L'artista, che presenta il video con un testo originale, ricorre al simpatico roditore per raccontare la storia di un bambino vittima di bullismo
“Talpa dal muso stellato” è stata composta durante il primo lockdown. Dopo un lavoro di due mesi ho creato la prima stesura del testo e della base. A quel punto, ho proposto a Kassie Afo, giovane produttore di Novara col quale avevo già composto un pezzo, di accompagnarmi nel lavoro di produzione e dopo sei mesi di lavoro e creazione di diverse versioni, lo abbiamo completato nella sua forma definitiva.
Per quanto riguarda il video, l’idea che proposi al mio team di collaboratori: Nicola Bianchi che si è occupato della parte di motion design e Alyssa Sermidi che si è occupata di tutta le illustrazioni, era di una specie di cartone di questa talpa e della sua vita scolastica con l’intento di mostrare quello che ho vissuto, creando una storia che ha un suo preciso colpo di scena che è un po' da decifrare, pieno di citazioni ai film che mi hanno formato a livello visuale a: Dario Argento (Suspiria, Profondo Rosso), Fight club e davvero tanti altri che sono da scorgere. A livello musicale il mio tentativo era di unire le mie influenze provenienti dalla musica d’autore “indie” italiana, con correnti musicali appartenenti alla musica Urban, principalmente: Soul e Hip Hop.
Nel testo ho paragonato la figura della talpa dal muso stellato a un bambino vittima di bullismo e l’ho fatto tramite un flusso di coscienza basato su quello che la vittima vive. Io volevo raccontare quello che ho vissuto da bambino. Iniziai ad accusare un certo tipo di persecuzione in seconda elementare, ero un bambino parecchio in sovrappeso e iniziarono a darmi del ciccione e del finocchio come dicevano loro, anche se in realtà, fin da piccolino ho manifestato la mia eterosessualità, questo mostra che per la loro educazione, dare del gay a qualcuno era un’offesa semplice come un’altra. Coniarono una parola: “Obelia” che è una crasi tra obeso ed Elia, che tra l’altro è diventato il nome del mio primo vero disco, uscito nel 2019. All’inizio mi prendevano “solo” in giro per il peso e nient’altro, poi vollero emarginarmi, fecero sì che nessuno uscisse con me, visto che anche se i bulli erano pochi: due o tre, il resto della classe non si esponeva e non mi ha mai difeso; faceva finta di niente. Poi iniziarono a perseguitarmi fisicamente. All’inizio mi sgonfiavano le ruote della bicicletta, a volte mi strattonavano quando eravamo da soli, fino a quando mi infilarono un bacchetto nell’orecchio, andai all’ospedale e per fortuna, non mi successe nulla.
I miei mi sostennero in tutti i modi: andarono a parlare con i genitori dei bambini i quali negavano tutto, andarono a parlare con i professori che in continuazione dicevano frasi del tipo:” massi sono ragazzi” e nessuno fece mai nulla, a parte un amico che si chiama Michele e che tutt’ora è il mio migliore amico. Io iniziai a prendere ulteriore peso, tant’è che alle medie pesavo molto. Facevo fatica a: lavarmi, ad uscire di casa, a cambiarmi, a conoscere persone e mi isolavo nella musica ed è solo grazie a lei che oggi riesco a raccontare quello che mi è successo. In questa storia non c’è nessuno che ha vinto, ma solo persone che hanno perso. Loro hanno perso il fatto che non sono stati educati ad amare il prossimo e probabilmente non lo impareranno mai. Io ho perso il fatto che per i primi dieci anni della vita non sono riuscito a farmi amici, non ho provato cosa volesse dire avere un’infanzia tranquilla e spensierata.
Ho lottato col cibo per anni e probabilmente, lo farò per tutta la vita. Ho dovuto scoprire cosa sono la depressione, e cos’è l’ansia per poi imparare a conviverci, ma questo e ora posso dirlo, mi ha reso più forte. Infine ho voluto con questo brano, legare all’attività di promozione anche un’attività di sensibilizzazione. In questo progetto sarò affiancato dal Centro Nazionale Contro il Bullismo - Bulli Stop, il quale ha deciso di patrocinare il brano e al quale ho proposto un progetto di sensibilizzazione sul bullismo che creeremo insieme.