Sheffer canta la sua Solitudine: il video

Musica

Il brano vuole essere uno sfogo malinconico, contornato da un disperato bisogno d’affetto che si può ricevere attraverso uno smartphone. Il video è accompagnato da un testo originale dell'artista

Ciao, sono Sheffer, un cantautore. Più nello specifico canto, rappo e produco brani.

Il mio rapporto con la musica, inizia dalla mia infanzia, una passione trasmessa in particolare modo da mio Padre (anche lui strumentista autodidatta). Il momento che più mi avvicinò al mondo della musica, fu quando mi fu regalato da mia madre e mio fratello un disco di Ozzy Osbourne. I miei genitori hanno riconosciuto in me del potenziale e mi hanno permesso di frequentare corsi di chitarra elettrica e batteria. Nel corso dei miei anni al liceo, ho frequentato diverse Band di cui ero il Batterista e con le quali ho suonato in vari locali. Negli ultimi anni, ho deciso di intraprendere questo percorso da solista, per poter realizzare un sogno: fare concerti davanti a una gigantesca folla. Molti mi definirebbero rapper, ma io credo di essere anche di più, vorrei arrivare a dare qualcosa al mondo della musica e dello spettacolo, oltre che al “rap game”.

Nella mia musica potete sentire svariate influenze. Questo perché ne ascolto tanta e mi ha da sempre incuriosito navigare tra la sua lunga lista di generi. I miei preferiti sono il Funk, il Metal, l’hip-hop e l’R’n’B/Soul. Ho scelto la rosa come simbolo portante del progetto, perché sono sempre stato affascinato dal suo contrasto tra petali e spine, che è anche l’elemento che più caratterizza le mie liriche: mi piace alternare un tipo di scrittura romanzata ad una, al contrario, più schematica e pungente. Rosa è anche il nome della mia manager, che assieme a Gabriel Bagini (mio grande amico d’infanzia, coautore e chitarrista del progetto) e Francesco Mazza (Grafico del progetto), costituisce il mio Team. Insieme sogniamo grandi piani, credo fermamente che la nostra passione e dedizione ci porterà alla loro realizzazione. 

Il mio Nuovo singolo è “Solitudine”. Questo brano è nato durante il primo estenuante lockdown. Io, come tutti del resto, ero costretto a vivere questa condizione di solitudine senza trovarne via d’uscita, se non la porta di casa, che non poteva essere oltrepassata. Il brano vuole essere uno sfogo malinconico, contornato dal mio disperato bisogno d’affetto, che potevo ricevere attraverso uno smartphone. Ho chiesto al mio chitarrista di pensare ad una linea di chitarra che ricordasse la solitudine. Ore dopo mi ha consegnato un riff fantastico che mi ha subito ispirato e portato alla realizzazione del brano. Inizialmente è stata pensata a 70 bpm, molto lenta ed emozionante, ma io l’ho costruita al doppio della velocità, di modo che chi senta il pezzo, non pensi realmente alla solitudine. Nella copertina, compaio io, uno psicologo intento a psicanalizzarmi, che sarei sempre io e il mio amico immaginario, che, si scopre essere di nuovo io. Questo è lo specchio di ciò che sono arrivato a provare durante quel periodo: mi sentivo così solo che sono arrivato a dialogare con personaggi immaginari, tanto da chiedermi se stessi impazzendo. Da questo episodio, ho poi sviluppato il concept della copertina e del video.

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