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Westworld 3, la recensione del quarto episodio, The Mother of Exiles

Serie TV sky atlantic

Linda Avolio

Leggi la recensione del quarto episodio della terza stagione di Westworldin onda ogni lunedì in prima tv per l'Italia su Sky Atlantic. - OVVIAMENTE CI SONO SPOILER PER CHI NON HA ANCORA VISTO L'EPISODIOWestworld 3, la recensione del terzo episodio, The Absence of Field

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Westworld 3, episodio 4: riassunto e recensione

 

ATTENZIONE: PERICOLO SPOILER

PER CHI NON HA ANCORA VISTO L'EPISODIO

 

Benvenuto alla fine del gioco

Nel quarto episodio della terza stagione di Westworld ricompare un altro personaggio storico della serie: William, AKA l’Uomo in Nero. Che, a giudicare da quel che abbiamo visto, dopo essere tornato a casa è andato completamente fuori di testa. Tormentato dalle continue visioni della figlia Emily – uccisa da lui stesso perché convinto che si trattasse di un androide –, William ha passato gli ultimi tre mesi ossessionato da due cose: il senso di colpa e il dubbio di non essere in controllo, cioè di non essere sé stesso e di non essere padrone delle sue scelte e del suo destino.

A farlo uscire dalla sua spirale autodistruttiva è l’arrivo di Charlotte (mandata da Dolores a trovare questo “vecchio amico”), che ha bisogno di lui per evitare che Serac si compri praticamente tutta la Delos. Bisogna fare in modo che ciò non accada, altrimenti il nuovo acquirente potrebbe venire a sapere qualcosa del segretissimo progetto tenutosi nel Settore 16…cioè la Forgia. Casomai qualcuno se lo stesse chiedendo: sì, il misterioso socio mancante del primo episodio era William, e ciò significa che la vera Hale e l’Uomo in Nero sono in combutta da molto tempo.

Dopo essersi dato una ripulita, il personaggio di Ed Harris, ovviamente di nero vestito, è pronto a salire sull’elicottero che lo porterà alla sede principale della sua società, ma, prima di uscire dalla villa che ormai noi spettatori abbiamo visto più volte nel corso della serie, viene intercettato un’altra volta dal fantasma della figlia. Lui le risponde che sì, ha perso il controllo per un po’, ma che ora è nuovamente padrone di sé stesso, e che quella sarà l’ultima volta che si vedranno. Appena fuori, però, scopre di essere stato incastrato da Charlotte, che durante questi mesi l’ha tenuto d’occhio e chel’ha appena sentito parlare da solo.

Per farla breve, Fake Hale fa rinchiudere William in una clinica privata di igiene mentale, facendo passare le sue “quote decisionali” al socio di maggior peso…cioè a sé stessa. Ora andare private ed evitare di essere comprati da Serac sarà più facile. Ma c’è un dettaglio importantissimo: è in questa scena che finalmente ci viene rivelato chi c’è dentro il corpo sintetico di Charlotte: UNA COPIA DI DOLORES!! Prima di lasciar andare l’Uomo in Nero, ormai sedato, verso il suo destino, il personaggio di Tessa Thompson lo punge sul collo: quel sangue e quel materiale genetico le serviranno sicuramente più avanti.

Il viaggio di William, quantomeno per ora, termina dentro una stanza molto minimal della clinica privata di cui sopra. L’ultima beffa: ha una visione di Dolores, che non solo gli dice che, finalmente, giustizia è fatta, ma che gli sussurra all’orecchio “Welcome to the end of the game.” E’ forse questo il gioco che Ford aveva scritto appositamente per lui? Rivedremo il personaggio di Ed Harris? Dal trailer ufficiale della terza stagione sembrerebbe proprio di sì…

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Non c’è bisogno di offendere!

Maeve torna online su ordine di Serac, ed è proprio insieme a lui che è seduta in un lussuoso locale. Come scopriremo a breve, si trovano nella città dove Arnold ha costruito la sua casa, dunque con tutta probabilità in Oriente (forse Hong Kong, o forse una metropoli immaginaria, chi può dirlo). Dunque, Serac riporta Maeve online, e dallo sguardo dell’ex madame del bordello di Sweetwater capiamo che è semplicemente furiosa. Ma da signora qual è, Maeve, dopo essersi guardata attorno, ribatte semplicemente così: “Se volevi impressionarmi, potevi portarmi a Parigi.”

