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Amyl and The Sniffers pubblicano "Cartoon Darkness", il manifesto rock-punk da ascoltare

Musica

Valentina Clemente

I cambiamenti climatici, l’intelligenza artificiale, la politica e i Big Tech, tutto in un album già manifesto rock-punk: Amyl and The Sniffers pubblicano Cartoon Darkness, terzo album, registrato a Los Angeles nello stesso studio dove i Nirvana hanno realizzato Nevermind. Abbiamo incontrato Amy e parlato del disco, dei nuovi progetti e anche dell’essere la cantante di una band: “La mia libertà è vista come una minaccia da altre donne. Ma ognuno è libero di fare ciò che vuole con il proprio corpo”, ci ha detto

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Un pugno in faccia, ma di quelli belli. È l’effetto al primo ascolto di Cartoon Darkness, il nuovo album della band australiana Amyl and The Sniffers. Di strada ne hanno fatta tanta Amy Taylor, Bryce Wilson, Dec Mehrtens e Gus Romer, tanto da arrivare a Los Angeles per registrare questo nuovo disco, e proseguire con un tour in tutto il mondo. Senza dimenticare che l’anno prossimo, il 5 luglio 2025, apriranno una data già leggendaria, con i Fontaines D.C.a Finsbury Park, Londra.

Prima, però, c’è un lungo periodo di promozione di Cartoon Darkness e concerti, giusto per arrivare preparati al meglio. E tra queste date, chissà, ci sarà qualcosa anche in Italia. Incontriamo Amy in una mattinata a Los Angeles: ci racconta che, quella stessa sera, proprio a LA suoneranno i Fontaines, che non vede l’ora di andare a sentire. “Siamo fan ma anche amici, e abbiamo un percorso artistico simile; quindi, questo li rende più vicini a noi. È bello poter aprire la loro data a Finsbury”, ci racconta Amy, the smiley blondie. Insieme a lei, oltre all’album, abbiamo parlato di cosa significa essere una cantante donna in una band, oggi, e delle critiche che riceve per come si veste (molte arrivano proprio da altre donne): “Ognuno è libero di fare ciò che vuole con il corpo che ha. Io lo faccio e non mi interessa delle reazioni degli altri”, ci ha detto. 

Cartoon Darkness, sensibilizzare ma anche divertire 

Raccontaci dell’album, Amy.

Abbiamo iniziato a scrivere questo album lo scorso anno, mentre eravamo in tour in giro per il mondo. Alla fine, però, ci siamo fermati a Los Angeles all’inizio del 2024 e abbiamo iniziato a registrarlo nello studio di Dave Grohl, una cosa molto diversa rispetto a ciò che facciamo sempre, ma molto bello. Abbiamo lavorato sulla stessa scrivania dove è stata scritto e composto Nevermind. Da un punto di vista tecnico, però, questo album ci ha portato a un livello superiore: abbiamo esplorato più aspetti rispetto ai nostri dischi precedenti e inserito elementi più soft e chill nei nostri brani.

 

In Cartoon Darkness vengono trattati temi importantissimi, come l’intelligenza artificiale e i cambiamenti climatici, questioni che devono essere affrontate e risolte. Perché ne avete voluto parlare?

Sono dei temi a cui penso tantissimo. Penso anche al fatto che ci divertiamo molto, e allo stesso tempo dico: non è sempre eticamente corretto quello che facciamo, perché spesso poi ci porta poi a guardare quello che circola sui social media, e l’algoritmo che ci guida. Proprio l’algoritmo decide quante persone vedranno ciò che pubblichi e quante di loro vengono ai concerti, un dato che non necessariamente dipende da quanti follower hai. Tutto questo è governato da qualcuno di esterno. Il tema dei cambiamenti climatici è legato a ciò che vediamo ogni giorno: il nostro futuro sarà molto diverso a quello che vediamo oggi. E qui arriva il significato del titolo, Cartoon Darkness: il futuro sembra molto scuro, opaco, e il periodo in cui viviamo è molto distopico, ma non voglio smettere di pensare in positivo. E anche se so di aver un po’ di paura, bisogna continuare a lottare per un futuro migliore.

