L'Inferno di Biggio e Mandelli a E poi c'è Cattelan

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Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli presentano a E poi c'è Cattelan il loro nuovo film La solita commedia - Inferno: l'appuntamento con loro, nel late show di Alessandro Cattelan, è su Sky Uno giovedì 19 marzo alle ore 22.45

La Divina Commedia di Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio sbarca a E poi c'è Cattelan. E' vero, oggi abbiamo solo l'inferno ma in futuro magari si ascenderà verso il Paradiso dopo aver oltrepassato il Purgatorio. La loro visione moderna dell'opera del divin poeta, Biggio e Mandelli, la raccontano nel late night show di Sky Uno giovedì 19 marzo alle ore 22.45. Nell'attesa li abbiamo intervistati.

Biggio e Mandelli come nasce La solita commedia - Inferno?

Ovviamente dalle nevrosi italiane. Dopo i Soliti Idioti, ci piaceva l'idea di raccontare inferno.
Con quale visuale?
I peccati e i vizi capitali che si risocntrano nella piccole cose: al bar, al supermercato…e il narratore migliore non poteva che essere Dante.
Sembra quasi blasfemia.
Ci siamo avvicinati all'opera senza la paura di dissacrarla, la Divina Commedia dantesca resta lì e non la tocca nessuno, il nostro è un aggiornamento e ammettiamo che abbiamo iniziato a divertirci a vedere quanta gente commette peccato.
Alessandro Cattelan in che girone infernale lo mettereste?
Fa una vita d’inferno, è la vita da conduttore: lo mettiamo in un girone a parte... quello dei conduttori.
E voi due dove vi ponete?
Fabrizio un pigro, un accidioso, Francesco è un procrastinatore, ritardatario cronico, uno un po' ignavo.
Dopo l'inferno arriveranno gli altri capitoli?
Ci abbiamo pensato ed essendo l’originale di una trilogia, ideuzze per il futuro ne abbiamo. Ma ci penseremo.
Amici sempre?
Certo. Ci vediamo praticamente ogni giorno per lavoro ma poi tendiamo a separarci perché ci sono famiglia e figli, Bianca e Alessandro di 6 e 5 anni per Fabrizio e Giovanna per Francecso arrivata a febbraio.
I vostri progetti dove nascono?
Non c'è un luogo, insieme ci divertiamo, le idee nascono con una birra dopo il set.
Siete avanspettacolo, lo sapete?
La stampa deve sempre trovare etichette, non pensavamo a Cochi e Renato quando ci siamo proposti al Festival di Sanremo. In un attimo si passa a una macchina del fango, ma noi mai abbiam pensato di imitare qualcuno.
C'è qualcuno nel vostro passato che meritebbe l'inferno?
Come in tutte le cose della vita c’è sempre il professore che ti tormenta, poi col senno di poi ne capisci l’importanza delle sue osservazioni. Una volta un dirigente di MTV ci disse di cambiare mestiere, ci ha tormentato a lungo, ma non riusciamo ad avercela con lui.
Che fate a EPCC?
Una intervista molto intima, raccontiamo i nostri inizi insospettabili, poi giochiamo con la sigla di Beverly Hills perché siamo ormai sui quarant'anni. Infine una gara su un go-kart assai anomalo.
Perché E poi c'è Cattelan è cool?
Alessandro Cattelan è molto americano, sa mettersi in gioco e prendersi in giro: così si vince.
Che succederà nella vostra vita nei prossimi mesi?
Oltre a fare i genitori torneremo a teatro. Ma ora facciam la promozione al film e poi ci fermiamo. L’idea è quella che ci fa partire, senza idea ci riposiamo.
Un film da sogno?
Andare nel futuro, ci viene in mente una puntata dei Simpson dove si immaginano fra qualche centianio di anni alla serie numero 348: cosa sarà il cartoon tra 348 anni? E’ geniale questa proiezione nel futuro, ci diverte alzare l’asticella.

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