Non solo Vinyl: New York anni ‘70, roba da cinema
Serie TVVinyl, in onda ogni lunedì alle 3.00 in versione originale sottotitolata e alle 21.10 in versione doppiata, farà rivivere la Grande Mela in uno dei periodi più creativi e contraddittori della sua storia. La serie si inserisce in una lunga scia di pellicole che ci hanno portato in quell’atmosfera vitale, nevrotica e creativa
Stretti tra l'idealismo degli anni '60 e l'edonismo “yuppie” degli '80, non sempre gli anni '70 godono di buona fama. Soprattutto quando si tratta di New York, che dal punto di vista dei servizi e della sicurezza non visse in quel periodo la sua stagione migliore. Ma come racconterà anche Vinyl, la serie in onda su Sky Atlantic ogni lunedì, la Grande Mela era allora anche una culla in fermento nella quale sarebbero nate spinte musicali, artistiche e culturali che avrebbero influenzato i decenni successivi. Insomma, degrado, vitalità e creatività andavano a braccetto come hanno raccontato decine di film, alcuni dei quali autentici capolavori. Vediamone alcuni.
Film d'epoca - Per capire che la New York negli anni '70 era una città piena di contraddizioni basta dare un'occhiata ad alcuni dei film più celebri realizzati allora, opere che spesso hanno segnato l'inizio di carriere gloriose. Come quella di Martin Scorsese che ha scelto proprio la Grande Mela per ambientare nel 1973 Mean Streets, lavoro fortemente autobiografico che ci porta nella Little Italy dell'epoca.
Il grande regista, che è anche produttore di Vinyl, ha diretto vere e proprie elegie della città della statua della Libertà anche quando i contorni della metropoli erano tutt'altro che rassicuranti, soprattutto se visti attraverso gli occhi di Robert De Niro in Taxi Driver.
E se Scorsese, almeno nella prima parte della sua carriera, ha cercato ispirazione nella metropoli notturna, in cui coglieva le inquietudini di un Paese ancora scosso dall'esperienza della guerra nel Vietnam e della rottura con il passato operata negli anni '60, la New York “seventies” di Woody Allen è sofisticata, intellettuale e nevrotica come i personaggi di Io e Annie e di Manhattan.
Corruzione e disco music - Il cinema degli anni '70 sembra spesso mettere in luce il lato più cupo e ambiguo di New York. Basti pensare alla parabola di Serpico, il poliziotto interpretato da Al Pacino che si ritrova a combattere criminali ma anche colleghi corrotti o conniventi in una sorta di battaglia con il mondo che finirà per logorarlo fuori e dentro.
In questa New York neanche la musica e il divertimento rappresentano una via di uscita solida, come dimostra la traiettoria di John Travolta ne La febbre del sabato sera, che racconta la frenesie della disco music “proletaria”, lontana dai templi più ricchi dello sballo di Manhattan come il mitico, ma esclusivo Studio 54.
Proprio lo Studio 54, il locale più “in” dell'epoca, dà il titolo ad un film del 1998 interpretato da Ryan Philippe e Salma Hayek che descrive l'aura sacrale che circondava il luogo e il sogno che rappresentava per la gioventù del tempo.
Come dimostra il caso di Studio 54, la New York degli anni '70 ha continuato ad essere fonte di ispirazione per i registi. Spike Lee ci è tornato spesso. Basta ricordare Summer of Sam, l'affresco di una comunità italo-americana in un'estate dominata dagli omicidi di un serial killer. Tra i protagonisti anche Adrain Brody, musicista punk che, come i protagonisti di Vinyl, sogna di calcare il palco del mitico locale undergound CBGB.
E sempre anni '70 è marchiato un altro film del regista afroamericano, questa volta autobiografico. L'intimo e gioioso Crooklyn che abbandona atmosfere paranoiche e regressive restituendoci il quartiere di Brooklyn addolcito dallo sguardo di una bimba.
Ma la fascinazione “seventies” per quanto riguarda la Grande Mela ha toccato tutti i grandi registi che si sono formati in quell'epoca. Si spiega così il ritorno di Brian De Palma alla “sua” città e al “suo” periodo con Carlito's Way con Al Pacino realizzato negli anni '90 ma ambientano 20 anni prima.
E sempre Al Pacino è, assieme a Johnny Depp, il protagonista di un'altra pellicola ambientata all'epoca, l'indimenticabile Donnie Brasco.