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Sanremo 2024, Gazzelle: "Al pubblico dico: datemi le vostre orecchie al resto penso io"

Musica

Fabrizio Basso

Credit Roberto Panucci

Il cantautore è in gara con la ballad Tutto Qui; nella sera dei duetti proporrà Notte Prima degli Esami di Antonello Venditti insieme a Fulminacci. L'INTERVISTA

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Gazzelle arriva al Festival di Sanremo (GUARDA LO SPECIALE) con il brano Tutto Qui (Maciste Dischi/ Warner Music Italy), il primo che porta la firma di Warner Music Italy insieme a quella di Maciste Dischi. Nella serata dei duetti salirà sul palco dell'Ariston col suo amico Fulminacci e eseguiranno Notte Prima degli Esami di Antonello Venditti.

Flavio perché Sanremo?
Volevo stupire il mio pubblico, non mi faccio vedere tanto e se devo farlo lo faccio in pompa magna. Non ho ansie né niente da dimostrare, vado lì a cantare la mia canzone e la mia vita e per uscire dalla noia di una vita orrenda.

Perché uscire dalla noia di una vita orrenda?
Ho visto il film Enea di Pietro Castellitto e c’è una frase che mi ha colpito: la vita dura fino a quando hai 20 anni e poi diventa un’altra cosa: sono come Dante, sono in mezzo al cammino della mia vita e col bisogno di vivere esperienze forti, di sentire il batticuore: e a Sanremo voglio il batticuore.

Come pensi di sorprendere il pubblico?
Intanto vado a raccontare che sono un cantautore: il messaggio è dammi le tue orecchie che al resto ci penso io.

Si sente, in Tutto qui, una venatura Pop un po’ accentuata rispetto al passato. Il tuo futuro è in quella direzione?
La canzone è nata in modo naturale. Altre mie canzoni avevano questo slancio, sono immediate, sono facili da assorbire, è la natura della mia scrittura. È bello quando sintetizzi un concetto e la musica è un mezzo per sostenere il testo. Io ho sempre bisogno di scrivere il testo. Tutto qui nasce con melodie semplici. C’è un’altra canzone che ho scritto negli stessi giorni e ho proposto ad Amadeus che è diversa e forse uscirà più avanti. È più inglese e più agguerrita È una cosa estemporanea nata in quel preciso momento: Tutto qui è una ballad, un lento, scrivendola immaginavo due che ballavano un lento negli anni Sessanta. Ogni canzone è figlia del giorno, a volte non scrivo nulla altre sì ed è la rappresentazione del giorno medesimo. Scrivo sempre cose diverse ma restando in un perimetro mio. Ho fatto 54 canzoni e ci sono tante cose diverse.

In questi anni la scena Indie romana ha espresso grandi talenti.
La scena romana ha una sua casualità: ci sono periodi che tornano ciclicamente. Ora c’è già una scena più forte in Veneto e in Lombardia. Quando ho iniziato a fare musica ho captato che c’era spazio per gente come me. Non Sei Tu del 2017 non è molto diversa da quella di oggi però oggi il tempo mi ha qualificato pur restando fuori dai testi mainstream. Sono un cantautore con uno slancio più verso il Pop che la nicchia, canto per tutti ma a modo mio. Vasco è un esempio perché mai si è snaturato. Voglio fare musica che duri dopo di me, che faccia breccia nella vita delle persone. Sono cresciuto con mia mamma che mi faceva ascoltare Lucio Battisti e Francesco de Gregori: anche se non li capivo all’epoca, comprendevo che per lei erano importanti. Io vorrei che un giorno capitasse la stessa cosa con me: un signore di 50 anni mi propone a suo figlio perché sono stato importante per lui e magari il ragazzo dice che è musica di me**a.

Cosa mi dici delle prove con l’orchestra?
Si presta, dopo le prime due prove era già bellissimo, mai ho cantato con una orchestra: la canzone prende una vita nuova. Sanremo è il posto giusto per una ballad e io comunque scrivo ballad.

Nella serata dei duetti farai Notte prima degli Esami con Fulminacci.
In primis ho voluto con me Filippo per stima artistica e umana, siamo amici, abitiamo nello stesso quartiere. Mi piace il suo approccio alla musica, anche lui pensa solo a cantare. Mi dà serenità cantare con amico che conosco bene. Avrò tante cose cui pensare in quei giorni quindi sul palco voglio una persona con cui mi sento a casa. Filippo fa parte della mia scena artistica. La cover la ho condivisa con lui, potevamo farne mille altre ma Notte prima degli Esami è trasversale, è un inno per tutte le età: non assomiglia e niente altro e poi volevo portare un po’ di Roma in Liguria. Al brano abbiamo dato un nuovo vestito intimo e delicato per evitare l’effetto karaoke. Pensa che mai la ho cantata e mai presa in considerazione: prima ho ragionato su Vasco e Lucio Battisti poi in studio la ho provata e la conoscevo tutta a memoria.

In Tutto Qui parla di Roma Nord.
È una metafora che sottolinea la voglia di scappare dal presente. Ha una doppia accezione: la prima è, appunto, di scappare dal presente, dalla routine; poi c’è il cliché che rappresenta ovvero la borghesia di Roma bene e una vita facile, noiosa e prevedibile, gente che vuole il Golden Retrivier, il garage e il terrazzo mentre io ho un boxer francese che russa. Per me era uno status da raggiungere anche se non ho ancora figli però ho scoperto che non rappresenta la mia indole disfattista e sregolata e sbrocco. Quindi scappo da una finta felicità.

Infine ci spieghi come nascono le tue canzoni?
Inizio a suonare qualcosa e canto le parole come escono. Scrivo di getto, qui sono partito da "Lo so che sei stanca" poi unisco tutto alla fine. Quando scrivo mi astraggo e vengono posseduto dalle parole e solo alla fine torno in me e mi dico bello o non bello. Ma mai ho corretto una parola, se non mi convince butto via la frase. E ci aggiungo che per Tutto qui il difficile è stato il titolo!

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