
Samuele: beh eravamo fondamentale in due: io e Gerry, le altre persone sono tutte molto brave ma faticano a fare gruppo. Adesso che non ci siamo più noi, si vedrà.
Vito: In brigata secondo me lavorano meglio Verando, Samuele e Federico.
Cos’avete imparato da questa esperienza?
Samuele: Mi sono portato a casa una maggiore consapevolezza delle mie capacità, inoltre ho conosciuto persone con cui ho stretto amicizie che vanno al di là del programma.
Vito: Mi ha insegnato che la cucina è molto vasta, bisogna studiare, essere determinati e capire bene tutto. La cosa più importante per me è aver fatto amicizie all’interno che porterò avanti.
Samuele: Come è stato gestire lo stress?
Io mi sono focalizzato sulle cose che dovevo fare, in questo mi ha aiutato lo sport, ho fatto pugilato a livello agonistico e ciò che ho imparato a mie spese è che se ti fai prendere dall’ansia non succede niente. Il mio primo incontro di boxe è andato così, mi ha preso il panico e le ho prese. La seconda volta in cui mi è capitato di “impanicarmi” è stato ieri davanti il risotto.
Vito: Ho un carattere particolare, la cucina per me non deve essere uno stress, ma un piacere. Non sono stato in grado di carburare bene e sentirmi a mio agio, lo stress mi ha penalizzato, è andata così, ma sono comunque felicissimo.
Com’è stato partecipare a MasterChef in prima persona?
Samuele: Fa un effetto davvero molto strano, un conto e seguirlo da casa comodamente sul divano, un conto essere lì e dover gestire tutto.
Vito: Ancora devo mettere a fuoco, non sono sicuro di essere stato io o forse il mio sosia a vivere questa avventura. Lo scoprirò rientrando a casa.
Il ricordo più bello?
Samuele: Quando abbiamo lavorato nell’esterna per gli ospiti della Quinceañera, abbiamo lavorato tutti benissimo e il clima in brigata era davvero bello.
Vito: Per me il primo giorno che siamo entrati nella Masterclass e durante l’esterna a Pisa, lì ho fatto il militare e tornare nella mia caserma dopo trent’anni è stata un’emozione unica, ancora adesso mi fa effetto.
Un sogno da realizzare?
Samuele: Aprire un agriturismo, sono anche un perito agrario e magari riesco ad unire queste mie due passioni.
Vito: Fondare un’associazione culturale in cui poter offrire dei corsi di cucina, invitando non solo chef famosi, ma professionisti di altri campi: pizzaioli, pasticceri, gelatai. Uno quando sogna forse non dorme, perché mentre sogna realmente sta girando con il suo cervello la pura realtà.