Paolo Sorrentino: Via Caldieri, 66. I lavori giovanili e i corti del regista Premio Oscar

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Paolo Sorrentino nel 2004 a Cannes al photocall di "Le conseguenze dell'amore (foto Getty)

Scritto mirabilmente da Stefano Loparco e pubblicato da “Edizioni il Foglio” un avventuroso e appassionante saggio. Il ritratto dell’artista da giovane e dei suoi formidabili compagni di viaggio nella Napoli dei primi anni Novanta. Il racconto di una magnifica ossessione chiamata cinema

“Le radici sono importanti”. Parola di Suor Maria, la santa di La Grande Bellezza. E il libro Paolo Sorrentino. Via Caldieri, 66. Lavori giovanili e cortometraggi ci porta alla genesi del regista premio Oscar, Scritto da Stefano Loparco e pubblicato da Edizioni il foglio, il saggio è un prodigioso portale che ci trasporta nella Napoli dei primi anni Novanta. Grazie alle numerosissime e preziose testimonianze, parimenti a un quadro impressionista, il lettore si ritrova piacevolmente catapultato nel quartiere Vomero, nello specifico nel centro cultuale giovanile di Via Caldieri al numero 66. Come sottolinea Bruno Grillo nella formidabile prefazione: “tappa imprescindibile per gli appassionati di cinema del tempo. A livello artistico il centro ha dato vita a una piccola Nouvelle Vague vomerese, cullando abilità e ingegno di molta gioventù. Ed è tra le stanze e la sala proiezioni di questo luogo mitico che il futuro regista di Parthenope inizia il suo lungo viaggio con i compagni di avventura di allora. Per citare la quarta di copertina Con: Luoghi comuni (1990) – insieme a Stefano Russo e Ivan Cotroneo –, Dragoncelli di fuoco (1994), Un paradiso (1994) – con Stefano Russo –, L'amore non ha confini (1998), La notte lunga (2001), La partita lenta (2009), La fortuna – Rio, eu te amo (2014) e Voyage au bout de la nuit – Homemade (2020) a firma Paolo Sorrentino; Sventramento (1995) di Stefano Russo; Aromolè – L'infinito (1994), Fumetto (1996) di Gianluca Jodice, ultimo capitolo di un cinema immaginario nel segno del deforme, del surreale e dell'iperbolico e in nome di un cinema napoletano che – con Dragoncelli di fuoco – avrebbe potuto essere. Ma non è stato.”

Tra fotografie e testimonianze

Forte di una prosa sempre puntuale, immaginifica avvincente, Loparco trasfigura questo joyciano ritratto dell’artista da giovane in un travolgente concerto polifonico. Senza nessun melenso effetto “nostalgia canaglia”, le dichiarazioni di Francesco De Gaetano, Nina Di Maio, Gianni Ferreri, Maurizio Fiume, Claudio Gargano, Bruno Grillo, Nicola Guarino, Gianluca Jodice, Laura Maresca, Gianni Mastrangelo, Giacomo Matturro, Luigi Petrucci, Leonardo Ragazzino, Stefano Russo, rendono vivide, vivaci, pulsanti queste pagine. Non a caso, in esergo viene citata la frase di Jean-Luc- Godard :“il cinema mostra la verità 24 volte al secondo”.  Tutti i cortometraggi, sia quelli diretti da Paolo Sorrentino, sia quelli a cui ha partecipato per amicizia, sono illustrati da schede mai banali e ricche di sfiziosità più di un’insalata di supporto. Last  but not least, il saggio è impreziosito da fotografie inedite, stralci di sceneggiatura, locandine. Una visiva epifania di perpetue emozioni. Si sa giovani non parlano di eternità, perché la possiedono.  

Approfondimento

Paolo Sorrentino, da Dragoncelli di Fuoco a È Stata la mano di Dio

La rocambolesca storia di un regista destinato a diventare Paolo Sorrentino.

“Paolo era un missile puntato verso il successo”, chiosa Francesca De Gaetano. Tant’è che il saggio riserva un capitolo dedicato ai lungometraggi di Sorrentino E mai titolo fu più azzeccato, ovvero “Cineasta del mondo”.  Insomma, da zero a leggenda i 6 pellicole. E scopriamo che L’uomo in più, in fase di sceneggiatura, manifesta un finale assai più crepuscolare e mortifero. Forse per citare Fellini, l cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio. E il regista di Il divo è ormai un demiurgo delle immagini. Proprio per questo il volume risulta affascinante, sorprendente e autentico. Perché se sovente le opere di Sorrentino ci rammentino, a ragion veduta, quanto la verità sia deludente e la realtà scadente, come afferma perentoria Isabella, il personaggio di Isabella Goodwin in Le conseguenze dell’amore: “Non si dovrebbe mai rompere il cordone ombelicale con quando si era ragazzi”. Ed è meravigloso condividere, anche solo sulla carta, la passione di questi volitivi ladri di futuro.. La rocambolesca storia di un regista destinato a diventare Paolo Sorrentino.

Approfondimento

Parthenope, un canto d'amore. Recensione del film di Paolo Sorrentino

Spettacolo: Per te