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Marco Mengoni a Padova: “E' famiglia chi dà amore e spiega cosa è giusto e cosa sbagliato"

Musica

Fabrizio Basso

Ha debuttato ieri sera allo stadio Euganeo il tour dell’artista vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo. Tutti gli stadi sold out. Si chiuderà al Circo Massimo che però è una data speciale. E' poi intervenuto su quanto è accaduto proprio nella città veneta ai figli di due mamme, una situazione che ha portato alla discriminazione di 33 bambini. IL RACCONTO DELLA SERATA E LA CHIACCHIERATA CON MARCO

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Mancano circa tre ore all’incipit della nuova favola mengoniana, quando Marco, camicia psichedelica, jeans e Birkestock appare in sala stampa. Sorridente, entusiasta per la prima esperienza di crioterapia, parte dalla fine, dal Circo Massimo che lui non considera una data del tour bensì una chiosa a parte: “Lì si inizia alle 16 -spiega- con i deejay e i produttori che hanno collaborato al progetto Materia. Ci sarà Samuele Bersani, ci sarà Elodie, ci sarà Bresh, ci sarà Gazzelle. Il concerto può arrivare a 2.40 e quindi faremo un po’ di festa finché i vigili non staccheranno la spina. Prima della musica ci saranno experience e altri momenti da vivere e condividere”.

E’ FAMIGLIA CHI TI TRASMETTE AMORE, CHI TI AIUTA A CAPIRE COSA E’ GIUSTO E COSA SBAGLIATO

Tutto è esaurito, l’amore della gente per Marco Mengoni non conosce confini, come la sua musica e la sua grande bellezza d’altra parte: “I numeri non mi fanno mai effetto, mi fa effetto sentire quello che arriva sul palco. E’ la connessione che c’è in quel momento che è unica”. Poi ironizza sul brano sanremese dell’Eurovision, “Due vite”: “E’ la cosa peggiore di questo concerto, il mio pubblico alla data zero ha cantato anche le note del pianoforte con una energia assurda. Non la canto nel tour, cedo il microfono a loro. Immaginavo questa reazione ma quando ti ci trovi davanti è una botta forte. Luce e Proteggiti da me sono canzoni con molto trasporto emotivo ma Due Vite è una cosa speciale, potessi vi porterei sul palco per capirlo: quando io canto se questa è l’ultima esplodono il mondo e la luna”. Il successo non è solo artistico, c’è annessa una crescita umana della quale Marco ha preso consapevolezza negli ultimi tempi: “Quest’anno ho avuto la riprova di tante persone che mi hanno capito o che mi hanno voluto capire. E questo mi fa comprendere che sono incluso e non distante o indecifrabile. Forse in passato mi sono sentito non compreso da me stesso, forse prima mi facevo attraversare troppo, ora mi sento più consapevole e grande. Ho ancora i miei difetti ma ci ho fatto pace, prima li coprivo perché ero il primo a vergognarmene”. Non si sottrae a temi sociali, contrariamente a molti suoi colleghi, che non si espongono neanche se c’è da scegliere i gusti del gelato. Sono i bambini e le famiglie il tema della sua riflessione visto anche quello che è accaduto proprio a Padova, dove dei genitori sono stati dei genitori sono stati cancellati e i bambini discriminati: “Mi sembra una cosa disumana privare un bambino di un genitore e di una famiglia, non fa bene. Chiunque può essere famiglia. Io ho genitori meravigliosi ma ho imparato a vivere da mio nonno, dunque non sono solo papà e mamma a essere famiglia, è famiglia chi ti dà amore e chi ti aiuta a capire cosa è giusto o sbagliato”. Prima di lasciarlo alla concentrazione un pensiero sul futuro, su quello che accadrà dopo la data del Circo massimo del prossimo 15 luglio: “Il giorno dopo, il 16 vado in studio, devo vedere due robette e capire due cose…due come due vite ma non tre come i dischi del progetto “Materia”, una esperienza così si fa una volta sola nella vita. Poi per l’autunno si prepara il tour in Europa”. L’abbraccio è sulla scaletta, ormai Marco Mengoni ha un repertorio importante ed è sempre più complicato scegliere: “Potrei fare una scaletta alla Beyoncé -scherza- che fa 40 canzoni in pochissimo tempo e appena capisci quale è…è già finita. Ma il mio sogno è un tour di tutti pezzi che non sono mai stati singoli”. I prossimi appuntamenti del “Marco egli Stadi” saranno a Salerno il 24 giugno, a Bari il 28 giugno, a Bologna l’1 luglio, a Torino il 5 luglio e a Milano l’8 luglio; poi ci sarà il 15 il Circo Massimo a Roma.

