Il silenzio che si ascolta è Facile e lo suona Boosta

Musica

Fabrizio Basso

Per il suo debutto da solista Davide Dileo, tastierista dei Subsonica, ha inventato un disco acustico che accompagna. La musica forse non accenderà più rivoluzioni culturali e sociali cma rimane uno degli strumenti più potenti di comunicazione, con gli altri e con se stessi. L'INTERVISTA

Le interviste in streaming sono un modo per entrare nelle case degli altri. E' un po' come farsi una chiacchierata de visu, come accadeva una volta. Davide Dileo mi "accoglie" nel suo studio per parlare del disco di debutto del suo alter ego artistico Boosta. L'album si  intitola Facile ed è rigorosamente acustico. Quelle del tastierista dei Subsonica sono composizioni che ammaliano, che ascolteresti per ore tanto sono liquide. Ognuno ci si adagia come vuole e le note aderiscono al corpo e alla mente come un abito cucito su misura.

Davide partiamo proprio dall'orgine di Facile.
Mi fa strano chiacchierare del disco in queste condizioni, a distanza. In un altro momento ci saremmo visti. Il disco esce perché nel dramma di questa pandemia mi si è apèerta una finestra con la musica strumentale che mi è sempre piaciuta. Ho sembre avuto fascinazione per l'idea di colonna sonora, nel senso che tutto può avere un suono. Vorrei rappresentasse la seconda parte della mia vita.
E' nata nel tuo studio? Dove sei ora.
Sì. Ci sono tutte le mie tastiere, un po' di chitarre che saranno offese perché non le uso da tempo. Poi ci sono un piccolo palco e bel un minibar, nell'insieme è un locale molto semplice. L'ultima serata che abbiamo fatto è stata con Luca Bono, considerato l'erede Arturo Brachetti: un concerto per pianoforte e magia.
Coi Subsonica hai sempre unito l'elettronica al piano. Come nasce questo progetto di musica strumentale?
L’ispirazione della scrittura non sono da dove arrivi, per me la musica è magia. Se scrivi canzoni hai la necessità di osservare perché il testo è vissuto; la musica strumentale nasce dall’esigenza di poter suonare col solo fine di fare qualcosa che ti fa stare bene.
Tu cosa insegui?
Col tempo cerco di emozionarmi da solo, fenomeno che ritengo uno spostamento di baricentro fondamentale. Non vedo l'ora di suonare cose che mi piacerebbe ascoltare, non è presunzione ma credo che più onesti siamo più ci si affeziona a quello che fai. Mi sono stufato di fare cose che devono piacere agli altri. Voglio un disco di cui essere fiero, del quale poter dire che figata ho fatto. Nel mare magnum della scrittura trovi scintille di magia e se ti emozioni significa che sei nel posto giusto.
Cosa c’è di facile in questo progetto?
La musica è facile perché ti da qualcosa o non te la da. La musica è strumento di vita.
Il significato della parola, e del brano, Fiducia?
E’ un disco insicuro e rassicurante nel contempo. E’ dilatato, ha melodie ma non sono arroganti. Non è balbuziente ma è delicato. Ho scritto molti più brani e mi sono accorto che prediligevo quelli che lasciavano più spazio al suono. C'è una ammissione di mancanza di certezze. Il momento storico è complicato in generale, il riverbero c’è e non mi sento perfettamente definito, sono in cerca di un percorso e di una strada, provo la sensazione di camminare su una lastra sottile che potrebbe spezzarsi in qualunque momento.
Nelle tue composizione sembra che incolli i sentimenti.
Sono assolutamente d’accordo. La musica è la forma d’arte più veloce, posso non entrare mai in un museo ma ognuno ha una sua colonna sonora. I titoli sono i testi del disco, la lirica ed è stato molto divertente crearli.
La copertina ha una ricca simbologia.
