La pellicola arriverà su Apple+ il 9 dicembre ed è già molto attesa. Ambientato in Louisiana, Emancipation racconta la storia di uno schiavo pronto a tutto pur di trovare una vita migliore. Il protagonista è al suo primo ruolo importante dopo quanto accaduto agli ultimi Oscar e potrebbe già rilanciare la sua carriera con questa prova
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“Mi hanno picchiato e preso a frustate. Spezzato molte ossa del mio corpo, più volte di quante ne ricordi, ma non hanno mai, mai, spezzato me”. Le parole pronunciate nel trailer di Emancipation dal protagonista Peter (interpretato da Will Smith) preannunciano un film crudo e duro, in cui la fotografia dai colori fortemente desaturati contribuisce a dare l’idea di un mondo grigio e polveroso dove è complicato anche solo sopravvivere. Lo è soprattutto se, come Peter, sei uno schiavo nella Louisiana dell’Ottocento e hai un padrone che si considera Dio (letteralmente). Il ruolo di Will Smith è però quello di un uomo che non si dà comunque per vinto nonostante le difficoltà, arrivando a combattere per il suo futuro ma soprattutto per quello della sua famiglia.
Basato su una fotografia vera
Come si chiarisce anche nell’anticipazione, Emancipation è tratto da una storia vera. A ispirare le vicende raccontate nel film è addirittura una celebre foto, nota come The Scourged Back (La schiena flagellata). Lo scatto mostra il vero “Whipped Peter” (Peter il fustigato) e il suo corpo rovinato da cicatrici figlie di anni di abusi. The Scourged Back venne pubblicata su Harper’s Weekly nel 1863, anno in cui il soggetto delle foto era riuscito a scappare dai suoi aguzzini. Quell’immagine così semplice e immediata fu fondamentale anche per sensibilizzare le persone e dare una significativa spinta al movimento di opposizione pubblica alla schiavitù. Emancipation è un film dalla notevole portata sociale e politica e forse anche per questo la notizia della sua uscita (il 9 dicembre su Apple+) è stata data in un’occasione speciale: l’anteprima organizzata insieme al NAACP (National Association for the Advancement of Colored People) durante la 51esima conferenza legislativa annuale della Congressional Black Caucus Foundation a Washington. A dare l’annuncio dell’uscita sono stati il regista Antoine Fuqua, Will Smith e Mary Elliott (curatrice della mostra American Slavery) proprio dopo la proiezione speciale del film.
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Un film cui tengono tutti
Antoine Fuqua ha nel suo curriculum diversi film importanti, a partire da Training Day con Denzel Washington, ma non esita a definire Emancipation il suo lavoro più “potente”. Un’opera cui ha tenuto moltissimo, tanto da spendersi in prima persona per evitare che Apple potesse rimandarne l’uscita. L’azienda fondata da Steve Jobs ha effettivamente valutato di chiudere momentaneamente in un cassetto il progetto dopo l’incidente tra Chris Rock e Will Smith agli ultimi Oscar ma l’insistenza del regista e gli ottimi risultati nelle proiezioni di prova hanno scongiurato il pericolo. Oggi Fuqua può raccontare il rischio corso parlando al passato e con evidente contentezza per il felice epilogo della vicenda: “Naturalmente volevo che le persone potessero vedere il film. La mia tesi difensiva si basava sempre sul fatto che ‘400 anni di schiavitù e brutalità sono molto più importanti di un momento no’. Siamo a Hollywood, un posto dove sono accadute cose davvero pessime e in cui abbiamo visto premiate un sacco di persone che avevano fatto cose davvero sgradevoli. Apple ha considerato tutto questo e ne abbiamo parlato. Poi alla fine è stata presa una decisione ad alti livelli nella compagnia, una decisione di cui sono estremamente grato”.
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Will Smith in cerca di redenzione
Emancipation rappresenta una grande opportunità per tutte le persone coinvolte, compreso proprio l’attore principale del film. Will Smith ha lavorato duro per portare a casa un’interpretazione sofferta, dove si fa quasi fatica a riconoscerlo. La sua dedizione al film però non si è limitata alla prova attoriale: la star vincitrice della statuetta per King Richard è infatti addirittura arrivata a pagare di tasca propria le comparse chiamate a interpretare un mucchio di cadaveri. Fuqua ha raccontato che Smith andava in giro per il set, distribuendo denaro a chi era costretto a stare insieme a lui sul set con quaranta gradi all’ombra. Questa pellicola, che per certi versi ricorda 12 anni schiavo, per alcuni potrebbe addirittura portare a delle clamorose candidature ai prossimi premi Oscar. Vedremo come andrà. Di sicuro è già una buona notizia per tutti sapere che un’opera cui sono stati dedicati diversi anni e tanto impegno alla fine arriverà al pubblico.