 

La musica è un veicolo molto potente per parlare anche di questi temi e soprattutto diffondere più consapevolezza di quello che stiamo vivendo…

Sì, certo. Il nostro album è molto divertente, e credo che un po’ di divertimento sia utile per distrarci dalla quotidianità, che a volte è un po’ pesante. Con questi nuovi brani cerchiamo di sensibilizzare chi ci ascolta ma anche di divertirli, per vivere appieno ogni momento.

L'album registrato nei celebri 606 Studios a Los Angeles

Avete registrato l’album nei 606 Studios dei Foo Fighters: c’erano anche i fantasmi dei Nirvana?!

Io ho subito detto: se questo album viene male, è solo colpa loro! (ride) La loro presenza si è sentita eccome, c’erano anche le loro firme su alcuni tavoli. Io non conosco benissimo la loro storia, ma i miei compagni di band sono impazziti… anche perché c’erano loro strumenti, spartiti: sì, diciamo che i miei colleghi si sono divertiti parecchio, ed è stato bello registrare in un luogo così iconico.

 

Alla fine, se ci pensi, in questo album raccontate il presente, che non è propriamente roseo, e il futuro, ma ci si diverte. Certo, i temi di cui parlate non sono leggeri, ma lo fate a modo vostro, in modo molto punk. Così, magari, il messaggio arriva a più persone.

La cosa che più ci interessa è scuotere le coscienze, certo, ma a modo nostro, divertendoci. Ed è quello che facciamo in questo disco. È fondamentale unire questi due mondi.

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La rabbia trasformata in energia

Dopo avervi visti live al Primavera Sound 2024 e aver ascoltato l’album, si può dire che avete il fuoco dentro di voi, dal vivo e anche in studio. Ma da dove arriva questa energia?

All’inizio, quando stavamo cominciando con i primi live, la mia energia era più rabbia: dovevo sfogarmi. Ora, però, le cose sono un po’ cambiate anche grazie all’esercizio fisico che faccio quotidianamente: vado molto in palestra e mi alleno, tanto che riesco a liberarmi di energia quando canto dal vivo, e non è più rabbia. E poi amo la musica: anche se la mia giornata non è stata bella, cambia tutto proprio grazie alle canzoni. Sul palco mi diverto e voglio far divertire chi viene a vederci.

 

Nel brano Chewing Gum c’è una delle mie frasi preferite di sempre, e non solo di questa canzone: "I’m choosing to be young and I’m choosing to be dumb and I’m choosing bad decisions because life is too short to be right all the time". Ci stai dicendo che la vita è troppo breve per essere sempre perfetti, no?

Sì, l’ho scritta proprio io! La vita è spesso difficile, è una continua dimostrazione, dobbiamo sempre fare qualcosa in più. Un po’ come quando un asino ha davanti a sé una carota, e fa di tutto per prenderla, senza riuscirci. Sembra quasi che nella vita non ci sia mai spazio per gli errori, o meglio non ci vengono concessi. Fare qualche scelta sbagliata, però, va bene, soprattutto se si è giovani: la vita va così veloce e l’ho voluto ricordare anche in questo brano, in cui dico che ho scelto di essere giovani, di essere sciocca a volte, e di fare tutte le esperienze possibili. Ho appena 28 anni e sono molto giovane. Quando ho iniziato, però, ho dovuto pensare già in maniera adulta, anche se ero più piccola… e non voglio immaginarmi già un prodotto finito, nessuno dovrebbe. Possiamo fare anche altri errori nella nostra vita.

"Le critiche sul mio modo di vestire? Tantissime. Ma ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole con il proprio corpo"

Non ci sono molte donne nelle band, ma tu sei una di queste. Ti capita di doverti confrontare con critiche e giudizi anche inappropriati?

