Rapiniamo il Duce, la recensione

Cinema

Letizia Rogolino

@Ufficio stampa Netflix

Definito da qualcuno un Bastardi senza Gloria italiano, Rapiniamo il Duce è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022, ma com’è?

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“Rapiniamo il Duce” di Renato De Maria è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e dal 26 Ottobre sarà disponibile su Netflix. Scritto dal regista insieme a Federico Gnesini e Valentina Strada, questo film che qualcuno ha definito il nostrano Bastardi Senza Gloria è ambientata alla fine della Seconda Guerra Mondiale e riunisce un cast stellare che comprende Matilda De Angelis, Pietro Castellitto, Tommaso Ragno, Isabella Ferrari e Alberto Astorri, con la partecipazione di Maccio Capatonda. Prodotta da Bibi Film, Matilde  Angelo Barbagallo.

Rapiniamo il Duce: la sinossi ufficiale

Milano, aprile 1945.

Siamo agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale. La città è in macerie. Nel caos della guerra Isola è diventato il re del mercato nero, guidato da un’unica legge morale: la sopravvivenza. Yvonne è la sua fidanzata clandestina, cantante del Cabiria, l’unico locale notturno rimasto aperto in città. Ma anche Borsalino, gerarca fascista, torturatore spietato, è innamorato perdutamente di Yvonne e disposto a tutto pur di averla. Isola e i suoi intercettano una comunicazione cifrata e scoprono che Mussolini ha nascosto il suo immenso tesoro proprio a Milano – nella “Zona Nera” - in attesa di fuggire per la Svizzera, scampando alla cattura e alla forca. Isola non può lasciarsi sfuggire l’occasione della vita - il colpo più ambizioso della Storia - e decide perciò di mettere in atto un’impresa folle: rapinare il Duce. 

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Di Tarantino ce n’è uno

Alternando i toni tra dramma e commedia, Rapiniamo il Duce è un’avventura chiaramente ispirata al cinema di Quentin Tarantino. Ma più che fare un omaggio al maestro pulp Renato De Maria pecca di mera imitazione facendo soffrire il suo film. Lo scenario del periodo storico segnato da violenza, dolore e atrocità fa da sfondo a tutta un’altra storia come è già accaduto sul grande schermo. La sceneggiatura è intrigante e il cast convincente nei rispettivi ruoli, e l’impostazione “da fumetto” vuole percorrere la strada del cinema italiano più moderno alla Mainetti o i Manetti Bros. In parte l’impresa riesce, se non per una debolezza dei dialoghi e delle battute non sempre particolarmente brillanti.

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Una preziosa cornice vuota

Manca il carattere a questo progetto italiano che desidera un’anima internazionale, ma resta imprigionato in una serie di cliché e scene macchiettistiche che lasciano il tempo che trovano. L’estetica, tuttavia, è accattivante e vibrante in colori vividi e pop che strizzano l’occhio al fumetto. La confezione di Rapiniamo Il Duce sicuramente attira ed è al passo con i tempi, ma il contenuto scricchiola e si avverte una confusione e una mancanza di continuità nel portare avanti la storia a livello narrativo. Peccato perchè il tutto si riduce a un’occasione sprecata che comunque su Netflix può regalare qualche ora di intrattenimento senza troppe aspettative.

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