In Evidenza
altre sezioni
Altro

Gia Ford racconta "Transparent Things: "Un album personale, anche quando non parlo di me"

Musica

Valentina Clemente

Foto di Melanie Lehmann

Dopo aver pubblicato il suo primo album, Transparent Things, Gia Ford è una delle artiste più interessanti e promettenti del Regno Unito, ma non solo. Un disco registrato in uno spazio iconico della musica internazionale, i Sound City Studios a Los Angeles insieme a Tony Berg, leggendario produttore, che ha dato un tocco in più ai brani di Gia, un’insieme di storie vissute quotidianamente e frutto della sua osservazione: "Anche se non parlo di me, in questo album ci sono io, completamente". La nostra intervista

Condividi:

Incontriamo Gia Ford via zoom, in un pomeriggio di settembre, appena alcuni giorni dopo l’uscita del suo primo album, Transparent Things. Gia è visibilmente stanca ma molto felice: nell’ultimo periodo ha attraversato città e incontrato tante persone con cui ha condiviso la sua prima creazione, a cui ha lavorato molto tempo. E si sente: il suo disco è la perfetta unione di storie, musica ricercata e ben strutturata, che indica molto bene la strada che Gia ha iniziato a percorrere. Ne abbiamo parlato insieme a lei, in una lunga chiacchierata in cui ci siamo ripromesse di rivederci in Italia, in occasione di un suo concerto che dovrà assolutamente fare e che speriamo accada molto presto.

Transparent Things, l'opera prima di Gia Ford

Raccontaci di Transparent Things e di come è stato accolto dalle persone che stai incontrando in questi giorni…

Sono sollevata sia uscito: è bello che sia uscito, e sia lì, a disposizione di tutti. Ho ricevuto molti commenti positivi e di questo sono molto felice: è una felicità contagiosa, che cresce giorno dopo giorno…è bello!

 

Quando hai capito che l’album era pronto, e che poteva spiccare il volo?

L’uscita è stata ben pianificata: abbiamo lavorato al disco negli Stati Uniti e il progetto è stato terminato circa un anno fa. Abbiamo ancora un sacco di materiali, ma quelli inclusi in Transparent Things sono stati finalizzati ad aprile dello scorso anno. L’idea dell’album è nata a novembre 2022, quando la mia etichetta ha ascoltato le canzoni e ha proposto di fare qualcosa di più grande. È passato un po’ di tempo ma eccoci qui, è tutto vostro!

L'esperienza ai Sound City Studios

Ho visto che hai lavorato molto ai Sound City Studios a Los Angeles, uno spazio leggendario per chi vuole fare musica…

Sì, e più ci penso più mi rendo conto che è tutto vero. È uno studio iconico, dove puoi respirare la musica di così tanti artisti leggendari che sono stati lì negli anni. È stata un’esperienza molto speciale.

Transparent Things, tante storie vissute e osservate

Raccontami di più di Transparent Things: c’è un messaggio nei brani dell’album o sono delle storie che hai scritto e che raccontano la tua vita quotidiana?

Non c’è un messaggio vero e proprio: sono tante piccole storie che ho creato, anche osservando ciò che mi circonda. Guardandomi intorno vedo tanti personaggi che sono così diversi da me ma che, allo stesso tempo, un po’ mi assomigliano. E così ho imparato a empatizzare con le persone, tanto da renderle protagoniste delle mie canzoni. Credo che poi ognuno di noi trovi, alla fine, qualcosa che ha già visto o sentito, a livello di narrazione. In Transparent Things ci sono alcuni brani molto personali, ma altri sono di storie che ho creato appositamente. Ma è bello così.

 

Ti stavo, infatti, per chiedere quanto della tua storia personale c’è in questo album!

Questo disco è personale, nel senso che sono proprio io, anche se non parlo sempre di me o di esperienze che ho vissuto. Non potrei parlare di me sempre, altrimenti mi annoierei! (sorride). Mi piace raccontare anche di mondi immaginari, di cui magari parlerò in un libro che mi piacerebbe molto scrivere…chissà, forse in futuro.

Gia Ford, One To Watch

Quando leggi che alcuni giornalisti ti definiscono One To Watch, ovvero l’artista da tenere d’occhio perché di talento, pensi di essere sulla strada giusta?

Mi fa capire che sto lavorando con le persone giuste e che sì, sono sulla strada giusta. Ho la fortuna di collaborare con figure professionali e sincere, che sono affini a me: questo mi dà fiducia come persona e artista, anche perché non potrei mai essere disonesta con me stessa. Non è facile farsi ascoltare, e riuscirci grazie alla mia musica per è importantissimo.

Tra Sheffield e Londra

Loveshot è uno dei miei brani preferiti dell’album. Come scrivi le tue canzoni, e dove raccogli eventuali spunti utili alla scrittura?

È uno dei brani più astratti dell’album, ma allo stesso tempo una delle canzoni più forti. L’idea mi è venuta quando mi trovavo in metropolitana a Londra, una città molto diversa rispetto a Sheffield, dove sono nata. Nel nord del Regno Unito siamo dei chiacchieroni: se sono in autobus e accanto a me c’è una persona che non conosco, inizio comunque a parlarci insieme e alla fine scendo alla mia fermata con un amico in più. Londra è una metropoli più grande, e questo non è possibile. Quando ero lì mi sono detta: sarebbe bello se, anche nelle grandi città, tutti fossimo un po’ più gentili con gli altri. Da lì è nata la storia di Loveshot.

Portishead, Rolling Stones, Pj Harvey

Sei nata e cresciuta nel Regno Unito, uno dei paesi più ricchi di musica: alcuni dei più important artisti sono inglesi. Credi che questo abbia aiutato e influito la tua crescita artistica?

Sono molto fortunata ad essere nata qui: il Regno Unito è veramente ricchissimo di musica. Mi piace molto anche il fatto che altri paesi si ispirino a tanti gruppi britannici, come i Beatles e i Rolling Stones, di cui io sono una grande fan. Mi piacciono tantissimo Fleetwood Mac, mix perfetto di musica inglese e britannica, PJ Harvey, Leonard Cohen, Nick Cave…poi Portishead, di Sheffield proprio come me!, Kate Bush…tantissimi artisti mi hanno influenzato, e molti di loro sono inglesi. Sì, provengo da una terra ricca di musica.

 

Sarai in tour, giusto? Felice di poter condividere dal vivo il tuo album?

Sì, ho alcune date nel Regno Unito e una anche a Glasgow. Non vedo l'ora, veramente! E poi magari verrò anche in Italia!

approfondimento

12 luglio, i Rolling Stones festeggiano 62 anni (suonati) di carriera