Il leader degli U2 ha ricevuto a Washington il Fulbright Prize per il suo ruolo da attivista e fondatore di organizzazioni umanitarie. Sul palco ha parlato anche della guerra in Ucraina e ha ricordato l'esodo dei profughi, ai quali ha dedicato il brano di Bob Marley, eseguito in una versione a cappella
Bono, il cantante degli U2, è stato premiato a Washington con il prestigioso Fulbright Prize. Un riconoscimento per il suo ruolo in questi decenni come attivista e fondatore di organizzazioni umanitarie come "One" e "Red", impegnate in campagne contro la povertà estrema e l'Aids in Africa, ma anche contro la più recente crisi generata dalla pandemia di Covid-19. Nel suo discorso sul palco, dopo aver ricevuto il premio, il frontman irlandese ha toccato molti temi e ha parlato anche della guerra in Ucraina (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI). Bono si è soffermato “sull'umile eroismo” del popolo ucraino che sta "vivendo per quell'ideale chiamato libertà". Il cantante ha poi ricordato l'esodo dei profughi ucraini, ai quali ha dedicato "Redemption Song" di Bob Marley, eseguita in una versione a cappella.
Le motivazioni
La Fulbright Association ha assegnato il premio Bono, motivando la scelta così: “Un modo per onorare l'impegno di Bono nel cercare giustizia combattendo per porre fine alla povertà estrema, affrontare le crisi sanitarie globali e stimolare lo sviluppo economico nelle parti più povere del pianeta. La Fulbright Association crede che Bono incarni il meglio della leadership in tempi di crisi e sfide globali implacabili”.
La canzone di Bob Marley
Marley scrisse Redemption Song nel 1979 e il brano uscì l’anno dopo nell’album Uprising. All’epoca il cantante era già malato e il tema della sofferenza è al centro della canzone, oltre all’esortazione a liberarsi dalle catene mentali. La versione di Marley è acustica, senza accompagnamento. Il brano, uno dei più celebri di tutti i tempi, è stato poi interpretato da numerosi artisti. Tra le versioni più belle si ricorda quella di Joe Strummer e Johnny Cash.