Sziget Festival, i Kingfishr: “Non deve esserci distanza tra noi e il pubblico”

A novembre i Kingfishr daranno il via al tour europeo toccando anche l’Italia con un appuntamento a Milano. Lunedì 11 agosto la band irlandese si è esibita allo Sziget Festival . Abbiamo intervistato il gruppo poco prima dell’inizio dello show. Eddie Keogh, Eoghan McGrath ed Eoin Fitzgibbon ci hanno parlato anche dell’album Halcyon in uscita il 22 agosto. Sziget Festival, i kingfishr: "Vogliamo che le persone pensino di potercela fare" In attesa della tournée europea che li porterà anche in Italia, i Kingfishr si sono esibiti sul palco del The Buzz dello Sziget Festival 2025. Il gruppo, formato da tre amici conosciutisi tra i banchi dell’Università di ingegneria, ha conquistato l’Irlanda e il Regno Unito con due date già sold out alla 3Arena di Dublino. Li abbiamo intervistati. Come avete scelto la scaletta? Eddie Keogh: Quando ci esibiamo ai festival cerchiamo sempre di proporre canzoni che facciano cantare e ballare. A differenza dei nostri concerti, qui è necessario far arrivare il più possibile di te. Proviamo a creare diversi momenti: da quello più intimo a quello più ritmato. L’inizio e la fine sono molto importanti, ma è necessario creare una sorta di flusso. È un gioco di incastri per costruire un’esperienza per il pubblico. Una canzone che senti più vicina? Eddie Keogh: Credo Shot in the dark, perché ci avvicina al pubblico rompendo la barriera tra noi e le persone presenti. Non dovrebbe esserci quel distacco, è importante, soprattutto per le persone che non ci conoscono, far capire che non c’è distanza tra noi e loro. Qual è stato il vostro primo concerto? Eoghan McGrath: Il mio primo concerto sono stati i Westlife, avevo circa otto anni. Eoin Fitzgibbon: Il mio quello del gruppo Walking on Cars, erano davvero fantastici. Eddie Keogh: Per me gli Original Rudeboys, una band di Dublino, rapper irlandesi. Quando vedevo le persone esibirsi sul palco pensavo che se avessi avuto il coraggio di buttarmi, ce l’avrei potuta fare, questo era ciò che sentivo. Fortunatamente ci siamo lanciati. Cosa diresti a quel ragazzo? Eddie Keogh: Non è così difficile. Le persone si costruiscono questi castelli in testa quando vedono gli altri sul palco, chiedendosi come facciano a esibirsi davanti a così tanta gente. Noi abbiamo studiato insieme per diventare ingegneri, non siamo stati in un college per la musica. Eoghan McGrath: Scriviamo le canzoni seguendo ciò che vogliamo raccontare. Da dove arrivano le vostre influenze? Eddie Keogh: Da tutto. Amiamo artisti come i Mumford & Sons e gli Hollow Coves, anche questi ultimi qui allo Sziget Festival. Le nostre esperienze personali si riversano nella musica. Come avete costruito la relazione tra di voi? Eddie Keogh: Il nostro rapporto è basato sull’amicizia. Ci siamo conosciuti studiando ingegneria, facevamo parte dello stesso gruppo. Poi abbiamo iniziato a saltare alcune lezioni per andare a suonare e la musica è passata in primo piano. Eravamo amici, prima che colleghi. Il 22 agosto uscirà il vostro album Halcyon. Eddie Keogh: Lo abbiamo realizzato con il desiderio di proporlo live. Vogliamo che il primo pensiero delle persone sia quello di volerlo ascoltare dal vivo perché ciò che amiamo sopra ogni altra cosa è esibirci sul palco. In questi anni avete già pubblicato alcuni singoli dell’album Eddie Keogh: Abbiamo costruito questo album pezzo dopo pezzo come un percorso durato anni. È stato il più bel viaggio della nostra vita. Cosa volete far arrivare al pubblico? Eddie Keogh: Vogliamo che le persone pensino di potercela fare, qualunque sia il loro campo. Non devono ammirare ciò che facciamo, ma devono pensare di essere in grado di poter arrivare ovunque.

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Matteo Rossini