Dr. Dre: "Ho detto no a Michael Jackson, Prince e Stevie Wonder"

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©Getty

Il produttore hip hop ha raccontato a Kevin Hart le ragioni che l'hanno spinto a rifiutare di lavorare con alcune grandi star: "Sono i miei eroi e non volevo cambiare idea su di loro". Ma non solo, Dre ha spiegato come in realtà gli piaccia lavorare con i giovani artisti per poterli "plasmare" come "palle d'argilla"

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Si può dire di no ad artisti come Michael Jackson, Prince o Stevie Wonder? Dr. Dre lo ha fatto. E se pensate che sia stato un caso di superbia e arroganza, beh, vi sbagliate. Il produttore hip hop di Compton ne ha parlato in un’intervista rilasciata a Kevin Hart per il suo podcast Hart to Heart, lasciando di stucco il conduttore. “Mi hanno chiesto di lavorare con loro e io mi sono detto: ‘Che c***o posso fare con loro? Sono i miei eroi, c***o”.

"Non voglio cambiare idea su di loro"

Hart ha dunque ricordato al suo ospite che, dopotutto, lui è e rimane Dr. Dre, uno che è stato candidato 17 volte ai Grammy vincendone 5, non proprio l’ultimo arrivato. E Dre ha spiegato che l’ultimo a chiedergli di lavorare con lui è stato Stevie Wonder per poi aggiungere che gli piace “ciò che provo per Stevie, Prince, Michael, Bruce Springsteen e tutti questi artisti incredibili” e che non vuole rischiare di rovinarlo lavorando con loro: “Mi piace l’idea che ho di ciò che ho ascoltato crescendo e me la voglio tenere stretta. Non voglio distruggerla”.

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"MI PIACE LAVORARE CON ARTISTI NUOVI"

Ma c’è anche un’altra ragione se Dre ha detto di no a questi grandi artisti. La verità è che a lui piace lavorare coi più giovani, scoprire talenti, aiutarli a emergere. Lo ha fatto con artisti come Snoop Dogg, Eminem, Kendrick Lamar. “Tutta la mia vita e la mia carriera si sono svolte lavorando con artisti nuovi. Questo è quello che mi piace fare. Nessuno arriva con un programma ben definito. Quando entrano nello studio è come se avessi davanti una palla di argilla. La puoi plasmare e farci ciò che vuoi. Ed è quello che voglio fare. Tutti gli altri, soprattutto i miei eroi, entrerebbero e ci sarebbe un piano ben definito su come il pezzo dovrebbe suonare, sai… Io non potrei esplorare”.

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