Calcutta in concerto all'Arena di Verona: tutti in piedi per una notte Evergreen
MusicaCalcutta si regala una sera da popstar in una Arena di Verona pazza di lui. Una scaletta perfetta, un palco minimalista, ospiti Francesca Michielin e Brunori. L'artista di Latina si conferma uno dei massimi poeti di questa stagione musicale. La RECENSIONE del CONCERTO e la SCALETTA
(@BassoFabrizio
Inviato a Verona)
Un viaggio iniziato quasi alle 22 e terminato quasi al rintocco di mezzanotte, con una Arena di Verona trasformata in una torcida scatenata. Una delle rare volte che, in quel luogo carico di secoli e di storia, nessuno si è lamentato perché la gente ballava e tutti erano in piedi. A volere che fosse una festa è stato Calcutta, padrone di casa per una sera: Edoardo D'Erme, questo il vero nome dell'artista di Latina, ha invitato parecchie migliaia di amici e qualcuno speciale che lo ha accompagnato sul palco. A partire da Maria Antonietta, che ha aperto il concerto, e poi Francesca Michielin e Brunori. che hanno duettato con lui. Il pubblico conosceva le canzoni a memoria, in più di una occasione è andato a sovrastare la voce di Calcutta, della sua band e delle sue quattro coriste. Ma è giusto che andasse così, la serata è stata Evergreen come il titolo del suo ultimo disco. Un concerto è una festa (complimenti a DNA Concerti che ha curato l'organizzazione della serata) e con quello spirito va affrontato.
CALCUTTA, IL CONCERTO ALL'ARENA DI VERONA
Sono le 22, Maria Antonietta ha da poco guadagnato il camerino dopo avere, con la sua voce ruvida e avvolgente, tenuto compagnia al popolo dell'Arena. L'attesa è alta, cresce, lievita. Si ripassano i testi. Non sono leggeri quelli di Calcutta. O meglio lo sono solo in apparenza, a volte accompagnati da ritmi un po' ruffiani, ma se si fa un passo oltre si trovano significati stratificati. Noi siamo testa. Lì girano le parole. Quelle che ti portano oltre il concerto e con la loro eco ti accompagnano fino a settembre, fin dove puoi giocare una partita ancora più elettrizzante e confidi che nulla cambierà, anzi si rafforzerà. Si spengono le luci, una introduzione lieve, la scritta gigante Benvenuti a questo concerto ed ecco Briciole. Un paio di accordi e il coro dell'Arena è già scatenato. Poi la prima sorpresa: sulle note di Kiwi appare Francesca Michielin, che ritroveremo più tardi in Dal verde e Non abito. Altro momento di magia quando appare Dario Brunori che accenna Salvia e poi lo raggiunge Calcutta per l'esecuzione completa del brano. Ogni canzone ha una sua piccola scenografia, e a proposito di scenografia il solo appunto che possiamo fare sulla Calcutta's Night è che poteva osare un po' di più: Cane è un tetris di schermate dalla rete, Fari vede dardeggiare cerchi di luce sulle gradinate, Milano è identificata da un disegno, stilizzato e microscopico, del Duomo, Rai viene avvicinata al concetto di assistenzialismo. C'è un po' di commozione quando, in versione acustica, propone Amarena "il mio primo pezzo". Il finale è con Frosinone e Pesto. La sensazione che resta, tornando a casa, è racchiusa in una frase che Calcutta ha pronunciato in apertura: sembra giorno anche se è notte.