Tutti i suoni di “Oxymore”, il nuovo album di Jean-Michel Jarre. INTERVISTA

Musica

Valentina Clemente

Esce oggi 21 ottobre “OXYMORE”, 22° album in studio di Jean-Michel Jarre, artista, compositore, producer e pioniere della musica elettronica. Questa sua ultima creazione è uno dei suoi progetti più ambiziosi, fra suoni binaurali e metaverso. L'abbiamo incontrato a Milano, ecco la nostra intervista

 

La conversazione con Jean-Michel Jarre, artista, compositore e guru della musica elettronica, non inizia da “Oxymore”, il suo nuovo album. No, parte dalla Francia, o meglio: dal fatto che, quando penso alla musica elettronica, mi vengono in mente solo artisti francesi. Penso a Jarre stesso, ai Daft Punk, Air. Mi vengono in mente anche i Kraftwerk, che sono tedeschi, ma la maggior parte sono oltralpe. E gli chiedo: “Ma perché, secondo lei, il suo paese ha svolto un ruolo così importante nella nascita e crescita stessa dell’elettronica?” Jarre mi guarda sorridendo e afferma: “È verissimo quello che sta dicendo. E adesso le spiego perché. La musica elettronica francese si basa proprio sull’idea di ossimoro, ovvero unisce due cose apparentemente diverse, come per esempio il suono del clarinetto a quello di un uccello. Siamo diventati sound designer mescolando elementi differenti. Ecco, fa proprio parte della nostra cultura. E sono certo che continueremo a fare questo mix così speciale”.

Jarre: processo creativo fonte di curiosità

Lei ha sempre superato ogni confine musicale: dove trova l’ispirazione per ogni nuova composizione?

Sa, non sono ossessionato dall’innovazione, ma considero sempre il processo creativo come fonte di curiosità. Non vivo nella nostalgia, quindi non sono interessato a quello che ho fatto prima, penso sempre a migliorare me stesso, la musica e a fare qualcosa in più e di nuovo. Dopo il Covid, credo che sia cambiato il paradigma secondo cui viviamo le nostre vite. E questo periodo è stato un punto di svolta in termini di utilizzo di strumenti digitali per parlare anche con la nostra famiglia e colleghi. Per me è stata un’opportunità per esplorare nuovi modi di fare canzoni, comporre, composizioni e spettacoli, esplorando la realtà attraverso l’intelligenza artificiale. Tutti strumenti nuovi che sono, a mio avviso, un punto di svolta per il futuro. E poi ho ripensato al fatto che, per gli esseri umani il campo visivo è a 140 gradi ma il campo audio è a 360 gradi, quindi per gli esseri umani la prima sensazione di immersione sono le orecchie, non gli occhi. Ho pensato che potesse essere bello provare a comporre un album dall’inizio non in stereo, come un pittore davanti alla sua tela, ma nello spazio. E ho detto: considererò ogni elemento della mia musica come oggetti che metterò nello spazio. E così è nato “Oxymore”.

Il metaverso? Renderà più democratico il modo di fare musica

Come crede cambierà la musica con e nel metaverso?

A dir la verità, nessuno comprende al meglio che cos’è il metaverso, come del resto è successo con l’avvento di Internet: c’era anche un po’ di paura, ma oggi ci immergiamo giornalmente nel web. Credo che con il metaverso sarà forse peggio (ride). Dico “peggio” come scherzo, perché ritengo sarà un punto di svolta per gli artisti…il metaverso renderà più democratico il fare musica, e gli artisti potranno comporre musica in un modo diverso. Nella mia vita sono stato fortunato perché ho vissuto tre momenti di “rottura”: il primo è stato la nascita della musica elettronica, il secondo è probabilmente l’emergere dei computer e dell'era digitale, e il terzo – forse il più importante – è la creazione di mondi e suoni immersivi, del metaverso. “Oxymore” parla proprio di questo.

 

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Tutti i suoni di "Oxymore"

Ho parlato di suoni e rumori con Bjork qualche settimana fa, in occasione della pubblicazione del suo nuovo album, e di come li sceglie. Ecco, lei come distingue i rumori dai suoni che mette nelle sue composizioni?

All’inizio della nostra chiacchierata abbiamo parlato proprio dell’origine della musica elettronica in Francia: ecco, l’elettronica in questo paese si basa proprio sull’idea di ossimoro, mettendo insieme il suono di un uccello a quello del clarinetto. È proprio nella nostra cultura, e ricordo che da piccolo giravo sempre con un piccolo registratore per prendere ogni rumore, ogni suono che sentivo. Poter mettere insieme entrambi in musica è bellissimo. E poi, con “Oxymore” ho volute rendere omaggio agli anni Quaranta, a figure come Pierre Henry, Pierre Schaeffer, fondatori della musica elettronica, che hanno definito la musica non in termini di note basate sul solfeggio, bensì di suoni.

"Spero che la musica di Oxymore incoraggi le persone ad esplorare nuovi luoghi"

Ha creato un nuovo linguaggio, e non solo musicale. Crede ci sia qualche musicista pronto a raccogliere questa importante eredità?

Non lo so, sono sincero…Spero che la musica contenuta in questo album incoraggi le persone ad esplorare nuovi luoghi, ad aprire porte su nuovi scenari, come è accaduto con l’album “Oxygene”. Credo ci sia un legame con quella musica, e lo dico molto umilmente. Credo che “Oxymore” sia qualcosa di diverso dalle attuali produzioni musicali

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La tracklist di “Oxymore”

1) AGORA 

2) OXYMORE

3) NEON LIPS

4) SONIC LAND

5) ANIMAL GENESIS

6) SYNTHY SISTERS

7) SEX IN THE MACHINE

8) ZEITGEIST

9) CRYSTAL GARDEN

10) BRUTALISM

11) EPICA

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