Serac s’incupisce: Parigi non esiste più. In un flashback vediamo il personaggio di Cassel da ragazzino mentre da lontano assiste insieme al fratello alla distruzione della sua città natale, non si capisce se a causa di un attacco nucleare o se a causa di un attacco informatico. Ad ogni modo, ormai la capitale della Francia esiste solo nella sua memoria. La minaccia più grande degli esseri umani sono gli esseri umani stessi, per questo motivo si diede l’obiettivo di fare in modo che certe cose non accadessero mai più. Per questo motivo costruì Rehoboam. Ma per poterlo fare aveva bisogno di capire l’umanità, di fare un ritratto della mente e una mappa del suo funzionamento. Da qui la raccolta dei dati. Eppure la sua mappa è ancora oggi incompleta…ma ce n’è una semplicemente perfetta, assolutamente accurata, piena di dettagli di grande importanza: quella della Delos, realizzata grazie al progetto del Settore 16.

Serac vuole quelle informazioni per rendere ancora più efficiente la sua creatura, ma quelle informazioni le ha Dolores, che dentro la sua mente ha anche la chiave di accesso a quel tesoro digitale. Da qui la decisione di chiamare in gioco Maeve, l’unica in grado di combattere alla pari. Ma per quale motivo il personaggio di Thandie Newton dovrebbe accettare questa proposta? Beh, anzitutto perché una proposta non è: o così, o di nuovo in gabbia. E poi perché, trovando Dolores, troverà anche il luogo dove ora vive (esiste?) sua figlia, con la quale potrà finalmente riunirsi.

Come viene esplicitato nella scena ambientata nella casa di Arnold, per Maeve, a differenza degli esseri umani, il paradiso e l’inferno sono qualcosa di reale, dunque c’è poco da stare a scegliere. Il tizio che poi verrà fatto fuori da Serac in quanto traditore della sua specie è un identity broker, un commerciante di identità. Confessa di aver avuto contatti con Dolores, e poi fa il nome di un’altra ambigua figura a cui la nostra si è rivolta: The Mortician. La “becchina” in questione altro non è che una trafficante di organi, sangue e altro materiale biologico. Anche lei conferma di essere stata in contatto con Dolores (AKA Laura Aspen), ma dice che a occuparsi della richiesta più impegnativa, il contrabbando di corpi, è stato un boss della yakuza, un certo Sato.

Maeve si fa dunque portare nel covo di Sato. Dopo essersi sbarazzata con facilità della maggior parte dei suoi scagnozzi controllando con la mente le loro pistole super tecnologiche, infilza l’ultimo con una katana, andando a bucare uno dei numerosi barili di legno stoccati in quel luogo. Dal barile esce il liquido bianco necessario per la costruzione dei corpi dei suoi simili…

Quando Sato si mostra, la nostra è comprensibilmente stupita: ma quello è Musashi di Samurai World! O forse no. “Chi ha messo dentro di te? Sei tu Teddy?” chiede Maeve, che ormai ha capito. Sul volto del personaggio di Hiroyuki Sanada compaiono stupore, dolore e tristezza. E a quel punto è tutto chiaro: lì dentro c’è UNA COPIA DI DOLORES!! Un’ altra. Il combattimento è inevitabile, e purtroppo il personaggio di Thandie Newton ha la peggio. Trafitta al ventre, si accascia a terra, dove il suo sangue va a mischiarsi al liquido bianco che ormai si sta spargendo ovunque. Sato/Dolores si accinge a “recuperare” la sua unità di controllo, ma non fa in tempo: stanno arrivando gli uomini di Serac. Dal trailer rilasciato da HBO non c’è però dubbio: in uno dei prossimi episodi assisteremo a uno scontro epico, dobbiamo solo avere un po’ di pazienza.

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Facciamo alla vecchia maniera

Ennesima “divergence” a Los Angeles, e ormai sappiamo che dove ci sono deviazioni e anomalie c’è Dolores. La ritroviamo insieme a Caleb in un negozio di abiti su misura assai alla moda e assai costosi. Per confondersi con il nemico c’è bisogno del giusto piumaggio, motivo per cui il personaggio di Aaron Paul si ritrova temporaneamente a indossare un elegante completo scuro e non i suoi soliti giubbetti e bomber di pelle.

I nostri devono infiltrarsi in una sorta di super banca per super ricchi per succhiare ogni centesimo a Liam Dempsey Jr. Mentre il finto fixer Connells si fa dare senza troppe cerimonie la chiave per poter effettuare operazioni bancarie da remoto, Dolores mette al tappeto e ruba un po’ di sangue a un certo Michael che lavora nel sopracitato istituto. Una bella iniezione nel polso di Caleb e via, si passa all’azione. Ma bisogna fare in fretta, perché i biomarcatori entro venti minuti al massimo saranno completamente degradati. Il primo test è letteralmente un test d’ingresso, ma Caleb e Dolores entrano senza problemi. Meglio così, altrimenti (s)terminatrix avrebbe fatto “alla vecchia maniera”, cioè avrebbe ucciso tutti! Nonostante un piccolo intoppo – a quanto pare la sudorazione può causare qualche problema alla macchinetta per le rilevazioni biometriche –, i nostri riescono a prelevare praticamente tutti i soldi della loro vittima.

