Tori Amos, cantautrice icona dell'impegno sociale

Musica

Da bambina prodigio a cantautrice icona dell’impegno sociale: la storia di Tori Amos, una delle voci più rivoluzionarie della canzone d’autore americana.

Tori Amos ha rivoluzionato la canzone d’autore americana, combinando il rock alternativo degli anni ‘90 con un approccio musicale anni ‘70, dando vita a un genere a metà tra le meditazioni orchestrali di Kate Bush e la poetica spoglia di Joni Mitchell. Inoltre, ha dato nuova linfa a tutta la tradizione cantautorale degli anni ‘70, utilizzando il pianoforte come uno strumento rock.

Una bambina prodigio

Figlia di un reverendo metodista e di un’insegnante di origini indiane Cherokee, Tori (nata Myra Ellen) Amos è nata nella Carolina del Nord ma ha vissuto nel Maryland. Ha iniziato a cantare e a suonare il pianoforte nel coro della chiesa all’età di 4 anni e, dopo poco, ha cominciato a scrivere canzoni.

A 5 anni vince una borsa di studio al Peabody Conservatory di Baltimora, uno dei più prestigiosi degli Stati Uniti. Mentre studia al conservatorio, si innamora follemente della musica rock e comincia a suonare brani dei Led Zeppelin, Doors e Jimi Hendrix. A causa della passione per la musica “popolare”, a 11 anni Tori perde la borsa di studio ma continua a scrivere canzoni.

A 13 anni, scappa di casa e comincia a suonare nei pub, trasferendosi poi a Los Angeles. Qui, nel 1985, dopo un concerto, dà un passaggio in macchina a un suo fan e viene stuprata, avvenimento che la segnerà per tutta la vita e influenzerà anche la sua musica. L’episodio sarà anche raccontato in una canzone, la toccante “Me and a gun”.

Gli inizi

Nel 1987, la cantautrice firma un contratto con la Atlantic Records e pubblica l’album “Y Kant Tori Read”, un disco dalle sonorità hard rock che non ebbe molto successo.

Tori decide allora di tornare alla canzone d’autore e pubblica, nel 1992, “Little Earthquakes”, con ballate dal ritmo ossessivo e straziante alla Kate Bush con le melodie e l’approccio lirico di Joni Mitchell. L’album contiene alcune canzoni che sono diventate dei cavalli di battaglia della cantautrice, “Silent all these years”, “Precious things”, “Winter” e “Crucify”.

Lo stesso anno, pubblica l’EP “Crucify”, con cover come “Smell like a teen spirit” dei Nirvana e “Thank you” dei Led Zeppelin.

Nel 1994, l’album “Under the pink” vende oltre un milione di copie e lancia altri due singoli iconici, “God” e “Cornflake girl”.

La conferma

La conferma arriva con l’album più ambizioso del percorso artistico di Tori Amos, “Boys for Pele”, dove la cantautrice aggiunge delle sfumature jazzistiche al suo modo di suonare il piano. Il disco vende circa 6 milioni di copie in tutto il mondo e contribuisce ad affermare il talento di Tori.

Successivamente, la cantante ha un aborto spontaneo e perde la bambina che aspettava. Anche questa esperienza segnerà molto la sua musica e, così come per l’esperienza della violenza, il senso di colpa scaturito dalla vicenda sarà raccontata in due canzoni, “Spark” e “Playboy mommy”.

A oggi, Tori Amos ha pubblicato 15 album in studio e 2 live, l’ultimo, “Native Invader”, è del 2017.

L’impegno sociale

Tori Amos è nota anche per le sue prese di posizione e il suo punto di vista personale sui rapporti tra uomini e donne. Femminista convinta, la cantautrice si batte da sempre per la totale indipendenza delle donne nei confronti degli uomini.

Nella sua musica, Tori Amos mette tutta la rabbia che scaturisce dal desiderio di indipendenza e di libertà, concetti fondamentali nel suo modo di intendere la vita.

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