Tredici Pietro, disillusione e ricordi si confrontano in Solito Posto Soliti Guai

Musica

Fabrizio Basso

Uno dei rapper tra i più interessanti della nuova generazione torna con un nuovo lavoro, il terzo della sua carriera; dal 6 maggio è disponibile anche in vinile. L'INTERVISTA

Dopo un quadriennio di musica liquida, digitale, in streaming, Tredici Pietro dà ora il giusto peso a X Questa Notte, che raccontava la quarantena, le distanze, la solitudine. Solito Posto Soliti Guai è un progetto che si unisce al primo e chiude questo cerchio con la sua rinascita, creando un album in tutto e per tutto. Duque con Solito posto, Soliti guai, Tredici Pietro continua il percorso di evoluzione stilistica e musicale. Il sound inconfondibile e la sua capacità lirica sono in grado di portare alla mente di chi ascolta immagini chiare e fortemente legate alla realtà, in un racconto che si fa sempre più maturo e profondo.

Partiamo dalla storia dell’album e come ci hai lavorato?

Nasce dalla necessità di volere fare in primis un prodotto fisico. Non siamo ci siamo riusciti per l’Ep dello scorso anno. È uno snodo fondamentale nella mia carriera. La radice è questa. X Questa Notte è stato scritto in quarantena, mentre questo nasce dopo e ha in più il lato live. Ecco ho chiuso il cerchio con una forte presenza live.
Tu hai uno stile, a mio avviso unico: influenze rap, approccio cantautorale… Ti senti frenato dall’abitudine tutta italiana di catalogare?
Sono un ibrido molto forte ma è una mia prerogativa. Non mi sento frenato. Io mi sento un rapper. È importante che il cervello metta a posto le nozioni.
Ti capita ogni tanto di avere il cervello come un posacenere? Come reagisci?
Mi capita spesso la sera di avere fumato troppo e dovere andare a letto…
Bolo si ascolta come leggere un romanzo di formazione, sembra quasi gucciniana nel racconto. Hai mai vissuto Bologna come un freno? Per altro nella title track la definisci "città stretta serve aria".
Quest'ultima in realtà è Milano. Parlo dell’attualità delle cose. È alta e stretta. Anche Bologna lo è ma Milano è più alta e claustrofobica. Ritengo una fortuna essere uno dei pochi rappresentanti di Bologna, essere uno di quelli. Lì siamo pochi ed è figo.
"Senza davvero scappare, solo fare altro". Cosa vorresti fare?
È una contraddizione, voglio solo fare tutto, voglio scappare e fare altro. Mi sto lamentando sapendo che non posso realmente farlo. Non mi accontento, voglio scappare dal momento: a leggerla bene è più uno staccare che uno scappare. Trasmette un po’ di peso della vita.
Il bambino di Come fossi andato via dove è?
È proprio ancora qui. Cito un amico, la paura di un amico solo. Tutti abbiamo un forte lato infantile dentro che, chi più chi meno, riusciamo a controllare.
Fumi sempre pensando a qualcuno oppure è di nuovo online?
C’è una persona che ancora non comunica. Siamo lontani.
In tutti i tuoi testi c’è il disincanto amoroso: la tua generazione fatica molto a vivere una rapporto? A trovare un equilibrio?
Non amo parlare della mia generazione. Io sono fortunato, molti mie amici hanno famiglie divise, l'amore tradizionale non è più contemplabile. Abbiamo una disullisione, ma poi si forma una nuova visione.
Un altro elemento che trovo in più testi è quello dell’assenza: persone che ci sono nei pensieri ma mai nella realtà.
È così perché racconto molto di una adolescenza vissuta a Bologna. Ora alcune persone non ci sono più. Mi piace riviverle, non vanno dimenticate. Racconto dei miei amici.
Possiamo dire che tutto quello che hanno detto su di te ora se ne è andato con i fatti?
Sì per il mio percorso che all’inizio è stato visto male come tutte le novità, in Italia c’è molto conservatorismo. Ho recuperato tanta credibilità artistica prima tolta per questioni genetiche. Ho avuto un'opportunità di farmi vedere che pochissimi hanno e dunque è giusto che venga messa in discussione. Continuerò a dimostrare la mia visione delle cose.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Ci sono gli instore in pieno svolgimento. Sabato ho una data a Piacenza, poi sarò a Sassari, al Mi Ami a Milano, al Goa Boa a Genova, all’Oltre Festival a Bologna. Il mio è uno show colorato; per altro a maggio, a Milano, sarò con la band, è la prima data, un altro tassello fondamentale venendo da un genere che è più digitale e clubbing. Sono fan della musica live con gli strumenti e poterla fare io è una soddisfazione.

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