Nel frattempo Liam è a una sorta di serata di beneficienza in maschera dove i partecipanti comprano le “prestazioni” di “accompagnatori professionisti,” un modo di donare un po’ sui generis, ma si sa, i ricchi sono strani! Dempsey Jr, che è lì in compagnia degli amici visti nel primo episodio, prova ad acquistare le prestazioni di una intrattenitrice regolarmente registrata che somiglia vagamente alla compianta Laura Aspen…ma non riesce a pagare. Scocciato, va alla ricerca di Connells, ma viene intercettato da due individui. Intanto Caleb e Dolores hanno fatto il loro trionfale ingresso nel salone: lui è visibilmente a disagio, lei invece è dressed to kill e prontissima per ciò che l’aspetta.

Poche righe sopra abbiamo scritto che Liam viene intercettato da due persone. Queste due persone sono Bernard e Stubbs. A questo punto facciamo un piccolo passo indietro. Dopo aver lasciato l’isola di Westworld, i due si sono spinti fino a Los Angeles, sulle tracce di Dolores. Nel secondo episodio della terza stagione, Bernard, mentre è collegato alla rete del MESA per l’analisi, ricorda che tra i “libri” letti da Dolores dentro la Forgia c’è quello di Liam Dempsey Jr, cosa che gli fa pensare che il volto della Incite sia stato sostituito con un androide.

Tornando alla serata di beneficienza, il personaggio di Jeffrey Wright prova a “disattivare” Liam con il suo telecomando artigianale, ma ovviamente l’operazione non va a buon fine. Fake Connells, però, da lontano si accorge che c’è qualcosa che non va: bisogna recuperare il signorino prima che Bernard e Stubbs riescano a rapirlo. Il rapimento improvvisato sta però per subire un altro intoppo: ecco avvicinarsi Dolores e un tizio che chiaramente è con lei. Long story short, Bernard scappa con Liam, Caleb corre dietro ai due, e intanto Stubbs e Dolores se le danno di santa ragione. Ma non c’è nulla di personale, meglio metterlo subito in chiaro! Ad avere la meglio è, senza sorpresa, il personaggio di Evan Rachel Wood, che fa volare giù dalla balconata quello di Luke Hemsworth.

La fuga di Bernard e Liam dura poco: i due vengono raggiunti prima da Caleb, e poi dal finto Connells, che dopo aver fatto fuori gli altri uomini della scorta intima a un sempre più sconvolto Dempsey Jr di mettersi a correre, e a Caleb di seguirlo. “Ciao Bernard, ci stavamo chiedendo quando saresti arrivato.” dice Fake Connells, e a quel punto Bernard capisce: è lui l’androide! Ma lo stato reale delle cose è ancora peggiore, perché dentro il corpo sintetico del fixer c’è UNA COPIA DI DOLORES!! La terza!!

Nel mentre, Caleb, ancora ignaro della natura della sua nuova alleata e dei suoi “amici”, ha raggiunto Liam, che prova a convincerlo a lasciarlo andare in cambio di un bel po’ di soldi, ma lui, decisamente divertito, ribatte con un secco “Ho io tutti i tuoi soldi!” Dempsey Jr non capisce: chi diavolo è questo tizio?? “Sono con lei…” sono le poche ma pregnanti parole del personaggio di Aaron Paul, e intanto, da brava villain, ecco materializzarsi Dolores da dietro l’angolo. Il suo sguardo, capace di gelare il sangue, non lascia presagire nulla di buono.

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Westworld, stagione 3, episodio 4: il nostro commento

Torna in scena il personaggio di Ed Harris in questo quarto episodio della terza stagione della serie, e il suo è un ritorno sicuramente gradito. Rimasto ormai completamente solo – “Tutti quelli a cui importava qualcosa di te sono morti, papà…” gli sussurra il fantasma della figlia –, William entra in crisi, e non solo per il fatto di aver ucciso il sangue del suo sangue, ma anche, soprattutto, perché ha il terrore di non essere sé stesso, cioè di essere stato sostituito dalla sua versione sintetica.