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LA CONNESSIONE DI “DUE VITE” E’ UNICA

Lo stadio ribolle di gente che la temperatura è ancora sopra i trenta gradi. Poche volte come in questa occasione l’attesa è dolce. Meno dolce, anzi immorale e far pagare 25 euro un posto auto: è irrispettoso per quei ragazzi che fanno sacrifici per acquistare il biglietto e si ritrovano un gabella degna del peggiore medioevo. Sono le 21.13 quando le luci dell’Euganeo si spengono, c’è ancora un po’ di luce, d’altra parte siamo alla vigilia del solstizio d’estate (oggi, 21 giugno, ndr), il giorno più lungo dell’anno. E credo sia anche questa una testimonianza di un uomo che, sul palco e nella vita, prima che un artista è un essere umano e che sa parlare all’umanità, essendone parte. Prima di lui arrivano le immagini e una femminea e ipnotica voce e all’improvviso Marco, in total white, appare alle spalle del suo pubblico e ne raccoglie l’abbraccio: sono le 21.16 e la festa inizia. “Sentitevi liberi di essere voi stessi, cantate, sudate, ballate…No Stress”. Il look cambia, ora è brillante, un figlio moderno della swinging London. Con “Credimi Ancora” la sua gente ha trovato quella connessione della quale abbiamo parlato, ormai non ci sono più un artista e un pubblico bensì un solo corpo, una sola anima accomunati da una promessa, “non ti lascerò”. Una pausa è affidata a Drusilla Foer, in video ovviamente, che presenta la band di Marco con la leggiadria di una Loretta Goggi 2.0. Si appoggia al pianoforte e gioca con la voce facendo venire i brividi, quindi dona a Padova una “Proteggiti da me” di una intensità celestiale. L’energia di “Parole in Circolo” bilancia la dolcezza di “Due Nuvole”. Quel che è certo è che se anche il mondo cade a pezzi a salvarci c’è “L’Essenziale”: il brano è introdotto dal pianoforte e il colore dominante è il rosso. Quello che stupisce ogni volta che ascolto questo brano è quanto il concetto di essenziale sia sempre più centrale nelle nostre esistenze. Abbiamo svoltato, siamo oltre metà concerto. La “Pazza Musica”, col suo swing, ha l’arduo compito di traghettare a quello che, secondo lo stesso Marco e preceduto da un parlato che è una carezza alla vita e alla speranza, è il momento più pazzesco del concerto: si chiama “Due Vite”. Non è ancora giunto l’attimo di “Guerriero” ma alla fine di “Due Vite” Marco è già il guerriero over our shoulders. E infatti il palco si solleva e Marco mentre alle sue spalle sembra di essere in un mondo altro, luminoso e fluorescente, con particelle che si frammentano per poi ritrovarsi. C’è un prisma sul palco che diffonde raggi di luce durante “Hola” e dà al pezzo una laica sacralità. “Ti ho voluto bene” si avvicina, per liturgia, a “Due Vite”: Marco potrebbe sedersi sul fronte del palco e ascoltare. E’ emozionato Marco: “Avete permesso a questo uomo qui di vivere esperienze che tanti non hanno l’opportunità di vivere. A distanza di dieci anni mi sono ritrovato sul palco di Sanremo e dell’Eurovision ed è grazie a voi. Dieci anni fa ero meno consapevole e più piccolo, dunque grazie per avermelo fatto vivere una seconda volta da grande. In questo mondo così veloce si tende a scordarsi delle persone e delle cose, ma voi siete dei guerrieri”. Siamo alla tradizionale pausa che conduce allo sprint finale, mancano cinque brani, ma che brani! In sequenza Marco Mengoni regala “Ma Stasera”, un piccolo capolavoro dance, forti echi moroderiani e immagini in bianco e nero da boomer, “Pronto a Correre”, “Io ti Aspetto” e “Proibito”. Il sogno che ha inventato Marco non si ferma, il sogno continua perché solo così godremo di una “Buona Vita”.

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LA SCALETTA

Cambia un Uomo
Essere Umani
No Stress
Voglio
Muhammed Ali
Psyco Killer
Credimi Ancora
Mi Fiderò
Luce
Proteggiti da me
Parole in Circolo
Due Nuvole
L’Essenziale
Pazza Musica
Due Vite
Fiori d’orgoglio
Sai che
Hola
Ti ho voluto Bene Veramente
Guerriero
Ma Stasera
Pronto a Correre
Io ti Aspetto
Proibito
Buona Vita

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