L'artista piemontese pubblica il secondo capitolo della sua trilogia, sei tracce di un unico progetto ma che ne mostrano le tante sfumature. L'INTERVISTA
Siamo a metà percorso. Domani rappresenta la tappa intermedia di un concept artistico più ampio e fa parte di una vera e propria trilogia iniziata lo scorso anno con Oggi. Questo di Ensi è un progetto che riassume ed esalta la discografia passata, presente e futura dell’artista e che si concluderà con il terzo capitolo nei prossimi mesi. L'artista piemontese colloca le fondamenta dell’ep, interamente prodotto da Crookers, sull’attitudine al microfono e sulla trasversalità dei concetti. In sei brani, musicalmente radicati ma molto differenti fra loro, mostra le numerose sfaccettature della sua penna come in poche altre occasioni. Domani ospita Silent Bob, Nex Cassel, Louis Dee e Nerone.
Finalmente siamo a... Domani.
Questo è il secondo capitolo della trilogia. Dopo Oggi arriva Domani e spero non passi altrettanto per il terzo Ep ma ci siamo presi tempo perché lo volevo suonare e prima non era possibile; e ora abbiamo annunciato le prime tre date live: l'8 febbraio a Milano, il 10 a Torino e il 12 a Padova.
Tutto è prodotto da Crookers.
Mi sono totalmente affidato lui come produttore e dunque sono uscito dalla mia zona di confort, avevo già collaborato con lui e sapevo che avrei trovato il sound che volevo: il viaggio delle sei canzoni rappresenta altrettante facce della mia scrittura rap.
Elementi distintivi?
C’è tanto istinto che fa brillare l’album, incanala l’energia e la mette in mostra. È un lavoro di spaccatura in una stagione di alta qualità ma anche di tante cose piatte. Domani racconta sei mondi musicali diversi ma la mela non cade lontano dall’albero. Il mio è un rap concreto, maturo in linea con quello che accade nel mondo e con la mia cifra stilistica.
Apri con Neanche Dio.
È un pezzo di critica personale e sociale, dove ho tirato fuori l’ecologia, il razzismo, l’individualismo e il rapporto con i social network ma senza cadere nella trappola del compito in classe.
Benzo e Baby sono particolari.
Sono solo sample, senza batteria, una scelta azzardata e controtendenza. Baby per me è il diamante dell’Ep perché non si trova nulla di analogo fuori, dichiara il proprio amore in un modo che farebbe invidia a un monologo di stand-up comedy.
In Mai parli di scelte non fatte anche se c’era la possibilità: c’è un qualcosa che non hai mai fatto perché mai è arrivata l’occasione?
Sono tante le cose che vorrei fare, ad esempio in Domani ci sono pezzi che poggiano solo sui sample e non hanno la batteria, esperimento che non ho mai fatto e rende la cosa interessante e di spaccatura rispetto a quello che c’è in giro. Baby è terzinato, gira in terzine; in ogni mio progetto ci sono cose mai fatte che cerco di realizzare.
C'è un velo di melanconia?
In chiave melanconica, non mi è mancato niente in questo Ep. Arrivo dagli anni in cui il rap doveva per forza dire qualcosa e ancora adesso mi domando se ho detto abbastanza.
Quali brani potrebbero affascinare i giovani?
Mai è il più simile a quello che sta succedendo là fuori, non è introspettivo pur avendo un senso profondo. Poi Runnin/Ça va sans dire perché ha uno switch, sono due brani insieme, e soprattutto nella seconda parte è di ispirazione UK dunque i giovani si possono divertire.
Nel 2022 saranno i dieci anni di Era tutto un sogno: stai pensando di celebrarlo?
La trilogia non comprende questa attività ma qualcosa accadrà, mi piacerebbe stamparlo in vinile ma non rimetterci mano e aggiungere pezzi o strofe. Magari portarlo in tour, stavolta con una band perché se lo merita, negli stessi posti dove lo avevo presentato. Ma il 2022 sarà dedicato alla trilogia anche perché il terzo capitolo sarà quello più rivoluzionario.
Perché una trilogia e non un progetto singolo e come cambia l’approccio?
È stato il cuore a portarmi qui dopo V e Clash che erano già due dischi corposi ed erano anche su una linea diversa rispetto a quello che c’era stato prima. Sono maturato e cresciuto ma dopo il tour di Clash ho avuto un attimo di black out ed eccomi qui.
La scelta dell’artwork: si entra nel tuo mondo con i braccialetti?
All’inizio sono stato perplesso dall'idea dei braccialetti, poi ho capito che è un modo per entrare nel mio mondo, il bracciale racconta un momento unico e irripetibile, i ragazzi se li tengono: il messaggio è vivi una esperienza unica e irripitebile. Esiste nella versione in vinile già sold out, verrà ristampata e ci sarà di nuovo uguale a quello usato per comporre la copertina.
Ti sei ispirato a qualcuno?
Il concetto del disco in generale è cambiato, tranne qualche eccezione in un album non trovo tutti brani che mi piacciono. Non ho un nome o un disco da citare ma abbiamo una musica gigantesca e ce ne è per tutti i gusti, stando con le orecchie dritte si trova tanta roba figa. Io cerco di unire più elementi e in questo Crooker è stato perfetto. Ha fatto scelte estreme, questo ep è un bel cotton fioc per chi vuole aprirsi le orecchie.
È un ep pensato live già in fase di creazione?
Tutto quello che faccio lo penso per il live. A oggi non ci sono state grandi occasioni ma a febbraio ho tre date. Ammetto che l’idea di portarlo in tour un po' ci ha influenzato.