MasterChef, eliminato Samuele: "La cucina è il mio futuro". L'intervista

Dopo aver superato uno degli scogli più temuti da tutte le Masterclass della storia di MasterChef Italia, la prova di pasticceria al cospetto del Maestro dei Maestri Iginio Massari, Samuele e Alessia, si ritrovano inaspettatamente fuori dai giochi, al termine di una puntata che resterà per sempre nei loro cuori. E’ stato bello sognare. Varcata Ia soglia di Villa Crespi, tempio della ristorazione mondiale nel suggestivo scenario del Lago d’Orta in provincia di Novara, tutto è sembrato possibile. Eliminazione esclusa, che però arriva a sorpresa, dopo una gara serrata, tra prove complesse e test infuocati. E’ il boccone più amaro da digerire. Nell’edizione del “tutto può succedere”, i giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli continuano a sparigliare le carte in tavola, nessuna certezza per i cuochi amatoriali, e a questo punto della sfida, men che meno. Il primo a togliersi il grembiule, senza nascondere le lacrime, è Samuele, il più giovane dei concorrenti. Non è bastato l'anno di preparazione che lo ha portato a superare le selezioni, né l'impegno e il talento, la visione e i complimenti ricevuti dai giudici nel corso del programma. Lasciare per sempre la cucina di MasterChef non è mai semplice, ma aver provato l’emozione di cucinare in veste di capitano per i quindici componenti della brigata stellata di Antonino, supera ogni aspettativa. Il giovane disoccupato di Desenzano Del Garda esce sostenuto dall’abbraccio dei giudici, gli applausi dei compagni in balconata e una nuova consapevolezza che lo porterà lontano. “Bravo, Samu”, ora non resta che “prenderti il futuro che cerchi e che meriti”, parola di Bruno Barbieri. Cosa ti porti a casa di MasterChef? Sono contento dell'esperienza unica che ho fatto, ho sentito i miei genitori e sono felice che oggi loro siano orgogliosi di me. Sono stato me stesso e ho imparato tantissimo da MasterChef. Sono passato dal non sapere quale sarebbe stato il mio futuro ad avere la consapevolezza di voler fare questo nella vita. C'è stato un momento in cui hai pensato di non farcela? Non c'è mai stato un momento in cui ho creduto di non farcela, ho sempre lottato, non mi sono mai arreso. Forse la cosa più difficile è stata fare il capitano a Villa Crespi, c’era una brigata complicata da gestire, io ero il più piccolo e dovevo farmi sentire. Non è stato facile. Quale piatto ti rappresenta meglio? Quello con cui mi sono presentato ai Live Cooking davanti ai giudici, La triglia da giù, un pesce che è anche un signature dish di Cannavacciuolo. E' il piatto con cui ho cercato di parlare di me, di raccontare la mia storia…Mi ci potrei specchiare. Io vengo da Desenzano ma i miei genitori sono pugliesi e io mi sento del Sud. Ho studiato e aspettato un anno per avere la possibilità di mostrare la mia cucina. Se MasterChef fosse una canzone, che canzone sarebbe e perché? Sicuramente Il mio canto libero di Lucio Battisti, mentre ero dentro lo ascoltavo tutti i giorni in cuffia, con la musica mi capita sempre di associare un brano a un periodo della mia vita, in realtà non lo scelgo con intenzione, mi capita di sentirlo per più volte di fila e alla fine mi entra in testa. Il testo rappresenta la libertà, il mio sentirmi libero in cucina. Cosa vedi concretamente nel tuo futuro? Sono sincero, la cucina è il mio futuro ma non mi piace mai mettere troppo avanti le mani, preferisco ricevere una sorpresa, comunque quello che so per certo è che farò tanta gavetta in cucina, MasterChef mi ha dato molta consapevolezza, mi ha fatto realizzare che a vent'anni sogno realmente di diventare uno chef, ho abbastanza grinta e altrettanta voglia. E l'ho capito grazie a MasterChef. Chi vorresti sul podio? Intanto mi ci sarei messo io sul podio e lo dico tranquillamente. Tra i miei compagni, a livello di cucinata ho sempre percepito Anna quella più simile a me, credo che lei e Claudio siano molto molto forti. Vedo loro due in finale, e io idealmente come terzo.

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