La Prima Estate, DOMi & JD Beck: elogio alla creatività di due musicisti non "classici"

Musica
Valentina Clemente

Valentina Clemente

Dal loro esordio in Italia all’arrivo sul palco de La Prima Estate sono passati circa nove mesi. O meglio: appena nove mesi. Perché, in questo arco temporale, DOMi & JD Beck hanno ricevuto due candidature ai Grammy, suonato a Coachella, al Primavera Sound di Barcellona e Madrid e chissà quanta musica avranno composto. Li abbiamo seguiti sin dal loro primo concerto e li abbiamo visti anche al Festival La Prima Estate: e non possiamo che fare un elogio alla creatività di due, insoliti ma meravigliosi, musicisti

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DOMi arriva sul palco con un paio di scarpe da ginnastica con luci e rotelle, proprio quelle che spesso abbiamo visto quando eravamo piccoli. JD Beck arriva con il capo chino, ma quando si mette alla batteria non ce n’è per nessuno. È la storia di due giovanissimi musicisti (ma attenzione: solo anagraficamente), lei francese, lui americano, che si incontrano per caso, alcuni anni fa, alla National Association of Music Merchants. Tra loro c’è una immediata affinità artistica: decidono di iniziare a suonare insieme e, in breve tempo, vengono scoperti da un altro, superlativo musicista: Anderson .Paak, che li scrittura con la sua casa discografica. Arriva un album, il riconoscimento dalla Recording Academy, il tour e i concerti.

Elogio alla creatività di DOMi & JD Beck

Tutto si può dire tranne che sono musicisti “ordinari”. O meglio: sono delle meravigliose figure che sembrano appena uscite dai fumetti. Nel loro essere fuori dai classicismi, sono allo stesso tempo così creativi che proprio questa loro creatività deve essere elogiata. In un mondo in cui c’è la tendenza a cercare sosia, assomigliare e non avere una propria identità, soprattutto musicale, loro sono riusciti nell’intento di rimanere sempre gli stessi. E senza troppa fatica: sono loro, così. Nella loro meravigliosa follia, con la loro musica (un mix geniale di acid jazz che unisce Snoop Dogg a Herbie Hancock – senza dimenticare Kurt Rosenwinkel e Thundercat) e il loro essere fuori dagli schemi classici. L’hanno confermato, ancora una volta, anche sul palco de La Prima Estate e vi assicuro che tutti, ma proprio tutti, quando il concerto è terminato, erano molto tristi all’idea di non poter ascoltare altra musica di questo duo fantastico.

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