Nuju, storia di una band che sa raccontare la storia come...Nessuno

Musica

Fabrizio Basso

Nata in Emilia ma di radici calabresi, questa band si prepara a uscire dopo l'estate col nuovo album Clessidra. E in estate si riparte in tour. L'INTERVISTA

La Calabria padana ha un nome, una identità, una poetica. Si chiama Nuju, nessuno. Come il ciclope omerico. Con Marco Goran Ambrosi, per altro da poco uscito col romanzo Vincere Perdendo (Leonida Edizioni), salgo sulla mongolfiera di questa band che nasce in Emilia nel 2009 e, sospinta da venti randagi, di terra e di mare, ha attraversato e raccontato tante storie. Nella loro storia ci sono cinque album e due raccolte oltre a singoli, collaborazioni e fantasiosi altri voli (mai pindarici).

Partiamo dalla storia e dal nome identitario.
Vuol dire nessuno ma solo nella zona tirrenica calabrese. Contiene il ricordo del nome di Ulisse. Nasce dall’idea di un collettivo. Siamo nati come migranti, siamo come Ulisse che non sta bene in nessun luogo e sogna sempre la sua terra quando ne è lontano. Nuju contiene pure il concetto di Pirandello dell'uno, nessuno, centomila.
Il Covid vi ha rubato il decennale del primo album, eponimo, del 2010: recupererete la festa?
Nessuna celebrazione. Abbiamo iniziato a scrivere il nuovo album per uscire nel 2020 ma il progetto è stato rimandato proprio per il covid.
Siete partiti a ritmo di un album l’anno…poi la stasi.
L’idea era proprio di tre album in tre anni per raccontare i trentenni dell’epoca. Precarietà, frenesia e tre copertine che messe in fila ne fanno una. Un concept. C'era una ipotesi di teatrologia ma è saltata. Dei cinque album Urban Box è il più controverso e pop e meno etnico.
Siamo sempre invisibili per tutti e ognuno pensa sempre di più ai fatti suoi?
E' stata scritta prima del covid con un ministro che bloccava i migranti e andava col crocifisso in parlamento. E' attuale, racconta come siamo diventati.
Chi sono oggi i marinai?
Noi ci siamo sempre definiti pirati e pagliacci. Il brano nasce dal libro da Marinai perduti di Jean-Claude Izzo che narra di marinai fermi su una nave. Per noi sono i naviganti, chi si sposta nel mondo. Torna in continuazione, nella nostra scrittura, lo spostarsi per trovare un posto nel mondo.
In Your dream è dove vivi oggi?
Continuare ad avere passioni e sognare è il modo di stare con i piedi per terra. Il romanzo è un mio sogno. L’obiettivo non è il libro ma imparare a essere scrittore con dignità. Sogno ma non mi lascio ingannare dall’immaginazione.
Chi è oggi il giullare che incanta tutta la platea?
Fabrizio Cariati, il nostro cantante, che è diventato padre. Con lui voglio fare una band perché rappresenta le immagini che ha in testa. La platea sono i bambini da appassionare. Insegnanti, genitori, allenatori sono loro che possiamo ispirare.
Se l’amore vale una canzone e l’essere lasciato un album…gli artisti devono essere tutti sfigati in amore?
In genere sì, tutti abbiamo scritto canzoni per un amore impossibile. Più facile scrivere della melanconia che della felicità. C’è pudore a mostrarsi felici non tristi.
Chi è il narratore 2.0?
Gli influencer che narrano la realtà come vogliono loro. Leggo tantissimo e noto che esiste una cultura. La narrazione è rivolta a un pubblico culturalmente preparato. Se non hai economia non hai cultura. Solidarietà è immedesimarsi nelle emozioni altrui. Un cantante rap che esce dal barrio è più narratore. I temi sono battaglia di genere, ecologia, distribuzione del denaro. Poi, però, ci sono i ragazzi che non esprimono le emozioni.
Lavoro ad Agosto ha la melanconia dell’estate di Bruno Martino. Come sarà l’estate dei Nuju?
Prima del covid stavamo spesso in giro. Quella canzone la ho scritta con Fabrizio a Bologna in una pausa tra due concerti. E' la fotografia di chi si divertiva mentre noi eravamo a casa senza aria condizionata. E volevamo stare a divertirici.
Tra le finestre con gli occhi tuoi e la casa dalle finestre che ridono…cosa c’è in mezzo?
Disegnerò è una canzone nata per la mia prima figlia, mentre la addormentavo è nata la melodia. E mia moglie ha fatto biscotti.
Ghost Tricks possiamo considerarlo l’apripista di una discografia ad personam oggi molto in voga?
No se la conoscono in pochi. Ferro e Ruggine è molto Mediterranneo alla Jovanotti. Abbiamo fatto un tour di quasi 100 date. Poi Campovolo nel 2011 con Ligabue. Ma è mancata la spinta giusta. Ci siamo affossati ma le idee c’erano. Devi volerlo un obiettivo.
E voi lo volete. Dunque che accadrà nei prossimi mesi?
Come Nuju gireremo tra Italia, Francia e Germania. A settembre uscirà il disco che da maggio sarà in pre-order. Il titolo è Clessidra.

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