4 Ristoranti, Chef Borghese e i migliori ristoranti della Basilicata

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Il van di Alessandro Borghese si trasferisce in Lucania, quale sarà il miglior ristorante della via dei sapori della Basilicata? L'appuntamento è tutti i martedì alle 21.15 su Sky Uno e sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW TV

Il viaggio itinerante di chef Alessandro Borghese sbarca in Lucania per la quinta tappa e torna su Sky e NOW TV con un nuovo episodio (VAI ALLO SPECIALE) la produzione originale Sky realizzata da Banijay Italia. Questa settimana, lo chef è alla ricerca del miglior ristorante della via dei sapori della Basilicata. In Basilicata, infatti, passa una via che nell’antichità univa la Lucania al centro dell’Impero, Roma. È la via Herculea, conosciuta come la via dei sapori, perché lungo questo antico percorso commerciale e gastronomico transitavano meravigliosi ingredienti fino al tavolo degli imperatori. Quindi se Diocleziano ha mangiato il maialino nero lucano e se, ancora oggi, i milanesi vanno pazzi per la Lucanica il merito è della via dei sapori. Ma cosa si cucina oggi lungo questa via? Quali piatti si realizzano in Basilicata con il fagiolo di Pignola, il caciocavallo podolico e l’olio del Vulture, che da secoli passano lungo questa via?

I RISTORANTI DELLA PUNTATA

 

LA TAVERNA ORAZIANA (Potenza): Michele (57 anni) è il massimo esperto della storia della via Herculea e dei sapori lucani, la sua passione. Lavora coi suoi due fratelli e si occupa dell’accoglienza, raccontando ai clienti l’origine degli ingredienti, l’antica Lucania e i suoi sapori esportati al nord. La cucina della Taverna Oraziana è rigorosamente tradizionale, con piatti antichi come la D’dacciata di maiale alla sartascina e percorsi gustativi fondati sui salumi e sui formaggi podolici. La taverna, che si trova in pieno centro, ha il classico stile del ristorante di una volta. Ha l’allure del locale storico con un’ampia sala a vista tutta in pietra, divisa in due da archi e con un camino al centro.

 

LE FOLLIE DELLO CHEF (Potenza): Paola (43 anni), la titolare, è folle d’amore per la cucina dello chef Giuseppe, suo marito, ed è pronta a tutto pur di difendere il genio e la follia ai fornelli del consorte. Paola, che nasce come geologa e cresce da ristoratrice, si occupa dell’accoglienza e guida il cliente alla scoperta delle creazioni del marito. La cucina è legata ai sapori del territorio, ma stravolta dalla follia dello chef: il peperone crusco viene servito su un cristal bread, pane trasparente croccante, il baccalà usato per il sushi toscano, la lucanica sbriciolata su una crema di zucca. Il locale ha due sale e uno stile un po’ retrò, da taverna familiare, con tovagliolo rosso e innesti di pietra alle pareti. Di fronte al locale ci sono i resti di un antico ponte romano della via Herculea.

 

RISTORANTE PIZZERIA D’AVALOS (Venosa): Antonio (49 anni) ha deciso di intitolare il suo ristorante, che si trova a due passi dal Castello di Venosa, la città di Orazio, a Maria D’Avalos,  uccisa per mano del marito, il conte Gesualdo. La cucina è tradizionale e rivisitata negli impiattamenti per renderla attuale e ricca di sapori. Nel menu, oltre al maialino nero, la lucanica, il pecorino, il caciocavallo, la cicerchia e i ceci, è presente anche il pesce, spesso abbinato a prodotti del territorio, come il cavatello con vongole e cime di rapa. Il ristorante è elegante e curato con tre sale, una veranda, una al piano terra e una molto ampia al primo piano. La mise en place è raffinata.

 

AGRITURISMO IL RICCIO (Monticchio Laghi): Antonio (35 anni) ha aperto il suo agriturismo sulle pendici del Vulture, tra colline e boschi. Si occupa della sala, ma sovrintende anche alla cucina, che rivisita la tradizione lucana. Il menu è impreziosito da ingredienti tipici della via Herculea, come il peperone crusco, le melanzane di Rotondella, il baccalà, che vengono proposti non come erano un tempo, ma come potrebbero essere, in tortini per esempio. Fiore all’occhiello di Antonio è il tartufo: i ravioli di ricotta di pecora, infatti, non sono al pomodoro, ma al tartufo. La location interna si presenta curata, giovane e fresca, con pareti decorate da artisti e dalle foto naturalistiche scattate dallo stesso Antonio. 

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