The Lost City, Radcliffe su ruolo di cattivo: "50% dei registi mi vede ancora come Potter"

Cinema

Camilla Sernagiotto

L'attore ha parlato della sua parte del villain ai microfoni del podcast di Empire. Interpreta Abigail Fairfax, un miliardario che rapisce l'autrice Loretta Sage (interpretata da Sandra Bullock). Racconta che la metà dei registi lo vede ancora indissolubilmente legato al personaggio del maghetto ma che l'altra metà, invece, non vede l'ora di fargli interpretare ruoli lontani da Potter, fortunatamente per lui (che altrimenti non potrebbe più lavorare)

Daniel Radcliffe ha un curriculum cinematografico molto ricco e vario, con ruoli sempre diversi e anche parecchio strani, come l'ultimo, quello di "Weird Al" Yankovic… Eppure chiunque pensi a lui, pensa a Harry Potter.
E finché lo fa il pubblico, pace. Ma se lo fanno anche i registi, allora i casting per questo attore diventano difficili.


Riuscire a far dimenticare al mondo - e a un mondo a parte in particolare, ossia Hollywood - che sei stato la star di Harry Potter è una missione molto difficile, diciamo pure impossibile.
Ne parla lo stesso Radcliffe in un'intervista rilasciata al magazine britannico Empire.

Interpellato da Ben Travis per presentare il suo ultimo film, The Lost City, in cui interpreta il cattivo, ha ammesso che per lui dismettere gli iconici occhiali tondeggianti è sempre assai difficile. O meglio: lui quegli occhiali se li è tolti già da un bel pezzo, tuttavia sembra che il mondo glieli veda sempre calati sul naso.
Quando un paio di occhiali del genere ti caratterizza come se fossi John Lennon, farli dimenticare diventa un’impresa.

Il villain che Daniel Radcliffe interpreta è Abigail Fairfax, un miliardario che rapisce l'autrice Loretta Sage (interpretata da Sandra Bullock) nella speranza che lei lo conduca al tesoro perduto di un'antica città che viene descritta in uno dei suoi libri.

La pellicola è uscita nelle sale del Regno Unito ieri, 13 aprile. Durante la promozione del film, l'attore ne ha parlato ai microfoni di Empire Podcast. Durante l'intervista-fiume in cui si è raccontato in lungo e in largo, Radcliffe ha parlato della sua passione per il film La mummia, dei suoi film preferiti di Sandra Bullock (che recita assieme a lui in The Lost City), dei suoi progetti da regista, della reunion per il 20º anniversario di Harry Potter e di tanto altro ancora.

La sua esperienza nell'interpretazione del cattivo

In The Lost City, Daniel Radcliffe è il cattivissimo Abigail Fairfax. Non appena è stata spedita la sceneggiatura al divo, per lui è stato il proverbiale colpo di fulmine.

“Ho letto la sceneggiatura! Mi è stato inviato il copione intorno a marzo dell'anno scorso e hanno iniziato le riprese a giugno o luglio. Ho una regola generale: fare i film che vorresti vedere. L'ho letto e di recente avevo visto di nuovo il primo film La mummia. Ho avuto un momento guardandolo in cui mi sono detto: ‘Oh, non ci sono più film come questo! È triste’. E poi ho letto questo, e ho pensato: ‘Oh, questo è uno di loro’. Quando lo stavo leggendo, sapevo che Sandra (Bullock, ndr) e Channing Tatum erano i protagonisti, e lo stavo solo leggendo pensando, voglio vederlo. Voglio vederli recitare in queste parti e fare queste scene, e se riesco a farne parte e a esserne parte, allora è ancora meglio. Ma sì, sono Abigail Fairfax. Durante le riprese, abbiamo fatto il check-in in tutti i nostri hotel con i nomi dei nostri personaggi. Ma poi tutti in hotel hanno pensato che fosse corretto e giusto chiamarti con qualunque nome tu abbia fatto il check-in. Quindi ogni volta che andavo da qualche parte nell'hotel, mi dicevano ‘Ah, sì, signor Abigail’. E io: ‘Sì, sì, sono io’”, racconta Daniel Radcliffe ai microfoni del podcast di Empire.

Non riuscire a scollarsi di dosso l'immagine di Harry Potter

Durante l'intervista, Radcliffe ha parlato del suo annoso problema: essere o non essere Harry Potter, questo è il dilemma amletico dell'attore. Lui non vorrebbe più esserlo, eppure chiunque lo guardi in faccia vede comparire come per magia (!) quegli occhialini tondi…

“Penso che i registi procedano in due modalità con me. Forse meno adesso, ma dopo Harry Potter in particolare, se il 50% dei registi mi vedeva solo come una cosa e mi vedeva solo come Harry, l'altro 50% era entusiasta della possibilità di essere proprio le persone che mi mostravano qualcos'altro. Penso che questi registi fossero davvero entusiasti di potermi mostrare come questo cattivo sociopatico. Ma è anche un cattivo molto divertente, per me. C'è qualcosa di così patetico in tutte le sue motivazioni. È l'idea che, ovviamente, nessuno è il cattivo della propria storia, quindi pensa di essere davvero simpatico, e sta rapendo il personaggio di Sandra, pensando per tutto il tempo: ‘Se ci pensi davvero, scoprirai che essere rapito è divertente! Se ti rendi conto di che bella opportunità è questa!’ Questo è stato un aspetto molto, molto divertente di questo personaggio per me. E anche lavorare con Sandra e Channing e poter giocare con loro in quelle scene”, ha raccontato Radcliffe.

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Attori inglesi che diventano i cattivi dei film americani

Durante l'intervista-fiume, Daniel Radcliffe sottolinea una cosa degna di nota, ossia che c'è una ricca tradizione di attori inglesi che vengono scelti per interpretare i cattivi dei film americani.

“C’è una ricca tradizione di attori inglesi che sono i cattivi nei film americani. Quando guardi quel tipo di esibizioni, come Tim Curry o Alan Cumming, queste persone che sono brave a interpretare i cattivi, sembrano davvero divertirsi. […] devi solo entrare e giocare e divertirti a essere questa persona pazza. Non c'erano influenze o persone specifiche da cui ho attinto, ma penso che in generale sia un po' un rito di passaggio, essere il cattivo inglese in qualcosa”, ha detto Radcliffe.

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Il progetto da regista

Daniel Radcliffe ha raccontato che vorrebbe dirigere un film, e non un film in cui lui sia regista e interprete assieme. Vorrebbe occuparsi soltanto della regia, per una volta tanto…

“Mi piacerebbe solo dirigere, per due motivi – in parte perché non l'ho mai fatto prima, e non vorrei pensare a entrambe le cose contemporaneamente. Ma, più praticamente, perché quando dirigi un film, devi vederlo 1000 volte dopo nel montaggio, e nessuna parte di me vuole guardarmi in faccia così tanto. Quindi sì, lo salterò”, ha detto.

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