Tantissimo, soprattutto per il mio modo di vestire, sul palco ma anche nella vita di ogni giorno. Mi piace portare pantaloncini molto corti, top stretti e spesso vengo criticata per questo. A me, però, interessa poco, perché sono libera di fare un concerto e poi andare a fare la spesa, senza dovermi necessariamente cambiare! E questo è un problema: se la società è ferma su un determinato modo di pensare, è difficile cambiare le cose. Poi in tanti mi dicono che la gente viene a vedermi solo perché indosso abiti stretti, e non per la mia musica… Per me, però, è tutt’altro: per me significa essere libera, libera anche di esprimermi con quello che mi piace indossare. Poi mi dico anche: cosa mi interessa? Tanto verrei criticata comunque, ma almeno sono sempre me stessa. E sono libera di fare quello che voglio con il mio corpo, un mantra per tutte le donne e non solo.

 

L’aspetto più triste è che a criticare le donne, sono proprio le donne.

Sì, a me succede spesso. Ed è facile, perché rappresento una versione emancipata di quello che sono loro e si sentono quasi minacciate dalla mia libertà, perché è qualcosa che non le rappresenta.

 

Torniamo al disco: avete alzato l’asticella in Cartoon Darkness. È stato un processo naturale, una crescita graduale?

I ragazzi della band volevano fare uno album in studio, vista l’opportunità che ci è stata data ci siamo buttati e l’abbiamo fatto. Aver lavorato con il produttore Nick Launay (che a sua volta ha collaborato con Nick Cave & The Bad Seeds, Yeah Yeah Yeahs), ci ha aiutato a mettere molta attenzione sui dettagli. Dal punto di vista dei brani, per quanto mi riguarda, ho dedicato molto tempo a questo progetto. Tengo moltissimo a quello che faccio, voglio che abbia un significato ed è uno dei motivi che mi ha spinto a concentrami molto sulla scrittura. Poi, vero, siamo cresciuti e con questa crescita artistica è cambiata un po’ anche la nostra musica: è normale cambiare.

"Proiettiamo storie nelle nostre canzoni"

Sai, forse c’è un problema quando resti sempre uguale e non cambi mai, soprattutto per un artista. Che ne pensi?

Sono d’accordissimo, è proprio così.

 

Cosa speri possa regalare Cartoon Darkness alle persone che lo ascolteranno?

Una delle mie cose preferite è proiettare la mia storia in una canzone, e farla mia anche se non l’ho scritta io: ecco, spero accada a tante persone quando ascolteranno l’album. E poi mi piace l’idea che in tanti abbiano gli stessi pensieri che abbiamo raccontato nel disco, della serie: ragazzi, molte persone sono preoccupate per gli effetti dei cambiamenti climatici. Non siete soli. Non possiamo prendere delle decisioni, ma abbiamo il diritto di preoccuparci.

Amyl and The Sniffers apriranno il concerto dei Fontaines, D.C. a Finsbury Park

E con questi brani aprirete il concerto dei Fontaines D.C. a Finsbury Park!

Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! E non vediamo l’ora! Hanno suonato a Los Angeles e siamo andati a sentirli: siamo amici e anche molto fan, quindi abbiamo colto l’occasione. Per noi i Fontaines sono una fonte d’ispirazione: sono una band proprio come noi e stanno facendo cose bellissime.

 

Vedo molte somiglianze tra voi.

Sì, poi abbiamo iniziato più o meno nello stesso periodo. Siamo entrambi guitar bands! È bello vedere che dall’altra parte del mondo c’è un gruppo che fa cose simili alle nostre, è proprio bello.

"Non permetterò mai a nessuno di scrivere le mie canzoni"

Hai usato una parola chiave: band. Scrivete la vostra musica, i vostri testi… e non è sempre così.

Esatto! Non permetterò mai a nessuno di scrivere le mie canzoni! A meno che non siano delle parole particolarmente belle e interessanti… E poi, se non riesco a scrivere le mie canzoni, cosa sto facendo?! Su questo non transigo. E come potrei mai cantare un brano che non sento mio?! Certo, un’altra cosa è il karaoke eh! (ride)

 

E il vostro tour dove vi porterà, oltre a Finsbury Park?

Proveremo ad andare ovunque!!! A novembre saremo in Europa, e l’anno prossimo faremo più date possibili. Ci piace molto suonare ai festival, una realtà che abbiamo iniziato a conoscere da poco ma ci piace proprio tanto. Festival, club: è una combinazione equilibrata, che vorremmo continuare a fare.

 

 

 

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