Ho scoperto che instragram può essere utile. Lì ho incontrato Valentina Ciandrini che fa packaging con una visione molto pop del lavoro. L’idea di dare colore a un minimalista quale io sono è stata come regalare un bella confezione bella al contenuto. Il limite di lavorare da solo è che non c'è confronto e che dunque non superi i limiti in quanto non facciamo tutto da soli. Ho invitato Valentina al mio concerto di Verrucchio, le ho parlato, le ho spiegato la mia idea e ha fatto copertina. Anche per lei un debutto.
Eccoci al quadro clinico della musica.
Vorrei avere la possibilità di poter suonare ma non è momento appropriato. Ci si avvicina a un'altra chiusura. Tutto è complicato. La musica calma la gente ed è un collante sociale. Non ho più l'abitudine della discoteca, da tanto tempo non metto i dischi per fare ballare, ma ho visto nei live di questa estate una educazione strepitosa. E' evidente il perché non ci siano contagiati ai live, chi partecipa lo fa in modo consapevole. Negli occhi di tutti, compresi i miei, c’era gratitudine, mai la ho percepita così chiara.
Che dobbiamo fare secondo te?
Tutti devono fare la loro parte, non voglio fare polemiche ma non posso dire che ci sia una classe dirigente all’altezza nonostante le attenuanti che garantisce una emergenza di questo tipo. Dal Presidente del Consiglio al Ministro della Cultura, tantissimi sono inadeguati. Dario Franceschini che risponde da uomo offeso non me lo aspetto, non da un Ministro della Cultura: superfluo è un aggettivo che ha un peso e va ponderato. Ti dico che non gli darei le chiavi del mio studio. Io mi metto a metà dell'emiciclo, sono democristiano in questa fase, e sento l’odore della politca in confusione ed è un bruttissimo odore. Lasceremo tante macerie e non solo fisiche, morali ed economiche. Non so cosa varei fatto fossi stato al Governo ma da cittadino dico che non mi sento rappresentato. E’ come ascoltare qualcuno e sapere che ti dice una bugia: non dimentichiamo che anche quella tra governante e cittadino è una relazione e deve basarsi sulla fiducia.
Torniamo alla musica: Facile è il suono del silenzio, ne senti l’esigenza?
Sono abbastanza orso e sto bene nel silenzio. Ne ho bisogno anche perché di compagnia ne ho avuto tanta nella vita. Dunque nel silenzio mi sento a mio agio.
Ci sono artisti cui ti ispiri?
Parto con Erik Satie e Federico Monpou, che consiglio di approfondire perché ha avuto vita mediocre, una vita semplice ma ha scritto una serie di composizioni di immensa delicatezza tra cui Pajaro Triste scritta nel 1914: una persona normale che scrive una canzone così nostalgiga aspettando l’arrivo della prima guerra mondiale è speciale. Arvo Part per l'uso di silenzi, spazi e armonie. Poi c'è il Movimento Fluxus e non mi riferisco tanto Cage: ho scoperto Giuseppe Chiari attraverso un video di mani che discutevano fra loro su una tastiera. Ma il concerto di Colonia di Keith Jarrett resta irraggiungibile.
Autoritratto: perché quel titolo? Le note blues ti rappresentano?
E’ quello che sono, un pezzo facile da suonare, c'è il rapporto tra melodia e bassi, che sono il mio tratto di scrittura, con un finale che cresce, lì c’è tutto quello che mi pace nel fare musica.
Daimon è l’essere che si colloca tra il divino e l’umano? E’ colui che ispira come per Socrate? Oppure è il diavolo?
E' una meravigliosa scusa grazie all'accezione grecista del termine. Anche la politica ha i suoi daimon. Facile è un disco fatto per me. Vivo grazie al mio mestiere anche se non mi fermano tutti per strada.
I tuoi colleghi Subsonica lo hanno ascoltato?
Non lo hanno sentito. Ci vogliamo bene ma quando lavoriamo da soli ognuno si chiude nella sua stanza. E poi ci troviamo a cena.

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