Joan Thiele e il suo Tango che sconfina nella poesia

Musica

Fabrizio Basso

Joan Thiele
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Emozionare, toccare, commuovere, ammaliare e sedurre: questo è il Tango in undici canzoni di Joan Thiele. Due anime, una acustica e una elettronica, che vi raccontiamo in questa intervista

(@BassoFabrizio)

Oggi è già difficile fare un disco, figuriamoci farlo con due anime. Ha rischiato, e con successo, Joan Thiele, che col suo Tango ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, che acustico ed elettronica possono convivere in uno stesso album, Nell'epoca dell'uniformità, osare con due volti della musica è meritorio. La abbiamo intervistata.

Joan abbiamo atteso a lungo il suo Tango.
Ho finito di lavorarci tempo fa, poi lo ho riaperto ma trovi sempre qualcosa da modificare.
Dove germoglia il dubbio?
Devi capire la direzione che vuoi prendere e poi essere omogeneo nell’eterogeneo.
Si sentono echi di dance anni 70, molto Moroder.
In Polite si sentono echi di Donna Summer, c’è un rimando a lei e c'è Giorgio Moroder. Questa canzone la ho scritta con una amica inglese, di origine africana con dentro un groove più rock. Ha trovato questo sound e l’anima del pezzo riportava a quella stagione.
Certo che con tutte le singolarità che ha sarà impegnativo portarlo in tour.
Sono proprio curiosa di portarlo in giro.
C'è il tango, a proposito di girare.
Ho amici argentini che mi hanno raccontato della forma primordiale di questo ballo, era sfida tra uomini, quasi non ci si toccava.
Cosa la ha affascinata al punto di titolare così il suo disco?
E’ una bella parola, l'etimo latimo, toccare, già dice tutto sulle dualità sonore ed emotive. E' un rimando al Sud America.
Cosa significa toccare?
Toccare è quello di cui ho bisogno ora. Che mi appaga.
Lei ha sonorità molto anglofile perché non si gioca la carta estero?
Sono un po’ donchisciotte, sfido i mulini a vento sperando che cambi qualcosa. Sono metà svizzera e metà colombiana ma mi sento anche italiana. E le anticipo che da settembre starò molto di più in Inghilterra. Il bello di oggi è che con poco più di un'ora di volo e sono a Londra.
E' serena?
E' difficile lasciarsi andare anche con se stessi, ci si trattiene, ho sofferto nell’ultimo periodo. C'è bisogno di emozionarsi e fare sorride. Bisogna riabituarsi a lasciarsi andare, non puoi avere il controllo su tutto.
Come è un suo concerto?
E' intimo. E' bello per me stare su un palco, mi libero. Sento l’energia. E poi bisogna cogliere le energie altrui e portarle nel tuo mondo.
Lei è molto per la dimensione live.
Devo diffondere il disco dal vivo, ci tenevo a un calendario molto ricco di date. Ho necessità di suonare.
Le sonorità?
Alcuni brani che sono molto fedeli al disco perché magari c’è l'elettronica, altri sono rivisitati.
Cosa possono dare di più i suoi live?
Posso regalare momenti unici e altri dove si potranno sentire i pezzi nel loro vestito originale.
Sembra insofferente.
Vorrei già uscire con cose nuove. Vivo in studio a Milano e sono già all'opera su cose nuove.


 

 

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