Il duo Musica Nuda pubblica un singolo che stimola all'incontro. L'idea arriva dal Centro servizi volontariato Toscana - Cesvot. L'INTERVISTA
Tu per Tu, il nuovo singolo di Musica Nuda, la realtà musicale composta da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, è una celebrazione dell’incontro. Hanno chiesto all’arte, e alla musica in particolare, di esaltare la rinascita. L'idea nasce dal Cesvot, l’associazione di volontariato toscana, che ha deciso di coinvolgere Musica Nuda in una iniziativa che convoglia simbioticamente arte e volontariato in un’unica canzone dal titolo, appunto, Tu per tu. Il testo del brano è stato scritto da Pacifico, uno dei più raffinati autori italiani.
Come nasce Tu per Tu? Avete interagito con Gino Pacifico?
Ferruccio Spinetti: Assolutamente. Nasce da una richiesta a Cesvot, l’ente che raccoglie tutte le associazioni di volontariato in Toscana. Ci hanno proposto una canzone a sfondo sociale: era la prima volta che ci chiedevano una canzone con un tema specifico. Con Gino c’è una collaborazione dal 2006. Mi piaceva dare una idea musicale allegra e ritmica, il contrario della ballad tradizionale. Ci sono anche influenze brasiliane. Con Gino e altri amici abbiamo creato una canzone più strutturata.
Petra Magoni: L’idea è del Cesvot perché a causa della pandemia non ha potuto fare incontri, è mancato lo scambio tra le tante associazioni. E’ un pezzo energico e allegro nonostante tratti situazioni disagiate, dice e non dice, trasmette suggestioni. Gino è un poeta.
L’arte in questi mesi ha fatto molto nonostante sia stata spesso discriminata: perché?
Ferruccio Spinetti: A noi manca una vera legge sulla musica e sullo spettacolo, basterebbe ispirarsi a quella che hanno in Francia. Hanno ammortizzatori sociali e aiuti dallo stato. Il covid ha scoperto le carenze legislative. Lo stato deve riconoscere la figura del musicista e di tutto il mondo che ruota intorno alla musica e alla cultura in generale. Ci aggiungo che c’è un problema culturale poiché la musica è bistratta già dalle scuole elementari.
Petra Magoni: Tante sono le cose in pericolo in Italia, a partire dalla libertà e dalla democrazia. Nel secondo lockdown mi sono fatta delle domande: perché le chiese aperte e i teatri chiusi? Si poteva entrare contingentati. Colpivano il benessere anche fisico oltreché spirituale e culturale. Ho attraversato un inverno inutile per quello in cui ho creduto tutta la vita. Mi sono fatta un orto nella primavera 2020. La crisi ti fa sentire inutile. Lo scorso a novembre ho lavorato a un disco su David Bowie con Paolo Fresu e altre star del jazz e ho ritrovato il bello di suonare insieme.
Davvero sarà sotto pelle il tatuaggio del passato?
Ferruccio Spinetti: Me lo auguro ma ci vorrà del tempo.
Petra Magoni: Domanda insidiosa, se interpretato in senso positivo ti rimane dentro
Quali sono stati secondo te gli anelli deboli? E si fa abbastanza per eliminarli?
Ferruccio Spinetti: Penso che l’anello debole quando si parla di disabilità e di volontariato sia che si crede solo di dovere dare, ma non è così, si riceve e si impara. Una nazione che non discrimina rende tutti persone.
Petra Magoni: Non si fa mai abbastanza in ogni ambito. Ma quando si interrompe il pregiudizio e c’è un piccolo incontro è sempre un passo avanti. Bisogna mettersi in discussione sempre. Penso all’Orchestra di Piazza Vittorio che ha fatto incontrare persone di infinite nazionalità e ha costruito amicizie. Il dialogo è sempre costruttivo e ti fa capire che l’altro non è poi tanto distante.
Nel 2018 siete andati Verso Sud: ora dove punta la vostra bussola?
