Loro 1: La recensione del film di Paolo Sorrentino con Toni Servillo

Recensioni

Paolo Nizza

Dal 24 aprile arriva al cinema Loro 1, il film diretto a Paolo Sorrentino con Tony Servillo nei panni di Silvio Berlusconi. Accanto a Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen, Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Dario Cantarelli, Anna Bonaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Ricky Memphis.  Leggi la recensione e guarda il trailer  e due clip.

Il secondo film LORO 2 sarà nei cinema italiani dal 10 maggio

Tutto vero, tutto falso. O, come scriveva Giorgio Manganelli (citato all'inizio del film) “Tutto documentato. Tutto arbitrario". E proprio lo spirito del geniale e anticonvenzionale scrittore nonché teorico della Neoavanguardia sembra aleggiare su Loro, il nuovo film di Paolo Sorrentino diviso in due parti. Un racconto ambientato in Italia in un arco temporale compreso tra il 2006 e il 2010. Una pellicola in cui realtà e finzione vertiginosamente danzano insieme mentre il verosimile tracima nell'invenzione e viceversa.
Al regista di The Young Pope non interessa fotocopiare la cronaca rosa o nera di quegli anni ma immaginare, interpretare un momento storico decadente e al tempo stesso vitale. Perché Sorrentino non è un gazzettiere, ma un costruttore di mondi. Per questo per certi versi Loro somiglia all'operazione compiuta da Federico Fellini con il Satyricon di Petronio, quasi un saggio di fantascienza del passato. Certo ci si può perdere nel gioco dei rimandi, delle somiglianze, degli identikit, ma forse si tratta di un esercizio sterile e vano. Loro in fondo è soprattutto un film sugli italiani di oggi più che mai misteriosi e contradittori. Come se Sorrentino avesse deciso di trasportare al cinema la stessa formula utilizzata per il suo libro “Gli aspetti irrilevanti” in cui partendo dai ritratti del fotografo Jacopo Benassi, il regista immaginava l'esistenza delle persone immortalate, senza conoscere i loro nomi, le loro generalità, che cosa facciano o abbiano fatto. 

Ça va sans dire, il protagonista di Loro è Silvio Berlusconi, tuttavia il film si concentra sull’uomo più che sul politico. 

Un essere umano che non ha paura del vuoto perché lo guarda da lontano. Uno per cui tutto non è mai abbastanza, Complesso nella sua semplicità e semplice nelle sua complessità.  Tant’è  che nelle note di regia Sorrentino cita Hemingway che nel romanzo Fiesta scriveva: “non c'è nessuno che viva  la propria vita sino in fondo eccetto i toreri” Ecco, per Sorrentino Berlusconi somiglia a un torero.

Al cinema dal 24 aprile, Loro 1 inizia con l'immagine di un agnellino sardo a cui un condizionatore d'aria condizionerà la vista sino alle conseguenze più estreme. Come spesso accade nella filmografia di Sorrentino, anche in Loro 1 gli animali risultano figure totemiche, presenze apotropaiche. Nel susseguirsi degli eventi vedremo un rinoceronte in fuga, un improvido  ratto assai pernicioso, un dromedario e cani di varie razze e stazze. A questo zoo si associa un bestiario umano sfaccettato ambizioso e amorale. A spadroneggiare nella prima parte del film è soprattutto Sergio Morra (un ottimo Riccardo Scamarcio) faccendiere tarantino  che aspira a conoscere il Cavaliere, mentre aspira schidionate di cocaina. Tra strisce, righe, botte, raglie, in un crescendo di piatti riscaldati e pruriti nasali, la moglie Tamara (una straordinaria Euridice Axen) aiuta il marito nella scalata sociale che culmina con il trasferimento a Roma e una villa in Sardegna, situata a fianco di quella di Berlusconi nella speranza di accalappiarlo con una e pifanie di ragazze discinte e disponibili, mentre in  tv si palesa a intermittenza Mike Bongiorno (Ugo Pagliai) e un non meglio identificato quiz. Nell’opera di reclutamento delle escort, Sergio viene coadiuvato da Kira, una delle favorite di Berlusconi interpretata  da una bellissima, cinica e acuta Kasia Smutniak ("è mejo de Totti", sentenzia Ricky Menphis). Un'algida sacerdotessa del vizio a cui spetta una delle battute più fulminanti del film: "E' dura la vita se non sai fare un c.... "

Il climax di questa situazione si raggiunge in una sequenza in cui la bamba cede il passo a una pioggia colorata di Mdma. Un'orgia di pupille dilatate dalla droga dell'abbraccio, si scivola sul velluto, nella speranza vana di poter vivere in una morbida, perpetua estasi. Un Arcimboldo languido di corpi tatuati e dolci effusioni che annuncia la discesa in campo del protagonista di Loro.

E infatti in campo lungo, arriva lui, Silvio Berlusconi, in una mise inconsueta, vestito da odalisca per giocare uno  scherzo alla moglie che compie gli anni. Ma la consorte legge Brodskij e Saramago, disprezza i diamanti offerti come dono e rimpiange quando Silvio le regalava maglioni  e pantofole. Elena Sofia Ricci è straordinaria nei panni della sposa del "Drago", una regina dolente e intensa. Toni Servillo, al netto di un make up che lo rende molto simile a Berlusconi, non tenta una mimesi vocale, una pedissequa imitazione. Come se, parimenti ad Amleto, Servillo volesse essere e non essere Berlusconi, allo stesso tempo vicino e lontano da un personaggio così ingombrante e così sovente parodiato. L'ingresso dei coniugi Berlusconi coincide con un ritmo più rarefatto, meno sincopato. L'Up si trasfigura in down, dopo il decollo è tempo di atterrare, mentre Mariano (Giovanni Esposito)  suona la chitarra e Silvio canta e porta la croce di non essere più al governo.

Intorno  a Berlusconi  si agitano  figure immaginarie indimenticabili come Paolo Spagnolo (Dario Cantarelli) “l'uomo che sa”, onnipresente, forse onnipotente e sempre inguainato in un impeccabile completo bianco. Altra presenza è quella del  ministro Santino Recchia (Fabrizio Bentivoglio) sunto vivente del peggio mostrato in quegli anni della classe politica italiana. Un italico Tartufo dalle improbabili camice istoriate , ma pronto a tornare a vestire Battistoni

Dopo aver aperto Loro 1 con Candida, ex campionessa di ginnastica artistica che apre le acrobaticamente cosce, Sorrentino chiude il film con un cameo di Fabio Concato che canta una Domenica bestiale la canzone simbolo dell'amore fra Silvo e Veronica. Berlusconi, che in virtù delle scuola fatta dai salesiani, si vanta di conoscere i nomi in latino di tutti , parimenti alle parole scritte da Concato, forse mangia un fiore e lo confonde con il suo amore. Ancora non sappiamo con certezza chi siano Loro, forse la casta, forse il deep state, i poteri occulti, o semplicemente noi. Chissà se Loro 2 che uscirà  al cinema il 10 maggio ce lo rivelerà. Nell'attesa godiamoci Loro 1, che al netto di quello che si possa pensare di Silvio Berlusconi , segna l'ennesimo, composito e potente affresco cinematografico realizzato da un'artista autentico. Da demiurgo della visione , Paolo Sorrentino racconta un simbolo del nostro Paese. E basterebbe questo a rendere Loro 1 un film da vedere

 

Spettacolo: Per te