I Moise ripartono dal Punk generazionale di Ho Mandato Tutto a Pu***ne

Musica

Fabrizio Basso

Insieme da circa dieci anni, questa giovanissima band cambia il nome e avvia un nuovo percorso artistico. Ce ne parla la frontwoman Greta Rampoldi

Un brano forte, violento, ipnotico. I Moise dopo dieci anni di attività (e teniamo presente che sono anagraficamente intorno alla maggiore età) svoltano in modo drastico, mettono da parte il passato, e ripartono (quasi) da zero. Il singolo di debutto si intitola Ho Madato Tutto a Pu***ne ed è uno splendido esempio di Punk 2.0. Come si vede anche dal video. Arriveranno a breve altri brani, sperando che la stuazione migliori e la loro energia possa trovare il giusto e meritato sfogo sui palchi d'Italia. Di questo viaggio affascinante ho parlato con la frontwoman del gruppo Greta Rampoldi, 17 anni sulla carta di identità, ma una maturità molto più forte.

Greta questo non è solo un singolo ma l’inizio di un nuovo viaggio musicale: in cosa è rappresentativo dei Moise?
Abbiamo sempre avuto la necessità di sfogarci e lo facciamo con la musica. Il singolo è il nostro modo di esprimerci, è un po’ arrogante e ironico, ma condensa anche la passione per la musica in tutto e per tutti. È come una piccola bambina da curare ma anche da esporre.
Raccontate, secondo me, non solo la vostra crisi esistenziale ma quella di una generazione: in cosa non vi trovate?
C’è tanto pessimismo. Tolto il periodo Covid siamo nell'era del pessimismo, i movimenti sono fatti per migliorare ma restano a livello di parole. Nella nostra bolla musicale vediamo tante cose da sistemare ma c'è pure un lato positivo. Bisogna arrivare a una soluzione vera e non solo a parole: percepiamo tanta consapevolezza ma in concreto si fa poco. Noi proviamo a venire fuori dalla crisi con positività, benessere e felicità.
Chi sono i Moise? Perché questo nome?
Faccio un passo indietro, suoniamo da tempo insieme e veniamo da un periodo di stallo, non eravamo più motivati. Abbiamo deciso di ribellarci alla nostra situazione e abbiamo aperto un nuovo progetto. Non vuol dire nulla Moise: è nato perché suonava bene. Ora però vuol dire per noi rivoluzione: nelle nostre ceneri abbiamo trovato il bello del fare musica e suonare insieme.
In cosa vi stava stretto il passato?
Non ci trovavamo in quello che facevamo. Volevamo fare altro ma non potevamo se no risultavamo incoerenti col precedente percorso. C'era troppo distacco quindi abbiamo chiuso e riaperto.
In questo momento il trucco cola per il pianto o per il sudore?
Al momento per il sudore, prima c'era il pianto dello stress. Ripartire da capo non è facile, considera che io ho 17 anni e canto con loro da metà della mia vita. C'è voluta forza di volontà per chiudere col passato perché ci eravamo affezionati, è un po' come lasciare un fidanzato dopo dieci anni. Ora penso a preparare la voce per un nuovo pezzo.
Stamattina cosa hai urlato fuori dal tuo terrazzo?
Ho gridato che incombeva la verifica di fisica. A parte questo urlo positività. Siamo contenti e carichi, abbiamo bei riscontri. Siamo arrivati a tante persone e molte sono affezionate.
Nel video sei spesso a testa in giù: come è il mondo da quella prospettiva?
Il mondo a testa in giù è difficile da guardare, da una prospettiva ribaldata è complesso da comprendere. Si cerca di capire, soprattutto di accettare poiché non si ha la certezza di risposte corrette. L'immagine che hai citato è una metafora del nostro ribaltamento di carriera. C'è un dualismo tra le sequenze in concerto in studio e quelle col fondo nero. Siamo ancora nel limbo di emozione, paura, alienazione che deriva dall'avviare un nuovo percorso. C'è una immagine punk forte. Nelle scene a sfondo nero abbiamo anche, a livello di outfit, creato dei personaggi, i nostri super ego.
Avete scelto come forma di diffusione un QR code: perché?
La questione era come uscire e abbiamo pensato a varie strategie. Ci sono infiniti adesivi appiccicati lungo le strade ma prodighi di informazioni. Noi abbiamo attaccato solo il titolo senza spiegazione alcuna e ha funzionato. Li abbiamo attaccati noi per tutta Milano, la gente si incuriosiva, molti lo volevano da portare a casa. Da lì attraverso il QR code potevi entrare nel nostro mondo, ma con questa formula diventava una scelta.
Hai mai pensato a correre da sola?
Ci sono stati momenti in cui si litiga e ho pensato: se finisce tutto che faccio? Mi spaventava l’idea di restare da sola, non credo, a oggi, di voler fare la solista. Quindi no… sono la mia forza, sono parte della mia vita. Mi dà carica il gruppo.
Adesso hai capito qualcosa di più di te?
Ho capito che questa è la mia strada. Nel periodo di interregno ho messo in discussione tante cose, che è anche uno dei temi della canzone: non ci sto capendo più nulla. Ho capito che ho tanta forza di volontà, ho capito quanto riesco a dare. Non sono arrivata nel profondo di me stessa, e forse non accadrà mai, ma almeno so cosa so fare.
Come va a scuola?
Alti bassi. Io vado bene però mi stanno caricando. Quest’anno a giugno spero che potremo fare dei concerti. Sarà più complicato nel 2023 che avrò la maturità e dunque tempi non definibili.
Che accadrà nelle prossime settimane dei Moise?
Come live aspettiamo di avere un bagaglio di pezzi nostri e di riarrangiare tutto il repertorio. Abbiamo sempre fatto concerti anche di un'ora e mezza con appena otto pezzi nostri e dunque venivamo identificati come una cover band. Ora vogliamo ridurre il timing per rendere i nostri brani protagonisti e poi contattare altri artisti e valutare collaborazioni. Ma soprattutto siamo pronti a uscire con altri inediti.

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