Sanremo, Speranza: “Senza pubblico, valgono le norme del Dpcm per sale teatrali”

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Dopo la dichiarazione del direttore di Rai1 Stefano Coletta in cui rassicurava che sotto l'egida del Decreto, Sanremo sarebbe stato meno rischioso garantendo il rispetto di regole molto strette, arriva quella del ministro della Salute: “Per gli spettacoli che si svolgono nelle sale teatrali valgono le norme previste dal Dpcm attualmente in vigore", dunque in assenza di pubblico

Valutare e quindi "predisporre" in tempo utile "un protocollo di sicurezza degli artisti" sul palco e dietro le quinte del teatro Ariston in occasione del prossimo Festival di Sanremo, ricordando al tempo stesso che al momento per gli spettacoli che si svolgono nelle sale teatrali valgono le norme previste dal Dpcm attualmente in vigore fino al 5 marzo, ovvero lo svolgimento di spettacoli avviene, deve avvenire fino al 5 marzo, "in assenza di pubblico". Lo chiede il ministro della Salute, Roberto Speranza, al Comitato tecnico scientifico, a cui ha trasmesso la nota che nei giorni scorsi le associazioni discografiche hanno indirizzato al dicastero della Salute chiedendo un protocollo di sicurezza anche, se non principalmente, per cantanti e addetti ai lavori.


Già in precedenza, il 18 gennaio, la Rai aveva diramato un comunicato
in cui al termine di una riunione tra i vertici Rai delle strutture coinvolte nell'organizzazione della kermesse e il direttore artistico Amadeus, alla presenza dell'amministratore delegato Fabrizio Salini confermava le date 2-6 marzo per lo svolgimento del Festival e che tra i temi affrontati nel corso dell'incontro c'era quello sul protocollo sanitario e organizzativo che "sarà a breve sottoposto alle autorità competenti in modo da poter prevedere una presenza del pubblico nella platea del Teatro Ariston". L'argomento è sempre più di stretta attualità, la preparazione della 71^ edizione del Festival intanto va avanti. E ci si interroga se e come sarà possibile avere un Festival in presenza oltre il palcoscenico dell'Ariston. In più c'è da verificare in che misura sarà possibile assicurare sul posto la copertura dell'evento da parte delle testate giornalistiche di carta stampata, radio, tv e web, ovvero come sarà possibile 'controllare' le persone, tener conto delle sistemazioni alberghiere, prevedere un'attività di approvvigionamento o catering, visto che l'asporto di cibo può essere fatto al massimo entro le ore 22, stando all'attuale Dpcm, e si sa che le serate al Festival. In attesa che il Cts si pronunci, intanto se ne parlerà domani in cda Rai, dove è prevista una informativa sullo stato di avanzamento dei lavori. 

Le dichiarazioni del direttore Stefano Coletta

Poco prima dell’intervento del ministro della Salute, queste le dichiarazioni di Stefano Coletta: "Considero Sanremo il continuum dell'intrattenimento realizzato quest'anno. Non c'era possibilità più difficile per il genere vista la situazione creata dalla pandemia" (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS). Abbiamo lavorato con la prefettura, con la Asl di Imperia per farlo. Sotto l'egida del DPCM Sanremo potrà essere meno rischioso. Attenersi al decreto - ha sottolineato - garantisce il rispetto di regole molto strette. "Io ho fatto tanta gavetta, e sono entrato nel mio ruolo all'inizio del primo lockdown", ha aggiunto Coletta. "Ho avuto due intuizioni in quel caso: che le persone volevano essere sì informate, ma anche consolate e intrattenute da una quota di evasione. Ho seguito da allora queste tre direzioni. Ad esempio su Rai1 ho chiamato il Vaticano per assicurare ai credenti la messa mattutina in periodo di lockdown". Quanto a Sanremo, ha sottolineato, "sarà un programma tv seriale ma condensato in cinque serate. Andrà in onda dall'Ariston e quindi non va considerato un evento, ma uno show televisivo. Abbiamo lavorato da mattina a sera, lo facciamo pensando al pubblico. La quota di evasione e intrattenimento noi al pubblico la dobbiamo". 

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