Chiamamifaro presenta l'album Default: "Dobbiamo parlarci di più nelle orecchie"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

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La giovane artista, col suo oscillare tra felicità e melanconia, si conferma una delle penne più fresce e creative della sua generazione, quella dei ventenni. E questa volta, oltre ai testi poetici, si regala musiche eterogenee che donano al suo progetto unicità e bellezza. L'INTERVISTA

Dopo aver collezionato milioni di stream con il primo EP Macchie (UMA Records, giugno 2021) e l'album d'esordio Post Nostalgia (Columbia Records/Nigiri, giugno 2022) e un'estate che l'ha vista protagonista di un importante tour estivo, con una tappa all’Arena di Verona per i Radio Zeta Future Hits (ha cantato Santa Subito insieme ad Asteria) e al Red Valley Festival di Olbia davanti a oltre 25mila persone, chiamamifaro conferma la sua continua evoluzione artistica con Default, sette brani in cui la cantautrice, all'anagrafe Angelica Gori, tra testi immediati e sonorità coinvolgenti e con la freschezza della sua penna e del suo pop narrativo, racconta com'è avere oggi vent'anni, tra incertezze, rimpianti e leggerezza.

Angelica partiamo dalla storia di questo album che oltre che storie di vita racconta la storia della tua crescita accogliendo brani di diversi periodi della tua vita.
C’è stata una evoluzione che si rispecchia nell’Ep rispetto ai progetti precedenti, E’ stato un lavoro coraggioso come sound e mi sono divertita. Il bello del pop, o dell’indie pop, è che la riconoscibilità arriva attraverso la penna, quello che è attorno può variare.

Rumore Bianco fa pensare a qualunque cosa tranne l’ovattare i fastidi esterni. Anzi qui amplifica pure quelli interiori fino a “sgamiamoci il peggio”. E’ il tuo modo per fermare la testa che se no gira anche se l’hai già persa?
Il brano parla di una storia d’amore un po’ tormentata ma affronta pure il tema della over produzione del mercato musicale dove ognuno cerca di gridare un po’ più forte per fermare il rumore bianco mentre invece lo alimenta. Non mi tiro fuori da un sistema di cui faccio parte e non ho soluzione ma nel testo dico balliamoci su. E’ il parlarsi nell’orecchio che mi manca.

Ti frega spesso il senso di colpa? E anche passare in esame la tua coscienza? Sai che qualcuno sostiene che la coscienza è come un vestito: per averla pulita basta non usarla. E’ un buon compromesso?
Se Parlo di te è un pezzo particolare, ci sono legata, parla di violenza sulle donne, non è stato facile da scrivere, anzi è stato il più difficile. E’ un tema che sento vicino, serve una grandissima maestria nell’uso delle parole per trattare questo tema in modo non scontato. Ho fatto una analisi maniacale parola per parola e ne vado fiera.

“Con te ci vuole troppa pazienza”…e con te invece? Tu sei paziente con te stessa o sei la prima a fuggire da te stessa?
Ci sto lavorando. Cerco di migliorare la scrittura delle canzoni, richiede tempo e implica di sbattere testa contro il muro. Non scrivo in pochi minuti e cerco la giusta pazienza.

Quando è l’ultima volta che ti sei detta Santa Subito?
Forse uscendo dalla stagione festiva, quando incontri parenti che ogni anno ti chiedono se hai il fidanzatino e come va l’università.

Monete è la canzone dei dubbi. Il primo è “che fine ha fatto un bacio mai dato”: secondo te? E’ perso o aspetta una seconda opportunità?
E’ mai dato e non si darà mai, è come se si congelasse in quel momento esatto di insicurezza ed è bello che si fermi lì. Arriveranno poi i secondi, i terzi…

Mi dici una frase che hai scritto sul tuo banco al liceo?
Un nome più il cuoricino e degli aforismi.

Delle monetine che hai gettato nella fontana di Trevi, c’è un desiderio che si è avverato?
Oramai è da anni che quando lo esprimo chiedo di avere successo nella musica dunque ci siamo. Oltre il desiderio con la monetina c’è quello col braccialetto della fortuna che si rompe anni dopo e quando accade non ricordi neanche più il desiderio. L’emozione sta nel senso dell’attesa. Le cose succedono se devono succedere.

E, infine, dove è andata la melanconia dei disegni sulla mano?
Soprattutto lo facevo al liceo e pur di non prendere appunti disegnavo tatuaggi, date di nascita e le peggio cose. Su di me tatuavo i soli e un giorno mi tatuerò un sole sulla mano.

In amore il conto alla romana ha una sua poesia o ha il sapore di un piatto freddo che devi mangiare per forza?
Le storie d’amore ti portano il conto ma non alla romana, un cuore non si spezza perfettamente a metà. Qualcuno paga sempre un po’ più degli altri. E’ raccontato bene nel brano Breakeven dei The Script.

Che rapporto hai con la poesia? Quando vive nelle cose più impensabili è sempre romantica anche se a volte “mi ricorda dove abiti dove abiti tu”?

In questo Ep il senso è provare a ritrovare la poesia delle piccole cose, la quotidianità che viviamo di default. Il titolo è stato la parola più difficile da trovare: per uscire dalla modalità default serve la consapevolezza.

Prometti, per il 2024, che smetti di sentirti “come il buio dopo il tramonto”? Un anno di sola luce!
Ogni tanto un po’ di ombra serve, le canzoni non devono essere sempre da artista triste e tormentato però devono riflettere l’andamento naturale della vita, tra felicità e melanconia.

Sono stati annunciati i primi concerti: cosa puoi anticiparmi e ci saranno altre sorprese?
Prima dei concerti portiamo avanti l’album. I live saranno fatti di tanti momenti diversi, desidero un pubblico interattivo. Ci saranno qualche pezzo saltato nel tour scorso, qualche over e pure delle sorprese. E poi ospiti tutte le date.

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