L’ultimo singolo dell’ex leader dei Canova parla di un amore a distanza che non è riuscito a concretizzarsi nella quotidianità. Mobrici si mette un’altra volta senza timori a nudo in questo nuovo brano, dove si sente tutta la sua passione per il cantautorato italiano
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Amore sulla Milano-Roma. Luci del Colosseo nasce su questa tratta o meglio su un treno che collega le due metropoli. A guidare Mobrici nel suo viaggio non sono impegni di lavoro quanto piuttosto un amore, che lo spinge a guardare fuori dal finestrino pensando: “Ma ne sta valendo davvero la pena?”. Come sempre l’ex frontman dei Canova si mette anche qui a nudo: il cantante mostra con sincerità le sue insicurezze chiedendosi se sia effettivamente innamorato dell’altra persona o solo del ricordo di quello che tra loro c’è stato.
Anche i cantautori cadono dagli alberi
Mobrici ha raccontato di essersi ascoltato questo pezzo tutta l’estate prima di decidersi a pubblicarlo. Come tutte le sue canzoni anche qui parte tutto da un’esperienza personale e forse il continuo tornare sulla traccia prima di pubblicarla era anche un modo per somatizzare quel rapporto, vissuto a distanza e inevitabilmente complicato dalla continua assenza fisica. Quello di Luci del Colosseo è un amore abortito troppo presto, prima ancora che si “concretizzasse nella quotidianità” e lascia la stessa malinconia di un uomo che non ce l’ha fatta a diventare adulto. Mobrici racconta un sentimento sfuggente, rincorso inutilmente anche quando ormai sembrava in grado di andare più veloce di qualunque Frecciarossa. Ritroviamo qui lo stesso cantante che era emerso nei lavori con i Canova e soprattutto nel suo esordio solista. L’atmosfera è la stessa delle canzoni contenute in Anche le scimmie cadono dagli alberi: alla base c’è l’empatia data dal trovarsi di fronte qualcuno che compie errori e non ha nessuna voglia di edulcorarli. Il Mobrici di Luci del Colosseo non ha paura di mostrarsi non all’altezza, di rivelare la sua sindrome dell’impostore. Come dicono i giapponesi, anche le scimmie cadono dagli alberi. Fuor di metafora è un modo per confessare che anche chi sta su un palco a volte può sentire la voce tremare davanti a un’altra persona.
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Con la foto di Battisti nel portafogli
La formula della nuova hit del cantante milanese ricalca un po’ quella di tanto fortunato it-pop uscito di recente. Mobrici parla di una “fusione tra un suono synth ‘80 e un’orchestrazione all’italiana”. Un mix che dà vita a un pezzo di grande romanticismo e che “rispecchia fedelmente la sensazione particolare, contrastante, che parte dalla passione fino ad arrivare al sentimento”. Sarà per gli ingredienti musicali o per la scelta di portare alla produzione quel Federico Nardelli già al lavoro pure su Space Cowboy di Tommaso Paradiso ma l’ultimo singolo di Mobrici sembra avere in comune qualcosa con la scrittura sincera dell’ex frontman dei The Giornalisti (con cui Tommy P. aveva creato, guarda un po’, Milano-Roma). Non stupisce che il cantante abbia in comune con Paradiso la grande passione per il cantautorato italiano che, nel caso dell’autore di Luci del Colosseo, è nata piuttosto precocemente. A soli cinque anni Mobrici racconta di aver ricevuto come regalo di compleanno la cassetta da cui tutto è partito, quella di Lucio Battisti. Con quella stella polare in mente, lo stesso bambino dieci anni dopo avrebbe iniziato a scrivere le sue canzoni cercando di liberare “il suo canto libero”. Oggi forse ci è riuscito e, guardando la copertina ingiallita di quella musicassetta che tiene nascosta ancora nel portafogli, sta probabilmente sorridendo in attesa del prossimo treno.
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Il testo di Luci del Colosseo
[Strofa 1]
Ce l'hai sessanta euro da buttare
Per venirmi a trovare?
Ci separano tre nuvole in cielo
Ci separano la bibbia e il Colosseo
E quando poi ritornerai
Di certo sola non sarai
Senz'altro ti accontenterai
E non sarebbe male
Credere che vuoi pensarci e capire dove si va
[Ritornello]
Perché mi manchi tanto, tanto, ti ho voluto bene
Tanto, tanto, tanto, siamo stati bene
Ora, eh, ti giuro non so, oh
[Strofa 2]
Guarda come va veloce il treno, taglia le città
Ho deciso, prеndo quattro cose e vengo là
Io non pеnsavo di vederti di nuovo
Ma sentivo il bisogno di cambiare davvero
E invece tu, uh-uh-uh
Pensavi ad altro e non vuoi più, uh-uh-uh
Vedermi stare un po' male, che male, che male
Era così facile, facile, facile, facile, facile
[Ritornello]
Perché mi manchi tanto, tanto, ti ho voluto bene
Tanto, tanto, tanto, siamo stati bene
Ora, eh, ti giuro non so, oh
Perché mi manchi tanto, tanto, ti ho voluto bene
Tanto, tanto, tanto, siamo stati bene
Ora, eh, ti giuro non so, oh
Eh
Perché mi manchi tanto, tanto, ti ho voluto bene
Tanto, tanto, tanto, siamo stati bene
Ora, eh, ti giuro non so, oh
Perché mi manchi tanto, tanto, ti ho voluto bene
Tanto, tanto, tanto, siamo stati bene
Ora, eh, ti giuro non so, oh
Eh