Addio a Camillo Milli, presidente della Longobarda in "L'allenatore nel pallone"

Cinema

Paolo Nizza

Camillo Milli è il presidente della Longobarda in L'Allenatore nel pallone

Si è spento a 92 anni uno dei volti più amati della commedia italiana. Aveva lavorato  con Lino Banfi in L’allenatore nel pallone, con Paolo Villaggio in Fantozzi contro tutti, con Alberto Sordi in Il Marchese del Grillo e con Nanni Moretti in Habemus Papam

Se ne va un altro pezzo di storia del cinema italiano. All’età di 91 anni ci lascia Camillo Milli, a pochi giorni di distanza dalla morte della moglie. Nato a Milano nel 1929 (il suo vero nome era Camillo Migliori), l’attore era malato da tempo ed era ricoverato in una clinica di Genova per i postumi del Covid. Milli aveva iniziati la carriera teatrale sotto la direzione di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano, dove debuttò nel 1951 e dove fu stabilmente attivo sino al 1953.

Al cinema aveva debuttato nel 1955 con Luigi Zampa nella commedia Ragazze d'oggi, al fianco di Paolo Stoppa e Marisa Allasio. La sua ultima interpretazione sul grande schermo è stata Si accettano miracoli per la regia  di Alessandro Siani nel 2015. In tv aveva recitato in fiction di grande successo come Padre Pio, CentoVetrineUn medico in famiglia e, insieme a  Franco Volpi, Ernesto Calindri e poi Sandra Mondaini, era stato protagonista del mitico carosello della China Martini.

Camillo Milli, tra Fantozzi e L’allenatore nel pallone

Basta l’epocale sequenza del tiro al piattello girata sullo Yacht "Il Bracciante" in Fantozzi contro tutti, in cui Camillo Milli interpreta il Marchese Conte Piermatteo Barambani per comprendere tutta la vis comica dell’attore milanese. I suoi duetti con Paolo Villaggio e Gigi Reder sono da antologia della comicità, ed è irresistibile quando si lamenta perché il ragionier Ugo, invece di lanciare il piatto ha usato un prezioso vassoio d’argento del Settecento inglese. E poi come dimenticare la celeberrima scena di L’Allenatore nel pallone con Lino Banfi; nel film Mille è Borlotti, il presidente della squadra di calcio della Longobarda che blandisce con queste parole il Mister Oronzo Canà: "Ma lo sa che noi attraverso le cessioni di Falchetti e Mengoni riusciamo ad avere la metà di Giordano? Da girare all'Udinese per un quarto di Zico e tre quarti di Edinho (...) Sono riuscito ad avere i tre quarti di Gentile e i sette ottavi di Collovati, più la metà di Mike Bongiorno. In conclusione, noi abbiamo ottenuto la comproprietà di Maradona in cambio di Falchetti e Mengoni”.

Schegge di una commedia all’italiana, che non esiste più, dove uno dei maggior punti di forza risiedeva proprio nelle partecipazioni di attori di razza, spesso di formazione teatrale, capaci di arricchire le proprie partecipazioni con tutto il talento di chi sapeva a memoria l’arte assai complessa di far ridere. Milli, poi, ha indossato con successo l’abito talare vestendo i rossi panni di Giulio Gabrielli il Giovane in Il Marchese del Grillo al fianco di Alberto Sordi per la regia di Mario Monicelli. E per uno strano gioco del destino ha interpretato un cardinale anche per il nemico storico di Monicelli, ovvero Nanni Moretti. Nel 2015, infatti ha recitato il ruolo del cardinale Pescardona in Habemus Papam.

Spesso volentieri, il cinema gli affidava ruoli di potere come in  Vogliamo i colonnelli dove era il generale Aguzzo, di nome e di fatto. Peraltro, nel 2002, l'attore mostrò anche la sua vena drammatica nell'interpretare Licio Gelli in I Banchieri di Dio. Insomma Camillo Milli era la dimostrazione di quanto fossero vere le parole del regista russo Konstantin Stanislavskij: "Non ci sono piccoli ruoli, ci sono solo piccoli attori".

Camillo Milli, dai caroselli a Centovetrine

Certo, il grande pubblico televisivo lo ricorderà soprattutto per il ruolo di Ugo Monti in Centovetrine. Nella Soap opera di Canale 5, interpretava il padre di Paola e insieme al figlio era il proprietario del bar dello storico centro commerciale. Milli avere recitato con successo anche nella nona stagione di Un medico in famiglia. Ma i cultori del vintage non potranno non ricordare gli straordinari caroselli di cui è stato protagonista. Nel 1957 pubblicizzò con Ernesto Calindri e Giancarlo Cobelli i cosmetici Max Factor Hollywood, a seguire recitò con Franco Volpi e poi  con Sandra Mondaini lo spot per la China Martini della Martini & Rossi. E infine, insieme ad Alberto Lionello, Lauretta Masiero, Mimmo Craig e Nico Pepe, partecipò al carosello dela lozione Tricofil e la brillantina Tricofilina della Sappa.

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