Ferruccio Spinetti: Puntiamo ai palchi d’Italia. Ad allargare il nostro pubblico. Andremo anche in Francia, a fine agosto a Chambery. Il 9 agosto saremo all’Agnata, in Sardegna, dove aveva la casa Fabrizio De André nell’ambito del festival jazz organizzato da Paolo Fresu. Faremo un omaggio a Faber e chissà che da lì nasca qualcosa.
Petra Magoni: Siamo maggiorenni a gennaio ed è quasi pronto un disco di inediti per bambini. Ma ora suoniamo e il lavoro è fermo, mancano due canzoni.
L’ultimo album di inediti è Leggera del 2017: state lavorando a qualcosa di nuovo?
Ferruccio Spinetti: Nel lockdown dopo una prima fase di spaesamento ho scritto molta musica e qualcosa sarà pronta la proporrò a Petra ma al momento è prematuro. C’è il disco sul mondo dei bambini con canzoni inedite tra gli altri di Max Casacci, Pacifico e Simone Cristicchi oltreché mie.
Petra Magoni: Il periodo di stop ci ha dato il tempo ma ci ha tolto lo stimolo.
Quando pensate a voi nel 2004, con Musica Nuda, vi guardate con tenerezza oppure vi sentite lontani da quello che eravate?
Ferruccio Spinetti: Abbiamo mantenuto lo stesso approccio incosciente. Siamo libertà e istinto. In due si lavora in maniera veloce, capisci cose vuoi fare e cosa no senza dover correre in studio. Quell’album lo abbiamo registrato in un pomeriggio.
Petra Magoni: Da un lato mi sembra ieri. In realtà lo abbiamo registrato nel 2003 in un solo pomeriggio, poi c’è voluto un anno per farlo stampare. Ora siamo cresciuti, abbiamo messo a fuoco le cose. Ci siamo incontrati per caso ed è nata la magia, non pensavamo di suonare in giro per il mondo, eravamo già felici nei piccoli locali.
Ti mette tristezza sapere che siamo pronti per andare in vacanza su Marte e discutiamo ancora del DDL Zan?
Ferruccio Spinetti: Eccome. Siamo in individui. Anche qui come per la musica servirebbe una legge ad hoc.
Petra Magoni: Sono a favore di ogni differenza e temo che il decreto possa crearne di ulteriori. Non ho una idea precisa, resta la sensazione di ghettizzare. L’ingiustizia va punita e ci sono già le leggi, si rischia di alimentare ancora le differenze.
Che accadrà in estate?
Ferruccio Spinetti: Sarò in giro con gli Avion Travel: per fortuna abbiamo un repertorio di belle canzoni, lo spettacolo si concentra sugli anni Novanta del gruppo. Poi con Giovanni Ceccarelli, un pianista, nel 2019 abbiamo registrato More Morricone quando lui era ancora vivo. E’ uscito a fine 2020: faremo dei concerti con Cristina Renzetti. Abbiamo trovato delle perle rare, da un brano fatto per Legami di Pedro Almodovar a uno del 1971 con Massimo Ranieri giovanissimo. Ci sono Metti una sera a cena con una versione cantata in inglese, la collaborazione con Amy Stewart un suo pezzo, un pezzo in francese tratto da uno sceneggiato.
Petra Magoni: Lo scorso anno ho trascorso un mese in barca a vela in Grecia con amici, non mi capitava da tempo. Stavolta lavoro. Ho il progetto su Bowie con Fresu e abbiamo 12 date. Con Andrea Dindo ce ne è uno che va da Kurt Weill a Cole Porter. C’è un progetto con Finaz che si chiama Equilibrismi: abbiamo musicato testi di futuristi cui si aggiungono cose nostre. Con Ilaria Fantin pubblicheremo un disco in vinile appena possibile. E poi devo seguire mia figlia Frida che suona il piano e canta e ha parecchie date. Ci manca un po’ l’allenamento agli spostamenti ma lo ritroveremo presto!