A noi sembra piuttosto evidente che l’Uomo in Nero è assolutamente umano, cosa che, automaticamente, lo rende completamente responsabile delle proprie scelte e delle proprie azioni. L’ironia risiede proprio in questo: William non è un androide, William è sempre stato padrone delle proprie decisioni, ma, allo stesso tempo, la sua punizione sarà essere trattato da qui in avanti come un individuo incapace di intendere e di volere. E c’è un motivo per cui la Dolores della sua ultima visione invece di rispondere alla sua domanda (“Am I me?”, sono me stesso) lo lascia con un secco “Benvenuto alla fine del gioco.”: quella Dolores è frutto della sua mente, e William, in qualche angolo remoto di sé stesso, sa bene di non meritare alcun perdono, motivo per cui si auto-condanna a vivere il resto dei suoi giorni nel dubbio.

In realtà c’è un’altra possibilità: che le visioni di William siano causate dal suo impianto, controllato da remoto proprio dal personaggio di Evan Rachel Wood. In tal caso la chiusura dell’arco narrativo dell’Uomo in Nero perderebbe un po’ di forza, ma permetterebbe alla Dolores vendicatrice di colpire dove fa più male e di fare finalmente giustizia. Per adesso propendiamo per la prima opzione, ma ricordiamoci che con Westworld è difficile fare previsioni. Anche perché, andando a riguardare bene il trailer ufficiale rilasciato da HBO, sembra certo che il personaggio di Ed Harris tornerà in scena nella seconda metà di questa stagione…

Viene finalmente svelato il mistero dei misteri, cioè chi si nasconde dentro il corpo della finta Charlotte. Si tratta di Dolores, che, nel dubbio, ha fatto delle copie di sé stessa e ha piazzato una di queste copie dentro Fake Hale. Altre due sono state invece sistemate una dentro il corpo di Fake Connells, e l’altra dentro il corpo di Fake Sato/Fake Musashi (che serve per assicurare il contrabbando di corpi e altro materiale utile alla costruzione dei corpi degli androidi, a quanto pare). Resta però un’ultima unità di controllo: dentro chi è stata o verrà inserita? Ad ogni modo, ora quel “You belong to me. Don’t hurt yourself ever again.” (Tu appartieni a me. Non farti mai più del male.) di Dolores rivolto a Charlotte nel terzo episodio è finalmente chiaro.

Su quanto è stupenda Maeve non c’è molto da aggiungere. Su quanto è “pissed off” per il fatto di essere in mano a Serac invece ci sarebbero da scrivere parecchie cose. Il punto centrale però è sostanzialmente uno: veramente il personaggio di Thandie Newton si contrapporrà a quello di Evan Rachel Wood? Non converrebbe forse un’alleanza? Alla fin fine, Dolores potrebbe essere talmente potente da essere in grado di “ripulire” il codice di Maeve e liberarla dal controllo di Serac, addirittura potrebbe mandarla nell’Oltre Valle e permetterle di ricongiungersi con sua figlia, dunque non possiamo escludere questo possibile twist della trama.

Serac che dice che Parigi ormai esiste solo nella sua mente è un evidente riferimento al flashback (chiaramente indicato con la presenza delle bande nere nella parte alta e nella parte bassa dell’inquadratura) in cui Bernard si sta risvegliando dopo essere stato ricreato da Dolores, che non a casa gli dice “You live only as long as the last person who remembers you.” (Si vive tanto a lungo quanto l’ultima persona che si ricorda di noi), frase già sentita nella seconda stagione.

Alcune considerazioni sparse

Strano ma neanche troppo il fatto che, nel presente narrativo di Westworld, cioè in un futuro possibile, il mondo faccia così tanto affidamento sulla biologia e sui sistemi di riconoscimento biometrici. A pensarci bene, è vero che anche quelli sono hackerabili, ma comunque meno di pin, puk, token, e quant’altro.

Chi fa da sé fa per tre…o per quattro, o magari anche per cinque. Vero Dolores?

Non mancano anche in questo episodio le battute a effetto. Si va dal “Vedo che stai passando nella maniera più produttiva il tuo periodo sabbatico!” di Fake Charlotte diretto a un William completamente fuori asse, al “Non c’è bisogno di offendere!” di Maeve quando The Mortician le chiede se sia una poliziotta. Bellissima anche la descrizione che il personaggio di Thandie Newton fa di quello di Evan Rachel Wood: difficile da dimenticare, capelli biondi come l’oro…e un pochino (UN POCHINO!!) intensa. Da citare anche Stubbs che dice a Bernard “Grazie per avermi portato in questo schifo di posto, mi fa pensare con affetto alla simulazione mortale in cui vivevo prima!”

Perla di saggezza da Dolores in arrivo: i ricchi danno per scontato che i loro soldi ci saranno sempre, per quello è facile derubarli. Diciamo che allora la maggior parte di noi può stare tranquilla, visto che noi comuni mortali il conto corrente lo controlliamo, nel bene e nel male, molto spesso!

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