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Nato il sei ottobre, tutto ciò che c'è da sapere sul docufilm di Pupi Avati stasera in tv

Cinema
©IPA/Fotogramma

Va in onda martedì 8 ottobre, in prima tv, il docufilm che ricostruisce e celebra i cento anni della radio italiana, accanto alla vita d'un bambino nato il primo giorno della prima trasmissione

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Nato il 6 ottobre è la storia di un bambino, Giacomo Curtoni, nato alle 21.00 del 6 ottobre 1924. Ma è anche, e soprattutto, la storia della radio italiana. Perché, mentre Giacomo s'affacciava al mondo, la radio trasmetteva per la prima volta. 

 

Alle 21.00 del 6 ottobre 1924, la speaker Ines Vivarelli disegnò un pezzo d'Italia. Con un breve comunicato introdusse il Quartetto Opera n.7 di Joseph Haydn come concerto inaugurale, dando il via alla storia della radio. Che agli occhi di Giacomo doveva sembrare una scatola magica ma che, ben presto, sarebbe entrata nel cuore degli italiani.

Di cosa parla Nato il 6 ottobre

Scritto e diretto da Pupi Avati, Nato il 6 ottobre racconta le emozioni che la radio regala, attraverso la voce fuori campo di Giacomo. Un bambino il cui padre se n'è andato, subito dopo il parto della mamma. E che, la sua tristezza, la cura propria con la radio. Ascoltare la musica lo aiuta a sopportare le difficoltà dell'infanzia. E le note, insieme alle parole degli speaker, sopperiscono alle cure e al calore che la vita non gli ha regalato.

 

Piano piano, la radio diventa per lui un pezzetto di famiglia, come se fosse una persona cara. Così, dieci anni più tardi, nel 1934, dopo aver ascoltato in salotto la finale Italia - Cecoslovacchia che assegna all'Italia la prima Coppa del Mondo, Giacomo scrive una lettera all'Eiar (l'ente italiano per le audizioni radiofoniche). In quella lettera il bambino dice grazie, per avergli regalato un'amica.

La prima trasmissione

La prima tramissione radiofonica andò in onda la sera del 6 ottobre 1924. Ai microfoni c'era Ines Viviani Donarelli, violinista e conduttrice, che si trovò - per una casualità - a essere la prima speaker radiofonica italiana.

 

Sebbene la prima vera trasmissione fu il discorso in radio di Benito Mussolini, tenuto da un trasmettitore provvisorio fornito da Guglielmo Marconi,  Ines Donarelli inaugurò le trasmissioni commerciali. 

 

Lo fece con un comunicato, che recitava così: "Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari. Il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto opera 7 primo e secondo tempo".

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