Apres La Classe, benvenuti al Circo Manicomio: l'INTERVISTA

Musica

Fabrizio Basso

Apres La Classe
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Gli Apres La Classe sono la rivoluzione della musica. Ogni disco, ogni tour, ha sempre l'ipnotizzante profumo del nuovo. Questa volta vestono i panni di una compagnia circense d’altri tempi in Circo Manicomio: li abbiamo INCONTRATI e INTERVISTATI

(@BassoFabrizio)

Sono poetici già nel tipo di musica che fanno, la patchanka. Un nome dai contorni misteriosi, che simboleggia contaminazioni e originalità. Insomma solo chi dalla musica è posseduto può giocare in questo terreno. In Italia ne sono alfieri i pugliesi, anzi salentini, Apres La Classe, che col loro ultimo album Circo Manicomio ci fanno ballare e cantare ironizzando sulla vita e sul mondo ma insegnandoci ad amarla. Li abbiamo incontrati e intervistati.

Il vostro Circo Manicomio ha circa un anno: come è evoluto?
Dall’uscita a oggi siamo sempre strati differenti, non c'è stata una serata, soprattutto durante il tour, uguale all'altra. Da tre settimane siamo fuori con il nuovo singolo Voliamo via e poi ce ne sarà ancora uno e quindi il percorso di Circo manicomio giungerà a compimento.
Un viaggio lungo.
E' partito il primo maggio 2017, si protrae ancora con un bel calendario che si aggiorna costantemente.
Siete una delle poche band in Italia con un sound perfettamente riconoscibile.
Abbiamo sempre scelto la strada più difficile, stilisticamente bisogna essere collocati. Abbiamo provato anche a lavorare per un pacchetto fruibile ma non ci emozionavamo più. Si è un po’ scomodi ma ci emozioniamo.
Con chi siete cresciuti?
La lista può essere infinita, citiamo per rendere una odea Fabulous Cadillac e Manu Negra. Unire più filosofie musicali tira fuori qualcosa, nascono così idee spontanea.
La cosa più difficile?
La riconoscibilità. Gli Weather Report basta il primo giro di basso per capire chi sono. E’ una firma sonora leggibile.
Cosa è il Circo Manicomio?
E' la situazione che viviamo noi. Ci piace parlare di problematiche col sorriso sulle labbra.
Fate tante date, avete molte possibilità per fare passare il vostro messaggio.
Siamo un po’ girovaghi siamo sempre in tour.
Estero?
Siamo stati tanto all’estero ma non abbiamo trovato la nazione giusta per trasferirci. A Londra e Parigi siamo andati benissimo, ovviamente insisteremo. Ci stiamo lavorando. Se utilizziamo lo spagnolo è per scavalcare il confine italiano.
Cosa significa patchanka?
Immaginiamo una immensa lavatrice dove vengono centrifugati generi musicali differenti: dopo tanti lavaggi vedi che accade.
E se il bucato esce rovinato?
Facciamo una metafora gastronomica: la lasagna di per sé non è un piatto concettualmente complicato ma c'è lasagna e lasagna, c'è chi le fa bene e chi le fa male.
Prima di voi chi c'era a fare patchanka?
Avevamo i Mau Mau come riferimento, ora restiamo noi. Siamo, a nostro modo, auto-lesionisti.
Però avete un pubblico giovane.
La cosa più bella sono proprio i ragazzi giovani, riceviamo messaggi di diciottenni che ci seguono. Abbiamo un riciclo onesto.
I giovani hanno un rapporto complesso con la musica.
C'è poca attenzione ma soprattutto tanta ignoranza nei ragazzi. I nostri figli ascoltano la nostra stessa musica. Nelle ultime generazioni non hanno molta scelta. E’ triste. Sa cosa fa rabbia?
No.
Che una volta cercare musica era difficile e costosa, oggi ce ne è tantissima ma sempre le solite cose.
Avete un rimedio?
No ma possiamo dire che i genitori dovrebbero educare perché i bambini sono spugne, assorbono tutto e di tutto.
Cosa succederà da qui a fine anno nella vita degli Apres la Classe?
Siamo in tour fino a capodanno, poi ci saranno novità ma dobbiamo prima staccare la spina. Tutti i noistri lavori sono nati dopo un viaggio. Quindi viaggeremo e raccoglieremo idee per il 2019!



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