Aspettando di tornare in Italia per i due live allo stadio Olimpico di Roma e a San Siro, Matthew Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominc Howard ha incantato i fan con un concerto intimo nel capoluogo lombardo. LA RECENSIONE
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Solo e solamente musica. I Muse hanno sedotto l’Alcatraz di Milano, gremito come poche volte nella sua storia, con un viaggio lungo un’ora e mezzo nel loro universo. Per scaldare i fan in attesa degli stadi, nel 2023, i ragazzi del Devon hanno scelto lo storico locale milanese per raccontare un po’ del nuovo album, Will of the People, e regalare un po’ della loro epopea. Nessun discorso, nessuna divagazione per questo fantastico viaggio avviato col brano che dà il titolo al nuovo album e chiuso con la lisergica Knights of Cydonia. Per raccontarvi il clima che ha accolto Matthew Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominc Howard basti dire che parecchi fan hanno scelto di dormire davanti al locale di via Valtellina per conquistarsi il fronte del palco. Tutto il live è stato colorato da luci dardeggianti e da un pubblico che ha cantato, fino a sfinirsi le corde vocali, tutte le canzoni. Quello che maggiormente ha emozionato, o meglio ha alzato l’asticella dell’emozione, è stato il finale, che oltre alla citata Knights of Cydonia ha previsto Kill or be Killed. Questi momenti sono stato un caleidoscopio di suggestioni, da una armonica degna di un film di Sergio Leone a schitarrate ai confini del metal. Due canzoni che sono il sunto di vent’anni di storia perché proprio in questo autunno che occhieggia all’estate, per temperature e cielo terso, i Muse celebrano i loro venti anni di storia.
Le luci si spengono ed è subito rock’n’roll spinto: Will of The People, Assassin Gob e New Born trascinano il pubblico in un vortice ipnotico al quale si può reagire solo saltando. Sembra di essere in un grande festival mondiale, l’Alcatraz è un mashup tra Coachella, Sziget e Tomorrowland. Si suda, la birra da refrigerio, i corpi si sfiorano come in un sabba. Si va avanti con Won’t Stand Down, We are Fucking Fucked, Plug in Baby e The Gallery, è una grande festa che esplode con le prime note di Compliance, brano che ha fatto la storia non solo della band ma della musica in senso ampio. Le luci sono abbaglianti, sono l’allegria che scalda l’anima. Si va avanti, spediti, con Map of the Problematique, Liberation e Minimun. Non c’è il tempo di un respiro tra un brano e l’altro, ma nessuno lo vuole. Ed ecco, debordante (e in sintonia con calendario) Halloween cui seguono Supermassive Black Hole e Prelude-Starlight. Il finale lo ho già raccontato. Il prossimo appuntamento è negli stadi e sarà ecumenico: il 18 luglio 2023 allo Stadio Olimpico di Roma e il 22 a San Siro.