Bia Rama mettono in Atoms tutte le forme dell'amore: il video

Musica

Il brano, presentato da un testo esclusivo della band, tratta d’amore, inteso come sentimento universale, che dovrebbe essere presente nella vita di tutti

Atoms è un brano nato come una sfida che ci siamo posti per presentarci

ufficialmente al pubblico. È stato scritto prima della pandemia, una disgrazia che ha

accentuato i problemi individuali e collettivi pregressi della nostra società.

Sottolineiamo questo aspetto perché è in quella zona d’ombra dell’animo umano,

condivisa da migliaia di persone, che Atoms prende forma. Questo è stato uno dei

motivi per cui lo abbiamo scelto per la nostra uscita. Il testo di Atoms parla di rapporti umani: quelli tra un uomo e una donna, un padre e un figlio, oppure tra amici.

Tratta d’amore, inteso come sentimento universale, che dovrebbe essere presente, sotto forme diverse, nella vita di tutti; tratta del rapporto complicato tra persone che appartengono a una collettività, costrette in una società dell’apparenza, dove tutti devono realizzarsi attraverso un lavoro socialmente ambito, dove tutti devono apparire felici; una società “meccanica”, in cui non c’è spazio per la riflessione, la possibilità di apprezzare la bellezza di un’opera d’arte, il lusso di trovarsi del tempo per sé, o addirittura concedersi degli errori lungo il proprio cammino. Per questo motivo, nel brano, si parla di sopravvivenza, cioè la strada necessaria per scampare alle difficili condizioni a cui tutti veniamo sottoposti; le condizioni in cui la stragrande maggioranza delle persone sono costrette a vivere e che si stanno rivelando totalmente innaturali e lesive. È proprio a questo punto che, venendo a mancare la cura della propria identità e della propria anima, si creano il malessere, l’incomprensione personale e molti dei disagi che stanno vivendo migliaia di individui.
 

Attraverso il brano, aiutandoci con il video-clip, vorremmo far arrivare un invito agli

ascoltatori: quello di provare a vivere le relazioni, di comunicare nonostante tutto,

senza nascondersi, mostrandosi con le proprie debolezze e spogliandosi di tutte le

maschere sociali. La musica, dalle sonorità cupe, esprime un cammino in divenire,

qualcosa con un potenziale, ma che si trova ancora in uno stato di oscurità,

provando così a tradurre la difficoltà che tutti abbiamo nell’essere noi stessi.

Per il video-clip abbiamo ragionato fin dal principio sul concetto di cortometraggio

musicale, cercando di arrivare diretti agli spettatori. Il corto, a opera di Sergio

Scoppetta, racconta una storia distopica, ma non troppo lontana dalla realtà, che

prova a far rivivere circostanze di cui siamo abituati a sentire quasi tutti i giorni, nei

telegiornali o sul web: la violenza sulle donne, il concetto di possesso, l’ossessione

di un uomo per la propria partner, il progresso tecnologico che pone l’uomo in una

condizione apparentemente superiore a quella sua naturale, attraverso la

clonazione. I possibili significati del video sono molteplici e non esiste un’unica

chiave di lettura, poiché l’opera si presta a più interpretazioni. Da qui il finale che

capovolge completamente le conclusioni a cui lo spettatore viene guidato da una

narrativa apparentemente chiara e lineare. Questa tipologia di video-clip mira a

scalfire lo stereotipo del classico video commerciale, strizzando l’occhio a tutte

quelle produzioni del passato che hanno reso interessante il panorama musicale

crossmediale.

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