Whoopi Goldberg: “Papa Leone XIV mi piace, spero imiti Francesco”

Dopotutto, non facciamo così fatica a immaginare Whoopi Goldberg aggirarsi per Posillipo e muoversi tra un piano e l’altro del condominio di Palazzo Balladini, lo stabile che da 30 anni fa da sfondo all’amata soap “Un posto al Sole”. La partecipazione straordinaria dell’attrice americana in alcuni degli episodi della prossima stagione è stata annunciata nei giorni scorsi. Quando la incontriamo a Taormina, in occasione del TaoBuk, Goldberg tenta qua e là di comunicare con qualche parolina in italiano, un allenamento. “Sto facendo in modo di migliorarlo”, rivela. Di occasioni ne ha avute e non ha mai nascosto di trovarsi particolarmente a suo agio nel Bel Paese. Fino a poco tempo fa aveva una villa tutta sua in Sardegna, un luogo del cuore per Goldberg che proprio nell’ultima pagina della sua toccante autobiografia “Frammenti di memoria”, edita da Longanesi, confessa che se potesse riportare in vita sua madre e passare con lei un ultimo weekend sceglierebbe senz’altro quella spiaggia sarda in cui ha passato tanti momenti indimenticabili. Il memoir è un viaggio nella preistoria del suo successo tra le case popolari di Chelsea, New York, al tempo stesso un attraversamento di settant'anni di razzismo e battaglie femminili, di cui sua madre Emma è stata esempio fattivo. Ma sull'aggettivo "femminista" ha qualche riserva: "Le persone povere come mia mamma non utilizzano etichette, agiscono e basta". Perché ha deciso in questo momento della sua vita di scrivere un'autobiografia e di far conoscere il suo universo familiare come mai prima d’ora? Mi mancavano mia madre e mio fratello e pensavo di aver perso il contatto con loro e che avessi bisogno di un modo per ricordarli. Quello che ho capito più tardi scrivendo, in realtà, è che quella che provavo non era mancanza, perché ci siamo detti tutto. Sapevano quanto li amassi. “Grazie al luogo in cui sono cresciuta, ho capito che c'erano persone qui negli Stati Uniti che pensavano che non fossi brava e non avrei mai potuto essere brava o intelligente quanto un bianco”, ha scritto. La sua autobiografia è un saggio di storia del razzismo. Come ha fatto a liberarsi dal pregiudizio? Non so se io sia libera dai pregiudizi. Voglio dire, li continuiamo a vedere a piccoli sprazzi. Credo che nessuno ne sia libero, ma per me non è mai stato un grosso problema. Io e mio fratello abbiamo sempre saputo di essere neri. E che questo non sarebbe cambiato. Quindi l'atteggiamento di mia madre era: “beh, lavoriamo e facciamo tutto ciò che è in nostro potere per migliorare le nostre vite”. Se strofino la pelle non viene via un po’ di nero. Sei nera e questa è la tua vita, mia madre l'ha resa una vita fantastica. E sento che ha funzionato anche per me. Lei è partita dalle case popolari ed è arrivata a Hollywood: è ancora possibile il sogno americano? Penso che tutti i sogni siano possibili. L'unica cosa che ti ferma sono le persone intorno a te. Perché c’è chi ti dirà: “Non si realizzeranno mai i tuoi progetti”. Ma non puoi fidarti della loro parola perché puoi realizzarli con o senza di loro. Quindi devi sempre tenere il tuo sogno per te. E se cambia, devi evolvere con esso. Ma non lasciare mai che nessuno dica che il tuo sogno non diventerà mai realtà perché non è così. Un giorno ascoltò una conversazione tra sua madre e le amiche: “Dovrà trovarsi un lavoro e impegnarsi, perché non è una bellezza”. Ascolta, mia madre voleva che io capissi una cosa. Non ha mai detto che io non fossi carina. Sono sempre stata carina. Ma ha cercato di spiegarmi che non è sull’aspetto fisico che avrei dovuto puntare. Non sperava che avessi successo con gli uomini. Certo che l'ho avuto, ma questa è tutta un'altra storia. Lei mi ha cresciuta per essere una donna in grado di cavarsela da sola, con o senza un uomo e quell'epoca non era scontato. Sua madre è stata un incredibile esempio di forza, l’ha cresciuta senza un padre tra mille difficoltà, la definirebbe una femminista? No, quelle etichette non ci sono, i poveri non hanno queste definizioni. Fanno semplicemente quello che devono fare. Vanno dove devono andare. Si limitano a prendersi cura dei propri figli e dare loro il meglio, come ha fatto mia madre. Le etichette sono confini, come il tema di questo festival, il Taobuk 2025? I confini sono invisibili. Sai, come artisti non abbiamo confini. Andiamo ovunque. I musicisti possono andare ovunque. E per definizione gli artisti non riconoscono gli ostacoli che ti portano a fermarti o a non esprimerti. Questo ragionamento vale per gli artisti, ma anche per le persone povere: agiscono per necessità ignorando i confini fisici e mentali, non possono permetterseli. E per questo nello spirito sono più agiati e ricchi di quelli che hanno soldi. E veniamo al tema Sister Act 3… Mi chiedono tutti continuamente di questo. Immagino soprattutto in Italia, che è un Paese molto cattolico. Lo so, lo so. Su Sister Act 3, posso dire… Non so se sia una cosa negativa, ma penso che la gente possa scrivere alla Disney e dire: "Ehi, stiamo aspettando Sister Act 3". Qualche novità? Perché Whoopi non sembra avere una risposta. Diciamo che, sì, sono fiduciosa. Restando in tema, poco più di un anno fa lei incontrava Papa Francesco in Vaticano e nel frattempo, abbiamo un nuovo Papa, americano. Leone mi ha fatto una buona impressione e ho fiducia in quello che farà. Del resto, ha uno straordinario esempio da imitare: quello di Papa Francesco, perché in qualche modo Francesco ha ricordato al mondo quali siano i compiti di un Papa, la “job description”. Esserci per le persone. Parlare per le persone che non vengono ascoltate. E assicurarsi di metterle in luce, e lui l'ha fatto. Amavo molto Francesco. E anche Papa Leone mi piace.

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