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Buon compleanno Björk, l'artista islandese della musica d'avanguardia

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Visionaria ed eclettica, ha sperimentato in lungo e in largo sulle forme del pop elettronico, tra beat e sinfonie d’archi. Videoclip, look e anche cinema: un talento multiforme, che le è valso anche una Palma d’oro a Cannes per "Dancer in the dark" di Lars Von Trier

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Multiforme, eclettica, imprevedibile, bizzarra, eccentrica (LA FOTOSTORIA). Ogni volta che si parla di Björk gli aggettivi si sprecano e mutano continuamente, proprio come la sua arte. La cantante islandese compie 55 anni, gran parte dei quali spesi, addirittura fin dalla tenera età, a esplorare molte sfaccettature dell’universo creativo, superando i limiti fra le più svariate discipline. Troppo semplicistico ridurre l’attività artistica di Björk soltanto alla musica: è stata anche attrice, videoartista e compositrice, ma persino attivista. Anche lo stile musicale dell’artista islandese rifugge cliché e facili classificazioni: un miscuglio di elettronica, archi, jazz e pop tenuto insieme dalla voce unica di Björk, dotata di un’estensione vocale da soprano.

Gli inizi e i primi successi

La carriera di Björk ("betulla" in islandese) parte prestissimo. A 11 anni la sua voce è già su un disco, un album di canzoni pop demenziali che in Islanda diventa un caso discografico e vende 7mila copie, ottenendo il riconoscimento di "disco di platino". Poi, la militanza precoce in una serie di gruppi punk: a 13 anni è negli Exodus, a 14 nei Tappi Tikarrass, a 18 nei Kukl. Infine, nel 1987, fonda il gruppo dance-pop Sugarcubes insieme a Thòr Eldon (suo ex-marito e padre di suo figlio Sindri). Di lì a breve, la grande ascesa verso il successo: nel 1993 il primo disco, “Debut”, in cui conia la sua originalissima visione del pop, che mischia ritmi techno e avanguardia, unendo insomma fisicità da discoteca e “cervello” da ascolto casalingo. La prima hit è “Big Time Sensuality” che a Björk spalanca le porte degli Stati Uniti, dove vende oltre un milione di copie. In Gran Bretagna il disco arriva addirittura al terzo posto. Due anni dopo “Debut” è la volta di “Post”, in cui l’artista islandese intesse trame elettroniche ancora più raffinate e osa addirittura uno swing, con il singolo “It’s oh so quiet”. Tra le influenze c’è anche il trip-hop, sancito dalla collaborazione con uno dei pesi massimi del genere, Tricky. Ma si fanno strada nel sound anche la natura e i suoi richiami, attraverso l’introduzione dell’arpa e di suoni ambientali.

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“HOMOGENIC” E “VESPERTINE”, L’EPOCA D’ORO

Nel 1997 tocca a uno degli album più apprezzati dell’intera carriera, “Homogenic”: si intensifica l’interazione tra elettronica ed archi, nelle canzoni più maestose scritte fino a quel momento dal folletto islandese. "Bachelorette", "Joga", "Hunter", tutti singoli estratti dall’album, esemplificano al meglio questa idea sonora. Nel 2001 esce “Vespertine”, un album caratterizzato da un'elettronica minimalista, decisamente più intimo dei precedenti. A fare da tappeto ai soliti vocalizzi inconfondibili di Björk ci sono arrangiamenti più scarni e introversi, come in un “bozzolo”, il “Cocoon" cantato nel secondo brano del disco. In “Medulla”, del 2004, è la voce di Björk a essere l’assoluta protagonista, con sperimentazioni sul suo utilizzo. Quasi tutti i suoni registrati sul disco sono creati dalla sola voce della cantante e dei suoi collaboratori: la cantante inuit Tagaq, il beatboxer hip-hop Rahzel, l'artista giapponese Dokaka, il rocker Mike Patton e il cantautore Robert Wyatt. Seguono “Volta”, nel 2007, dove Björk torna parzialmente alle origini con suoni e testi più aggressivi, anche su temi politici, e “Biophilia” del 2011, questa volto prodotto dalla sola Björk, non solo un album ma un progetto multimediale che prevede anche un app per tablet, ispirato a fenomeni naturali e scoperte scientifiche e realizzato con l’ausilio di strumenti creati dalla stessa cantante.

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Tra videoclip e cinema, le arti visive secondo Björk

Ma ci sono anche immagine e tecnologia tra gli strumenti scelti da Björk per sviluppare il suo linguaggio, immediatamente riconoscibile. I suoi videoclip, sempre visivamente potenti, sperimentali ed eccentrici, sono rimasti impressi nella mente di tanti. A collaborare con lei artisti di fama internazionale: Michel Gondy, Spike Jonze, Chris Cunningham. E poi c’è il cinema, con quella performance in “Dancer in the dark” di Lars Von Trier che le valse nel 2000 la Palma d'Oro al Festival di Cannes. Una performance sofferta, spiegherà Björk, perché “non sapevo accettare che quello che accadeva alla protagonista fosse finzione, per me era tutto vero”. E infine anche i look eccentrici di cui l’artista islandese ha fatto mostra negli anni sia nei videoclip che nelle apparizioni pubbliche e nei concerti.

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GLI ULTIMI ANNI

Nel 2015 Björk esce con il suo nuovo album, “Vulnicura”, per il quale torna anche ad avvalersi di produttori: Haxan Cloak e il produttore venezuelano Arca, che ha lavorato al disco di Kanye West “Yeezus”, tra i nomi più rinomati delle avanguardie elettroniche. Il disco nasce dalla rottura del rapporto con Matthew Barney. L’ultimo album di inediti è “Utopia”, con protagonista assoluta la natura e canzoni dalle atmosfere fiabesche e la collaborazione ancora una volta con Arca, che tra l’altro si vedrà ricambiato il favore nel suo album “Kick i” con l’ospitata nel brano “Afterwards”. Il folletto islandese non abbandona però la passione per la multimedialità e le nuove tecnologie: nel 2020 lancia in collaborazione con Microsoft un nuovo progetto per l'hotel Sister City di New York, Kórsafn, in cui un'intelligenza artificiale ricrea nuova musica a partire da alcune basi del coro islandese Hamrahlíðarkórinn, composte da Björk negli ultimi diciassette anni, reagendo con l'ambiente esterno e con le condizioni meteo. A febbraio 2020 viene annunciata la sua undicesima tournée, il Björk Orkestral, con quattro spettacoli di anteprima a Reykjavík tra gennaio e febbraio 2021 (inizialmente programmati per l'agosto 2020) e altre cinque tappe in Europa posticipate al 2021 a causa della pandemia di coronavirus. Ma nel futuro di Bjork c’è anche il ritorno al cinema: è stata confermata nel cast del film “The Northman” di Robert Eggers.

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