La batterista, cantante e anima della band del Minnesota ha perso la sua battaglia contro il tumore. A darne notizia sui social il 6 novembre è stato il compagno nel lavoro e nella vita Alan Sparhawk. Lui e Parker insieme sono stati tra i maggiori esponenti dello slowcore, diventando una delle band alternative rock più importanti degli ultimi trent’anni
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Mimi Parker aveva parlato pubblicamente della sua lotta contro il cancro alle ovaie solo all’inizio di quest’anno durante un podcast. Era diventato davvero troppo complicato provare a ignorare quel male diagnosticato a fine 2020, che aveva costretto la sua band ad annullare qualche mese fa pure un tour in Europa. Il marito Alan Sparhawk, con cui Parker condivideva l’esperienza musicale dei Low, ha dato ieri la notizia che nessuno voleva ricevere sui social del gruppo: la batterista e cantante non ce l’ha fatta e ha lasciato questo mondo a soli 55 anni. Il messaggio con cui è stata comunicata la scomparsa è ovviamente molto triste ma ha al suo interno anche una certa dolcezza: “Amici, è difficile esprimere l'universo attraverso il linguaggio e in un breve messaggio. Mimi è morta la scorsa notte, circondata dalla famiglia e dall'amore, anche il vostro", si legge nel post. “Mantenete il suo nome vicino e sacro. Condividete questo momento con qualcuno che ha bisogno di voi. L'amore è davvero la cosa più importante”.
La musica come conforto
Ben prima che la malattia incrociasse la sua strada, Mimi Parker aveva già parlato della musica come suo “conforto e via di fuga”. Suonare e ascoltare canzoni ha rappresentato per tutta la sua esistenza il motore di tutto fin dall’inizio, da quando ancora giovanissima si era avvicinata alla batteria in una famiglia appassionata di country. Era stata proprio la passione per le sette note ad avvicinarla anche all’uomo della sua vita, quell’Alan Sparhawk che ai tempi del primo incontro era solo un ragazzino delle elementari. Insieme hanno costruito tanto, fondando nel 1993 i Low. La band era inizialmente un trio ma, dopo l’addio del bassista John Nichols, il gruppo aveva conosciuto tanti cambi di formazione. L’unica parte dei Low che sopravviveva sempre uguale negli anni era quel nucleo, formato da Sparhawk e Parker. Alla fine, nel 2021, la coppia aveva rinunciato a cercare altri compagni di viaggio: Alan e Mimi si erano trasformati felicemente in un duo trovando la quadratura del cerchio pure professionalmente, come dimostra il fortunato tredicesimo album Hey What.
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Via dalla noia di Duluth
Il successo per i Low era arrivato con il secondo album The Curtain Hits the Cast nel 1996. In copertina c’era proprio la batteria di Mimi Parker, quasi a volerne enfatizzare la centralità nella band. Da quel disco in poi i Low guadagnarono una grande notorietà, diventando i paladini di un certo alternative rock per quasi trent’anni. Il gruppo venne addirittura considerato il capostipite di un genere creato quasi ad hoc per incasellarlo: lo slowcore, un indie rock fatto di ritmi rallentati e atmosfere rarefatte. Niente male per un progetto musicale che era nato per esorcizzare la vita nella provincia americana. In un’intervista del 1995 i Low annoveravano infatti tra le loro ispirazioni “i Joy Division, Brian Eno e la noia di vivere a Duluth”. In questo angolo di Minnesota (che ha dato i natali anche a Bob Dylan) era quindi prosperato naturalmente un gruppo in grado di fare qualcosa di inedito, foraggiato dall’amore tra i componenti. In Especially Me, il singolo del 2011, la voce di Mimi Parker cantava: “Perché se sapessimo a cosa apparteniamo, non ci sarebbe dubbio sul luogo da cui veniamo. Ma, visto come stanno le cose, non abbiamo indizi. Specialmente io e probabilmente anche tu”. Speriamo che questa meravigliosa artista possa ora finalmente essere tornata lì, in quel posto da dove veniamo e che forse finalmente l’ha accolta di nuovo.