Patti Smith, concerto a Mantova: "Ci sono troppe guerre e vincono solo i mercanti di armi"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

La sacerdotessa del Rock ha incantato per un'ora e mezza il Pala Unical, dove il live ha traslocato a causa del brutto tempo (in origine era programmato a Palazzo Te). In scaletta brani suoi e cover. IL COMMENTO

Il Mantova Summer Festival saluta il 2024 con una serata speciale, protagonista Patti Smith. La cantautrice, poetessa, scrittrice, fotografa e pittrice è stata protagonista di un concerto che prende il nome di Picasso and the Sea. L’evento, organizzato da Mister Wolf, in collaborazione con Fondazione Palazzo Te, è coinciso con l'inaugurazione della mostra Picasso. Poesia e Salvezza. Purtroppo il maltempo ha costretto gli organizzatori a spostare il concerto dal fascinoso Palazzo te al Pala Unical, ma questo non ha smorzato gli entusiasmi. D'altra parte la data nella città gonzaghiana non era spostabile e dunque il trasloco della location era la sola possibilità per applaudire la Sacerdotessa del Rock.

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TUTTI IN PIEDI A CANTARE BECAUSE THE NIGHT

Essenziale e generosa. Patti Smith dona a Mantova un concerto unico, con omaggi, tra gli altri, a Pier Paolo Pasolini, del quale è stata letta dalla sua manager Rita (che proprio nel giorno del concerto compiva gli anni e ha avuto un prezioso happy birthday da Patti) la poesia Supplica a Mia Madre, Pablo Picasso e Kurt Kobain. Summer Cannibals, brano del 1996, è quello che la Sacerdotessa del Rock ha scelto come incipit cui segue Redondo Beach, un pezzo estratto da quel capolavoro che è Horses, album del 1975, e che parla di una ragazza che si è suicidata per amore di un'altra ragazza; la musica intensa aggiunge drammaticità alla storia. Si procede con Ghost Dance e con la sua interpretazione di Man in the Long Black Coat, canzone del menestrello Bob Dylan. Riprende in mano il suo repertorio con Cash, una dedica struggente all'amico Johnny morto nel 2003 e come lei capace di invadere tutti i campi dell'arte. Poi altre due cover, Summertime sadness di Lana del Rey e Fire di The Jimi Hendrix Experience, con in mezzo l'elettrizzante Because the Night che ha liberato il pubblico da una certa e importuna compostezza facendolo scattare in piedi per un ballo liberatorio. Si procede con Dancing Barefoot e Peaceable Kingdom: "Ci sono troppe guerre intorno a noi e nessuno le vince. Gli unici a vincere sono colore che vendono armi", tuona Patti Smith con voce angosciata. Si va ora nel 1976 con Pissing in the River (l'album e Radio Ethiopia) e ci si avvicina al finale con About a Boy e la cover dei Nirvana Smells like Teen Spirit. Il saluto è con People have the Power, il brano dei sogni, l'urlo di una umanità che ha bisogno di liberare i suoi sensi verso un futuro a misura d'essere umano. Un concerto intenso ed essenziale che però mi lascia due perplessità: perché un solo brano da Horses, ripeto album epico ed epocale, e perché, con un repertorio così vasto e amato, indulgere su tante, troppe cover? A prescindere...grazie a questa signora di 77 anni che con la sua voce sa accarezzare l'anima.

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