L’insostenibile leggerezza del Festival, le cronache da Sanremo di Alessio Viola, tra polemiche, visioni, superospiti e superstiti
Morandi ormai è un Dyson. Sanremo (GUARDA LO SPECIALE - IL LIVEBLOG DELLA TERZA SERATA -quell’enorme lavatrice che conosciamo, nel cestello ci finisce tutto. Share, politica, guerra, fiorai, art. 21 e art. 31. Oggi Egonu scansa Fedez che ha scansato Salvini che ha scansato Blanco che ha scansato Mattarella che ha scansato Zelensky che a Sanremo Vespa invitò.
Il Festival impegna cronisti, opinionisti, quirinalisti, retroscenisti, vivaisti, artisti nuovi e già visti, la sosia di Cleopatra e il vice ministro dei Trasporti. Un gigantesco mash up culturale di alto e basso, per questo c’è Mattarella e arriva alle otto, per questo c’è Mattarella e se ne va alle nove.
Al terzo giorno a chi sta qui comincia a girar la testa, gli uffici stampa vacillano, i superospiti si barricano, i giornalisti vanno in overbooking, inizia un down come quello di Twitter ieri sera e tutto, proprio tutto, diventa verosimile.
Visioni di Palazzo Madame in sala stampa. Chi canta? Chi ha parlato? Sono i Salvini di Campagna? Dura tutto troppo, è un semestre Blanco. Si ipotizzano vertici Mengoni Macron a Nizza, si contano quote rose Chemical, siamo tutti uguali su quel palco, senza distinzioni di Lazza. Ha parlato La Russa? Chi è? Il Presidente del Senato Zero. Albano, che ha detto Albano? E’ il famoso lodo Albano.
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Si scavalla così al giovedì, duetti all’orizzonte, Maneskin blindati, monologhi in vista, rischio di altri qualcosagate sempre alto, da superospiti a superstiti qui è un attimo. Ci fosse il tasto “salta polemiche” Sanremo resterebbe come Angelo Duro, in mutande. Tutto insieme, tutto qui. Un enorme social con l’orchestra. Il Festival, 90 minuti di applausi e 41 bis.
E Rihanna in sottofondo: “Under my Mattarella ella ella eh eh”