La Prima Estate, Gus della band Alt-J: “Sarà uno show con il meglio dei nostri album”

Musica
Valentina Clemente

Valentina Clemente

George Muncey

Sono tra gli artisti più attesi della seconda edizione de La Prima Estate e non vedono l’ora di tornare in Italia a suonare: sono gli Alt-J, una delle band alternative rock più interessanti che, lo scorso anno, ha pubblicato “The Dream”, quarto album in studio in dieci anni di attività. Abbiamo incontrato Gus Unger-Hamilton, volto e tastiere del gruppo, a pochi giorni dal loro concerto al Parco Bussola Domani, al Lido di Camaiore, venerdì 23 giugno

“È sempre un piacere tornare in Italia. E poi ho trascorso parte della mia luna di miele a Lucca, con mia moglie: è un luogo magico, mi piace un sacco!”: la nostra conversazione con Gus, storico volto del gruppo inglese Alt-J, tra gli artisti protagonisti della seconda edizione de La Prima Estate. Al Lido di Camaiore porteranno il best of dei loro album, e “festeggeremo al meglio l’album “An awesome wave”, che oramai ha dieci anni. Ma sarà anche un bellissimo spettacolo di luci e ci auguriamo possa piacere a tutti” aggiunge Gus sorridendo.

Alt-J e i primi dieci anni di "An Awesome Wave"

Sono passati dieci anni dal vostro primo album: vi sentite più adulti, dal punto di vista musicale? Pensate di esservi evoluti?

Siamo cresciuti, credo sia un lento processo di evoluzione. Ogni volta che facciamo un album nuovo ci sentiamo meglio nel provare nuove cose, nuovi tipi di musica ma anche modalità diverse di lavorare insieme. Ora siamo sposati, abbiamo figli, ma quando siamo insieme in una stanza per fare musica ci sentiamo sempre gli stessi ragazzi dell’università, come quando abbiamo iniziato quindici anni fa. Ed è bellissimo.

 

Parliamo di creatività e processo di produzione musicale: come li definiresti?

È difficile dare una definizione o fare uno schema preciso: a volte nasce tutto da una jam session, oppure il nostro cantante Joe arriva da noi con qualcosa a cui ha lavorato, e ci mettiamo tutti insieme ad approfondire e migliorare questa bozza. Per noi è molto importante trovare uno spazio in cui scrivere insieme, proprio come quando eravamo all’università in una camera da letto. Ci piaceva affittare un posto e andarci ogni giorno per lavorare insieme sulle canzoni e divertirci, tanto quanto ci piace fare musica. A volte siamo stati in giro tutto il giorno e non riuscivamo a fare nulla, altre volte siamo riusciti a fare due canzoni in un giorno. È sempre stato bello godersi la chimica, la connessione che condividiamo insieme come artisti e anche come amici

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Alt-J, tra amicizia e musica

Come riuscite a gestire la vostra amicizia e la vostra attività di musicisti?

È qualcosa a cui dobbiamo stare molto attenti ma che, allo stesso tempo, dobbiamo coltivare. Quando abbiamo fondato la band eravamo giovani, eravamo studenti universitari e la nostra amicizia era molto intensa. Ora abbiamo famiglie e persone che contano per noi in modo diverso..è importante mantenere la nostra amicizia come band, ed è stato difficile a volte, essere in viaggio per molti mesi, in un autobus, e “gestire un’attività”. È importante avere spazio l’uno per l’altro, goderci il tempo che abbiamo e poi goderci il tempo che trascorriamo insieme, che sia tra amici o in studio

 

Quanta energia ricevete ogni sera dalla gente che viene ai vostri concerti?

Moltissima! Le persone spesso ci chiedono se è noioso suonare le stesse canzoni ogni sera, ma in realtà non sono le stesse canzoni perché ricevi reazioni diverse dalla gente che viene a vederci. Non sai mai quali canzoni andranno molto bene, non sai mai quali canzoni avranno un po' meno riscontro. Ovviamente sappiamo che le nostre canzoni più importanti che suoniamo proprio alla fine del nostro spettacolo otterranno una buona risposta. È davvero bello uscire dal palco e dire: Oh, a loro è piaciuta molto “Chicago” oppure “Something good”. Questo è ciò che rende il tutto divertente per noi: non sapere mai come reagirà la folla a che punto del concerto

 

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"Come ci vediamo tra dieci anni? Still rocking!"

Come reagite quando vi dicono: “Questa canzone è stata la colonna sonora della mia vita”?

Per noi è un enorme privilegio. È come quando leggiamo i commenti alle nostre nuove canzoni su youtube: molte persone condividono le loro storie ed è bellissimo. Molti dei nostri fan scrivono che una certa canzone ricorda loro l’estate in cui si sono diplomati o un viaggio on the road con i loro amici. A volte sono cose davvero tristi, come “Ho perso mio fratello” o “questo album mi ha davvero fatto superare un momento molto triste”, e questo è ancora più un privilegio, anche se è molto triste. Questo è il motivo per cui abbiamo chiamato il nostro secondo album “This is all yours”: abbiamo fatto il nostro primo album per noi stessi, non sapevamo se sarebbe piaciuto. Dopo il successo che abbiamo avuto con il nostro primo album, volevamo dire ai nostri fan con il secondo album: “Guardate, sappiamo che questo è per voi ragazzi, e ora è tutto vostro”. Non è più la nostra musica, è davvero musica che appartiene ai nostri fan e a chiunque.

 

Come vi vedete tra dieci anni?

Penso che il nostro approccio alla musica non sia mai cambiato. La nostra musica è, invece, cambiata negli ultimi dieci anni, certo, ma credo che nel futuro continueremo a nutrire la nostra curiosità, come individui e come band. Ad arricchire la chimica che condividiamo come musicisti, che ci permette di creare nuova musica quando ci rivediamo, anche in modo inaspettato. Sì, spero davvero che tra dieci anni ci divertiremo ancora a fare musica insieme e sperimentare cose nuove in studio, come ci è sempre piaciuto fare. And still rocking!

 

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